Colombia: firmato il cessate il fuoco

Colombia

La notizia sul raggiungimento di un accordo tra la guerriglia delle FARC e il governo colombiano riguardante il punto 3 della agenda “cessate il fuoco e ostilità bilaterale e definitivo, deposizione delle armi e meccanismi di sicurezza per il transito delle FARC dalla vita guerrigliera a movimento politico” firmato il 23 giugno alla Avana è uscita sui quotidiani di tutto il mondo.

Non è sicuramente un accordo qualsiasi, si tratta infatti di uno tra i più attesi di questo processo di pace.
Le FARC non hanno ancora deposto le armi, lo faranno solamente quando avverrà la firma dell'accordo finale, in un processo che durerà circa sei mesi e che metterà fine al conflitto armato tra lo Stato colombiano e l'insurrezione più grande del Paese.
Nonostante il grande passo avvenuto alla Avana, non possiamo rimanere indifferenti se pensiamo alla situazione attuale che vive il Paese, soprattutto nelle zone rurali.
Il patto raggiunto alla Avana non sarà esente da gravi rischi come la lotta armata della guerriglia dell'ELN (governo e ELN non si sono ancora seduti ad un tavolo di trattative) e la forte presenza di gruppi paramilitari testimoniata da organizzazioni nazionali e internazionali.
Potranno questi attori armati ostacolare il processo di pace con le FARC, al meccanismo definito come “Zona de Concentraciòn Veredal” dove si concentreranno gli uomini e le donne della guerriglia?
Per Eduardo Álvarez, intervistato da Verdadabierta, uno dei maggiori rischi è l'intenzione della guerriglia dell'ELN di occupare i territori che le FARC lasceranno e appropriarsi della rendita illecita, tra cui narcotraffico, sfruttamento minerario e l'estorsione, così come l'interesse delle organizzazioni criminali quali le “Autodefensas Gaitanistas de Colombia”.
“Il problema avverrà quando questi gruppi entreranno in disputa per il territorio davanti l'assenza delle FARC e ciò che succederà come prima cosa sarà un impatto umanitario che verrà riflesso sopratutto nello sfollamento” ha precisato Álvarez. La preoccupazione a breve termine, aggiunge, “è cosa farà lo Stato per occupare questi spazi e chiudere queste crepe di legittimità, sicurezza e giustizia”.
Esistono inoltre altri tipi di violenze che rimangono nell'ombra e che non rientrano nelle grandi cifre delle vittime del conflitto armato. Álvarez, su questo punto, ha affermato che se ora i massacri e i grandi sfollamenti non sono più il pane quotidiano come prima, questa violenza “eccessiva e visibile” si è ora trasformata assumendo forme meno scandalose in ambito nazionale, ma gravissime a livello locale, come minacce, volantini intimidatori o sfollamento goccia a goccia.
“Finché lo Stato non mitiga o termina queste violenze quotidiane e non genera fiducia tra la popolazione, non ci saranno molte probabilità di implementare gli accordi di pace” ha affermato l'intervistato.
“Oggi c'è bisogno di direttive chiare che proibiscano ai membri della forza pubblica di ritenere come nemico da distruggere i difensori dei diritti umani”, ha avvertito Jorge Molano, avvocato e integrante della rete dei difensori di diritti umani non istituzionalizzati “DH Colombia” intervistato anch'esso da Verdadabierta.com.
“Oltre alle costanti minacce, l'impunità giudiziaria del 99% sta diventando un incentivo per gli attori armati a rimanere tranquilli e continuare ad attaccare, sapendo che non verranno perseguiti” sono le parole di Carlos Guevara, coordinatore del sistema di informazioni del gruppo “Somos Defensores” sempre intervistato da Verdadabierta.com.
“Somos Defensores” ha registrato che alcuni dei luoghi più preoccupanti sono l'Urabà Antioqueño, Buenaventura, Guapi, Tumaco, Huila, Tolima Catatumbo e Atlantico.
E' per questo, quindi, che la fine del conflitto non si riduce alla deposizione delle armi da parte delle FARC e alla sua concentrazione in certe zone del Paese.
Per arrivare ad una pace stabile e duratura, sarà necessario che lo Stato riempa gli spazi vuoti lasciati dalla guerriglia, ottenga la fiducia della gente che ha imparato a vivere sotto la legge dei gruppi illegali ed elimini tutti i tipi di violenze.
Stando così le cose, quanto è davvero vicina la fine della guerra in Colombia?

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