Vorrei poter parlare di pace...

Colombia

Vorrei poter parlare di pace, ma la coscienza mi impone, prima di tutto, di raccontare la realtà di questo Paese, lontana, non solo geograficamente, dai dialoghi in corso alla Avana.
Bande criminali (Bacrim), gruppi neoparamilitari, Urabeños, Rastrojos, Aguilas Negras, Clan Usuga... tanti nomi alla principale minaccia per la sicurezza di questo Paese.
La loro presenza si sente con forza in più di 22 regioni.

La loro violenza è la massima responsabile delle violazioni ai Diritti Umani.
In un, probabile (?), scenario di postconflitto, le bande criminali, così ufficialmente chiamate dal governo colombiano, rappresentano una serio pericolo per la costruzione di una pace stabile e duratura.
Ma chi sono le Bacrim? Un complesso fenomeno criminale che le autorità non sanno come affrontare? Il Paese è di fronte a una terza generazione di gruppi paramilitari?
Il governo dice che non ci sono gruppi paramilitari. Le FARC dicono che sì, persiste il fenomeno del paramilitarismo ed esige dallo Stato che lo smonti.
Molte comunità considerano che le attuali Bacrim stiano facendo come i gruppi paramilitari smobilitati nel 2005 e che stiano accumulando lo stesso potere.
Il potere raggiunto da alcune di queste strutture, come le Autodefensas Gaitanistas de Colombia (AGC) per esempio, sommato al controllo territoriale e alla loro presenza in più di 250 municipi del Paese, evidenzia che si tratta di un fenomeno più complesso di ciò che lo Stato “semplicemente” chiama fenomeno criminale.
Organizzazioni nazionali e internazionali sono state testimoni di quanto sta avvenendo con questi gruppi, a tutti gli effetti paramilitari. La Defensoria del Pueblo (organo istituzionale) continua a denunciare le pratiche di questi gruppi, proprie dei paramilitari: sparizioni forzate, sfollamenti, smembramento di corpi umani tra le tante. Per non parlare delle continue violenze contro i leader sociali, comunitari, contadini e indigeni.
Nel suo rapporto del 2015, Indepaz (una ONG colombiana) ha segnalato la presenza di 14 organizzazioni “narcoparamilitari” in 338 municipi del Paese. I dati della ONG segnalano le AGC come il gruppo armato con maggior dispiegamento di effettivi nel Paese, inclusa la regione di Urabà, dove operano i volontari di Operazione Colomba.
Crisi umanitaria nel Bagre, regione di Antioquia con sfollamento di più di 100 famiglie a causa delle azioni di gruppi paramilitari.
Le comunità di contadini e pescatori del Cacarica continuano a denunciare la presenza di un gruppo di 120 paramilitari delle AGC. Un contadino è stato torturato e in seguito assassinato.
Continua la violenza nel sud della regione Bolivar, dove il Clan Usuga continua a intimorire la popolazione di vari municipi con minacce, estorsioni, imponendo la “legge del silenzio”. Dopo la smobilitazione nel 2005 delle AUC gli abitanti di questa zona continuano a essere vittime di minacce, assassini selettivi ed estorsioni.
Le operazioni neoparamilitari continuano il loro corso a Buenaventura, città sulla costa pacifica.
Presenza paramilitare con assassini, minacce e controllo dell'uso della terra nel Curvaradò.
Detenzioni arbitrarie ai leader politici del corregimento di San Josè de Apartadò, tra le quali una madre di famiglia, arrestata e incarcerata con l'accusa di terrorismo, associazione per delinquere, narcotraffico.
Mentre alla Avana si parla di amnistia, pene alternative, indulto, umili contadini vengono arrestati e incarcerati con false prove e testimoni, questi ultimi ex guerriglieri ora collaboratori dell’esercito che nemmeno si son presentati in tribunale per formulare le loro accuse. Parliamo di pace o di repressione?
Mentre i massimi responsabili dei crimini più brutali sono ancora liberi, mentre gli ex presidenti della repubblica sono stati dichiarati immuni (ma non sono alcuni di loro i massimi responsabili dei massacri?), una donna madre di famiglia, leader di una associazione, attivista di un partito, viene, con l’inganno, catturata e sbattuta dietro le sbarre.
E dovrei parlare di pace?
Ma dov'è la giustizia? La verità? Il rispetto per la dignità della persona? Dopo 10 anni dal terribile massacro di Mulatos, ancora non è stata fatta nessun tipo di giustizia, nessuna condanna per i mandanti.
E questi, sono solo alcuni degli ultimi tragici fatti  messi a conoscenza da chi ancora non ha perso la forza e il coraggio di denunciare.
Lo Stato sta comunque preparando le basi per il post conflitto.
Chi racconta cosa sta avvenendo realmente nelle zone rurali di questo Paese?
Vorrei poter parlare di un Paese in pace, ma come chiudere gli occhi o tapparsi le orecchie di fronte a questa continua violenza?

S.