Interessi economici e conflitto colombiano... oltre gli accordi di Pace

Colombia

Gli accordi di Pace in corso a Cuba rimangono il tema più discusso in Colombia e nel mondo, non tanto però per il valore assoluto di porre fine al conflitto, quanto per tutelare poteri e risorse.
Diverse organizzazioni umanitarie hanno già da tempo messo in luce l'articolazione tra il conflitto armato e la politica economica nazionale in uno scenario di post-accordo.

Durante il VI tavolo di Prevenzione Umanitaria, organizzato dalla Defensoria del Pueblo nazionale, si è posto in particolare lo sguardo sui grandi interessi economici nella regione di Urabà e sulle strategie di resistenza nel territorio. Con questo lavoro si è cercato di identificare quali siano i grandi interessi economici in questa regione, come la dinamica del conflitto abbia avuto delle implicazioni nella configurazione dei piani di sviluppo economico (infrastrutture, agroindustria, miniera, ecc.) e come questi abbiano inciso sul territorio e sulle comunità, tutte le volte che, fino a questo momento, non si sono fatti effettivi i processi di risarcimento e restituzione del diritto e della terra.
Vi proponiamo alcune riflessioni che amplieremo in seguito attraverso documenti dettagliati.

Conflitto armato e contesto attuale

L'incompiutezza nella restituzione della terra e del risarcimento alle vittime, i numerosi ostacoli posti alle comunità di resistenza ed ai progetti organizzativi, le minacce, gli omicidi (più di 300 contadini uccisi da gennaio 2015 secondo Andres Gil, portavoce nazionale della Marcia Patriotica, ndr), di leader reclamanti di terra, sono legati agli interessi economici nella regione di Urabà, territorio chiave per il processo di “sviluppo” del Paese.
Dall'inizio dell'anno è innegabile che ci sia stato un incremento ed un avanzamento delle truppe paramilitari post-mobilitazione nominatesi AGC (Autodefensa Gaetanista de Colombia) in tutta la regione e in modo particolare nel Darien, Bajo Atrato, Serania de Abibe che include il municipio di San Josè di Apartadò a cui fanno parte i villaggi di La Esperanza, Mulatos, La Resbalosa, Arenas Altas e Bajas, Nuova Antioquia, La Union e Il Porvenir dove operano i volontari di Operazione Colomba.
Il gruppo delle AGC, attraverso minacce, restrizioni alla mobilità ai civili, omicidi selettivi, scontri armati con altri gruppi, ha creato situazioni gravissime per l'incolumità della popolazione in una forma che da molto tempo non si vedeva e che ha provocato in vari luoghi lo sfollamento forzato di centinai di famiglie.
Dall'altro lato anche se le FARC, con il cessate al fuoco accordato a Cuba, hanno diminuito le incursioni armate, di fatto non hanno terminato di fare pressioni sulla gente, minacciare e controllare i territori attraverso la manipolazione dei leader comunitari.
Nonostante le numerose denunce della situazione, il Governo e le istituzioni statali locali e nazionali continuano a negare l'emergenza umanitaria e la presenza di gruppi paramilitari che in realtà dal 2008 appaiono pubblicamente armati in tutto il Paese, controllando traffici illegali e accaparrandosi territori destinati alle imprese multinazionali o convertiti in grandi aziende di allevamento di bestiame.
Le zone di azioni e controllo di questi gruppi sono tutte aree di grandi interessi economici per la presenza di carbone, oro, acqua, coltivazioni di coca, latifondi destinati all'allevamento, alla coltivazione di palma d'olio o cauciù, sino alle aree destinate allo sviluppo viario e portuale (Apartadò, Turbo, Necoclì, Bajo Atrato, Turandò) che permetterebbero di collegare il Golfo di Urabà con l'Oceano Pacifico (Buenaventura).
La costruzione della Panamericana e della Trasversal de las Americas faciliterebbe il passaggio di merci e di energia elettrica (l'energia prodotta dalla Diga di Urà 1 viene venduta a Panama); il mantenimento del latifondo garantirebbe lo sviluppo di progetti di agroindustria e allevamento ed infine la concessioni per l'estrazione mineraria aprirebbero la porta a tutte le multinazionali.
Questi progetti sono già in atto ed è sconcertante che in tutte queste aree di sviluppo ci sia una forte presenza, oltre che delle AGC e delle FARC, anche della forza pubblica. Polizia ed Esercito hanno creato una nuova relazione con i gruppi armati intervenendo contro le AGC solo perché costretti dalle numerose denunce sulla loro presenza ma senza attuare in maniera coordinata e senza minimamente tutelare la sicurezza della popolazione civile che rimane in balia dei diversi gruppi armati illegali.
Tali progetti definiti di “sviluppo” non faranno altro che garantire potere e denaro a politici e investitori e costringeranno la popolazione a convertirsi in manovalanza a basso costo producendo ulteriore sfollamento delle zone rurali ed una urbanizzazione senza controllo, come ad esempio in una cittadina come Apartadò, che si articola con infiniti quartieri poveri e privi di infrastrutture basilari dove la microcriminalità, il traffico di coca, le bande giovanili dominano assoluti.