Cara Aurora, domani si cammina

Colombia

Cara Aurora,
queste parole non le leggerai, o forse chissà, mi verrà la tentazione di tradurle e fartele avere.
Come spesso capita nel tardo pomeriggio, son venuta a sedermi sul tronco di legno fuori casa tua e come sempre, tu eri li seduta con le tue care figlie, in chiacchiere amiche dopo una giornata di lavoro.

Nell’attesa della consueta riunione domenicale, Sofia mi chiede se e quando le Palomas andranno a Mulatos... io rispondo, e ti guardo, tu mi guardi e scuoti la testa: “perché tutte quelle ore di cammino e fatica, con questo caldo poi, e voi non siete abituate a tanta fatica, ahi no!”
“Aurora”, prendo fiato, “tu non sei mai stata all'aldea, cierto?”
Con uno sguardo penetrante, carico di dolore ma deciso, mi guardi nuovamente: “L'Aldea io l'ho conosciuta nel giorno più brutto della sua esistenza, l'ho conosciuta lì !”
Non ho più saputo risponderti, avrei avuto tante cose da dirti, ma lì per lì ho lasciato solamente entrare in me quelle tue parole e cambiando discorso ci siamo fatte una risata.
Tu l'hai conosciuta, e la conosci, più di qualunque altro, hai ragione Aurora.
L’hai vista nascere l'Aldea, sollevando il corpo di tuo fratello smembrato e seviziato dagli uomini, e per averla già conosciuta con quella morte, non hai mai più voluto rivederla.
So di quanto i tuoi figli avrebbero desiderato che almeno una volta, dopo quel terribile massacro, potessi rimettere il tuo cuore in quel luogo... ma si sono arresi al tuo dolore e all'idea che per te non c’è nulla da vedere.
Te l'hanno descritta a parole, perché nemmeno le foto sono per te fonte di “conoscenza”.
Ma avrei voluto, in quel momento, poter risponderti che il nostro camminare per ore e ore, che la nostra fatica fisica nell’accompagnare questa Comunità che tuo fratello tanto amava da uomo, leader e amico, è, per me, per noi, lezione di vita, di dignità, di giustizia, di profondo amore.
Avrei voluto poter risponderti che la memoria, pilastro portante di questa Comunità, è per voi ma anche per noi, fonte di salvezza.
Che in quel luogo, teatro di tanta atrocità, è rinata la speranza.
Che la morte di tuo fratello avrebbe potuto far morire tutti voi, invece vi ha fatto rinascere, più forti di prima!  
È un grande onore, cara Aurora, poter accompagnare i tuoi figli e quelli di tuo fratello lassù, e con loro la comunità intera.
Che non c'è fatica più dura, non c'è salita più ripida del tuo convivere con questo dolore e con la sua assenza.
Perché sì, è così, lui non c’è più. Punto.
Avrei voluto poter risponderti che con il tempo, lentamente, mi hai dato l'opportunità di entrare poco a poco nella tua “casa”, così preziosa ai miei occhi.
I tuoi figli mi hanno raccontato tanti aneddoti di tuo fratello, la gente della comunità racconta del leader e amico che era... e io vedendo te, la tua forza, la tua umiltà, il tuo portare avanti nella vita di ogni giorno così alti valori, rivedo lui... Luis Eduardo Guerra... e so che ne saresti felice.
La battaglia che tuo fratello portava avanti per difendere i principi della comunità, l’ha portato alla sua morte.
Ma qui si percepisce che le forze della morte sono vinte e assorbite dalla Vita.
Per questo celebrare la memoria di tuo fratello, cara Aurora, è riaffermare a tutti e a gran voce, che lui è ancora vivo.
E questo lo insegni tu, che hai saputo trasmettere ai tuoi figli e ai figli suoi quei valori così potenti da far paura, tanto da mettere fine alla vita di Luchito, ma non alla sua memoria, viva più che mai!
Alzo gli occhi, nella casa di fronte i ragazzi della scuola stanno pitturando, su di un lenzuolo bianco, lo scudo della Comunità di Pace.
Attorno, i nomi delle vittime del massacro del 21 febbraio…
Domani si cammina.

S.