Poemas colombianos

USCITA N'4

Juan Gabriel

Juan Gabriel è un piccolo tronco d'ulivo
che germoglia schivo e appartato
il corpo deformato ma non il sorriso
che rimane piantato sul suo volto
in un importante soprassalto vitale
per ore, per amore di qualcosa
che sente ma non conosce
e cresce in lui

come una sorgente straniera,
la preghiera del corpo
che non si lascia abbandonare
ma che chiede semplicemente
di stare in equilibrio
tra una sedia e un letto
chiede il rispetto che si porta
a un feto maturo,
chiede che a proteggerlo
non sia soltanto il muro di casa
ma anche una mano che si posa
sulla sua scarnificazione
come una benedizione zitta ma sacrale
una fetta di miele umano
che cala tra le sue braccia
strette intorno al corpo
perché il gusto lo prova
come pure il solletico
sotto ai piedi e alle ascelle
e le Colombe sono
le sue ancelle di pace
cui piace recare sollievo
a ogni martirio
stando in equilibrio precario
tra la solidarietà e il dono
un abbandono totale
a quei capelli ispidi
e a quegli occhi grandi e sgranati
a volte verso il vuoto
ma più spesso verso il cielo
un siero autoimmune e umanitario
il diario di un ragazzo/bambino
scritto con dei piccoli
sussulti di labbro
un candelabro di carne
che illumina il suo volto
che non sembra mai stanco,
sembra il banco di prova
di ogni resistenza
sembra la quintessenza della Comunità
di Pace che non sottace
gli orrori vissuti
ma che crede il restare tutti uniti
sia la risposta migliore
al crimine legalizzato di Stato
perpetrato con la violenza
che fa impallidire noi
che siamo bianchi fuori
ma sporchi dentro
noi che ci crediamo
il centro del mondo
pur sapendo che essendo tondo
tutti sono allo stesso tempo
periferia e cuore vitale.
Juan Gabriel proprio per questo motivo
è l'angelo che protegge
il suo focolare.

P.