Ma quale Pace dopo la firma del nuovo Accordo?

Colombia

Durante l’ultima Assemblea generale della Comunità di Pace, padre Javier Giraldo, Gesuita colombiano e difensore dei Diritti Umani nonché accompagnante della Comunità di San José de Apartadò, ha esposto gli ultimi sviluppi del processo di Pace in Colombia dopo la firma del nuovo Accordo avvenuta il mese scorso.


A seguito della vittoria del NO al plebiscito del 2 ottobre, il Presidente Santos e il suo Governo in generale, hanno riconosciuto come portavoce del No solamente il gruppo di estrema destra capeggiato dal senatore (ex Presidete) Uribe, dal Procuratore Ordoñez, dall’ex Presidente Pastrana e da Marta Lucia Ramirez, ex ministro della Difesa, accettando che costoro facessero delle proposte di modifiche (circa 500!), sedendosi quindi al tavolo delle trattative. Una gravissima selezione se si pensa che, ad esempio, nelle regioni del Caquetà, Meta, Guaviare, Putumayo la maggior parte della popolazione ha votato No, non perché sostenitrice dell’estrema destra, ma semplicemente perché contraria alla smobilitazione delle Farc: “Chi ci protegge dall’entrata dei paramilitari se la guerriglia si smobilita?” commentava la gente.
Da questa scelta di ascoltare solamente una ristretta parte di coloro che hanno votato contro l’Accordo di Pace del 26 settembre scorso, sono state apportate preoccupanti riforme al testo per “obbedire” ai  dettami del gruppo di estrema destra.
Sul punto riguardante la Terra, si è accettato uno sviluppo rurale che non riconosce nuove zone di riserva contadine, ma la creazione di ZIDRE (zone di interesse di sviluppo rurale ed economico) che prevedono una alleanza tra impresari e contadini. Si è altresì accettato che lo sviluppo rurale del Paese debba essere uno sviluppo competitivo, principio che va solamente a favore delle Imprese e a completo svantaggio dei contadini colombiani, principali vittime del conflitto armato.
Anche sul punto riguardante la giustizia sono state apportate gravissime modifiche al testo, tra le quali l'eliminazione di Giudici Internazionali, con conseguente rifiuto del principio di giurisdizione universale per i crimini di lesa umanità, quali ad esempio la tortura, lo sterminio, lo sfollamento forzato, che per la loro gravità non sono considerati un'offesa solamente per il Paese dove sono stati perpetrati, ma anche per l’intera umanità. Le organizzazioni di vittime e i Difensori dei Diritti Umani potranno solamente portare documenti alla Giurisdizione Speciale per la Pace entro i primi due anni, ma non potranno muovere delle accuse, contrariamente a quanto era stato accordato primariamente. Chi andrà quindi a denunciare i crimini se alle vittime stesse del conflitto armato è stata tolta la facoltà di accusare i colpevoli? La Fiscalia e la Procuradoria, organi della giustizia colombiana noti per la loro enorme corruzione interna? Ricordiamo che in Colombia vige una impunità del 98%  in casi di violazione dei Diritti Umani.
L’altra gravissima riforma riguarda la forma giuridica del testo dell’Accordo di Pace che non entrerà a fare parte della Costituzione colombiana. Ciò significa che il nuovo governo che potrebbe subentrare alle prossime elezioni del 2018 avrà la facoltà di non riconoscere l’Accordo di Pace firmato tra l’attuale governo e la guerriglia delle FARC.
Si è quindi completamente sfigurato l’accordo siglato a Cartagena il 26 settembre scorso alla presenza delle più alte Autorità nazionali ed internazionali. La guerriglia inizia a dare i primi cenni di scetticismo di fronte soprattutto ai grossissimi problemi sull’implementazione dei primi punti  dopo l’approvazione al congresso.
E’ altresì probabile che tra le fila guerrigliere parecchi di essi rifiutino la smobilitazione, considerate le poche garanzie che il governo sta dando loro e l’avanzata paramilitare in molte regioni del Paese.
Sul punto riguardante la droga, nel nuovo accordo viene accettata la fumigazione come azione per l’eliminazione delle coltivazioni illecite, un cambiamento questo che danneggerà  le coltivazioni di riso, fagioli, mais, yuca... alimenti base della cucina contadina che verrà colpita dal veleno lanciato per terminare con le piante di coca.
Inoltre, contrariamente a quanto stabilito nell’articolo 27 dello Statuto di Roma (la qualifica ufficiale di capo di Stato o di governo, di membro di un governo o di un parlamento, di rappresentante detto o di agente di uno Stato NON esonera in alcun caso una persona dalla sua responsabilità penale per quanto concerne il presente Statuto e non costituisce in quanto tale motivo di riduzione della pena), è stata approvata nel nuovo testo l’amnistia per il Presidente e gli ex Presidenti della Repubblica, nonché, in disaccordo con l’articolo 28 dello Statuto di Roma (un comandante militare o persona facente effettivamente funzione di comandante militare è penalmente responsabile dei crimini di competenza della Corte commessi da forze poste sotto il suo effettivo comando o controllo o sotto la sua effettiva autorità o controllo[...]) non verrà applicato il principio di responsabilità dei capi militari e altri superiori gerarchici. Che ne sarà quindi dei più di 3000 casi di “falsos positivos” che vedono coinvolti l’Esercito Nazionale nell’assassinio di civili innocenti?

Come ripetuto ancora una volta anche da Todd Howland, rappresentante dell’Alto Commissionato per i Diritti Umani in Colombia, è molto preoccupante la situazione che si sta delineando nel Paese, con la gente che non sa cosa succederà, la poca attenzione alle cose pratiche e, mentre si continua a parla dei numerosi piani governativi per la implementazione degli Accordi, non se ne vedono ancora i risultati.