Cosa mi ha colpito di più?

Colombia

Ho l'opportunità di condividere la mia vita per tre mesi con i membri della Comunità di Pace di San José de Apartadò. In questo mese e mezzo che è già trascorso, cosa mi ha colpito di più?
Gli occhi di queste persone.

Occhi scuri, profondi, neri come pozzi che sembrano risucchiarti dentro. Ti travolgono tutte le storie che puoi leggerci, in quegli occhi.
Storie di morte e violenza, storie di massacri e sfollamenti. Vite spezzate, famiglie distrutte e un futuro in cui, a volte, viene quasi voglia di non crederci più. E quello che continua a tenere insieme tutte queste vite è l'attaccamento alla propria terra. Sì, la terra.
Perché la terra per questa comunità significa moltissimo, molto più di quello che si potrebbe immaginare. L'importanza della terra supera quella della propria vita. E più di tutto essa è simbolo del ricordo. Perché quando tuo padre e tuo fratello di undici anni li torturano, poi li uccidono, li fanno a pezzi e i loro resti, quando vengono trovati, sono già stati in parte mangiati dagli animali, quello che tu puoi e devi fare è lottare per la terra dove tutto ciò è avvenuto, per poter commemorare e onorare affinché il loro non sia stato un sacrificio vano.
Perché quando di figli ne hai cinque, ma vivo te ne rimane solo uno, quello che tu puoi fare è portare avanti il ricordo e continuare a resistere, anche se sei vecchio e stanco e magari pure un po' burbero.
Perché quando tra i corpi massacrati ce n'è anche uno di un bimbo di diciotto mesi, allora diventa un dovere morale, e prima di tutto umano, difendere quella terra da ulteriori tragedie e denunciare al mondo queste barbarie.

Ma in quegli occhi, in quegli stessi occhi, se guardi bene ci vedi anche brillare la speranza. Speranza di poter vivere in pace. Speranza di poter ottenere, prima o poi, giustizia.
Crescere insieme, giorno dopo giorno, sostenendosi a vicenda e aiutandosi reciprocamente a non cedere al fascino di facili guadagni, offerti dallo Stato colombiano per lavarsi la coscienza.
E bisogna essere coraggiosi e forti per cercare giustizia e non seguire il richiamo dell'odio e della vendetta. La giustizia è l'unica cosa che conta, per essere riconosciuti come esseri umani e non solo come carne da macello, sacrificabile a favore degli interessi dei potenti.
E allora mi viene da pensare che forse quello che mi ha colpito di più non sono gli occhi, ma l'umanità e la forza di queste persone. Forza per continuare a resistere nonostante la paura e le minacce. Umanità per non pensare mai, nemmeno per un secondo, di ricorrere loro stessi alla violenza.
Lale