Riconoscimento del Tribunale Superiore di Medellín alle vittime di Urubà

Colombia

La Comunità di Pace ha partecipato, insieme a molte altre vittime del municipio di Apartadò, all'udienza del Tribunale Superiore di Giustizia e Pace di Medellin per il conferimento di un riconoscimento in seno alla riparazione simbolica delle vittime prevista all'interno della legge 975 del 2005. Attraverso il sito del Tribunale, la Presidente della Sala del Tribunale Superiore di “Justicia y Paz” di Medellín (il magistrato María Consuelo Rincón Jaramillo), ha invitato la cittadinanza all'udienza  che si sarebbe realizzata per la “Giornata Nazionale della Memoria e della Solidarietà con le Vittime” sabato 9  aprile  2016, nel Municipio  di Apartadó, Antioquia.

L'invito è giunto anche a Padre Javier direttamente dal magistrato Rubén Darío Pinilla Cogollo, ex Presidente della Sala del Tribunale Superiore e presente all'udienza il quale ha chiesto al Padre di aprire la cerimonia con un momento liturgico. La partecipazione all'udienza  è stata accettata anche dalla Comunità di Pace di San Josè che ha avuto così l'occasione di raccontare la propria esperienza, come hanno fatto gli altri rappresentanti delle vittime giunti da diverse cittadine.

Il municipio è stato scelto dal Tribunale in quanto centro dell'Asse Bananero dove, a causa del conflitto, si sono avute più di tre mila vittime per delitti di sparizione forzata, omicidio, reclutamento illegale, sfollamenti e violenza di genere, commessi soprattutto dal Bloque  Bananero (gruppo paramilitare).
Con questo evento il Tribunale ha voluto riscattare l'ammirabile capacità delle vittime di far fronte  con integrità e dignità a tutte le avversità e ingiustizie che le massive violazioni dei diritti umani e del Diritto Umanitario Internazionale gli hanno procurato  a causa del conflitto armato interno.
Per questo la Sala del Tribunale ha ascoltato direttamente dalle vittime le loro esperienze ed aspettative, affinché  esse si potessero  sentire parte del processo di costruzione della riparazione. E' stato presentato anche un sentito omaggio alle vittime, come  azione di memoria, attraverso la consegna di una scultura di una pianta di platano, che caratterizza la cultura, la geografia e l'economia della regione e le cui foglie simboleggiano i pilastri della giustizia transizionale: verità, giustizia e riparazione, non ripetizione e riconciliazione. La Sala di Giustizia e Pace del Tribunale Superiore ha come missione conoscere la verità di ciò che è accaduto, applicare la maggior giustizia possibile per i crimini commessi – all'interno del processo di giustizia transizionale - e, ammesso che i partecipanti affermino il vero, fare sì che essi collaborino con la giustizia e riparino i danni causati alle vittime e risarciscano i pregiudizi sofferti. La Sala ha, inoltre, come intento quello di partecipare all'ottenimento della pace, della riconciliazione e della ricostruzione del tessuto sociale riconoscendo  il diritto della società a conoscere la verità, a salvare i fatti dall'oblio e a preservare la storia di ciò che è accaduto, con il fine di conservare la memoria collettiva del  passato ed evitare la ripetizione di detti crimini. Attraverso l'udienza la Sala del Tribunale ha voluto contribuire a dare visibilità al danno prodotto, unendosi alle vittime nel loro grido di Non ripetizione, partecipando alla ricerca di strumenti che permettano la ricomposizione del tessuto sociale e organizzativo, attraverso la costruzione di una  propria memoria storica.
Padre Javier ha aperto l'udienza con una riflessione tratta da un versetto del Profeta Isaia richiamando alla necessità di costruire giustizia per poter avere la pace e pregando per tutte le vittime del conflitto.  In una sala che poteva ospitare circa 120 persone si sono ritrovate più di 300 persone quasi tutte di Apartadò perché a causa di mancanza di fondi non è stato possibile finanziare il trasporto di coloro che vivono lontano dalla cittadina.
C'erano rappresentanti di varie associazioni di vittime in particolare del massacro della La Chinita (un quartiere di Apartadò dove le FARC assassinarono il 23 gennaio 1994, 35 operai), della Cauchera (villaggio nei pressi di Mutatà, dove nel 1997 furono uccise 26 contadini per mano  dei paramilitari del bloque Cordova), dei sindacati delle piantagioni di banane e di altri privati che hanno perso famigliari a causa di falsos positivos, sparizioni forzate, sfollamento e altre esecuzioni compiute dai paramilitari del blocco bananero che la Sala del Tribunale sta appunto investigando. In alcuni casi i magistrati presenti hanno potuto rispondere direttamente alle domande poste dalle vittime,  in altri hanno dato spiegazioni sul lavoro della Sala. Per la Comunità di Pace ha parlato Gildardo raccontando la storia della violenza contro i contadini di San Josè sin dal 1997 e della lotta portata avanti sino ad oggi dalla Comunità,  della presenza paramilitare e la complicità della forza pubblica e delle istituzioni dello stato e della giustizia.
Il magistrato Pinilla Cogollo in questi anni ha chiesto l'investigazione di membri della Forza Pubblica, di paramilitari, sindaci e figure politiche di spicco tra cui l'ex presidente Alvaro Uribe conosciuto quando entrambi erano studenti alla Facoltà di Diritto di Antioquia. Contro Uribe, Pinilla ha chiesto che si inizi una indagine per il supposto patrocinio dell'ex presidente al paramilitarismo.
Il magistrato ha affermato di comprendere molto bene la sfiducia della gente nei confronti delle istituzioni e di essere consapevole che non si può pensare che la legge di riparazione delle vittime possa essere esaustiva e proporzionata alle sofferenze che la gente ha subito in tutti questi anni.
Il magistrato ha concluso l'evento ripetendo più volte che per loro è stato un onore presiedere  tale udienza di fronte a tanta gente così coraggiosa e forte, e ha citato la Comunità di Pace come esempio di resistenza e resilienza, nonché di grande valore morale per tutto ciò che hanno fatto e vissuto in questi anni.

* Padre Javier conosce personalmente il Magistrato Pinilla di cui stima il lavoro svolto in questi anni all'interno del Tribunale Superiore. Il giudice avrebbe emesso diverse sentenze a favore delle vittime e, ogni anno nella ricorrenza appunto del 9 aprile, giornata nazionale delle vittime, il Tribunale  conferisce vari riconoscimenti.