21 febbraio 2005 - La memoria

La memoria di Luis Eduardo Guerra, di Deiner, di Bellanira, di Alfonso, di Sandra, di Natalia, di Santiago e di Alejandro è viva.
Il 21 febbraio del 2005 queste 8 persone vennero barbaramente massacrate nella vereda Mulatos e Resbalosa di San Josè de Apartadò per mano dell’esercito e dei paramilitari delle AUC.
Nel villaggio principale della Comunità di Pace i volontari di Operazione Colomba condividono le giornate con la famiglia di Luis Eduardo e di Deiner.
I figli, la sorella, i nipoti che rappresentano la famiglia di sangue, l’intera comunità che rappresenta quella famiglia per la quale è stato disposto a donare la sua vita: la famiglia della lotta nonviolenta, della giustizia, del rispetto ma sopratutto dell’amore.

Parlavo con Sebastian l’altra sera, suo figlio sedicenne… aveva solo 3 anni quando suo padre venne ammazzato.
Non ricorda nulla di lui.
Lo conosce grazie alle testimonianze di chi, al contrario suo, ha avuto la possibilità di incontrarlo, di condividere con lui sogni e angustie.
E’ contento di sentir parlare di suo padre, di suo fratello Deiner perché “così ho la possibilità di scoprire qualcosa di nuovo di loro due...”.
Sebastian osserva le foto di suo padre, esposte qui nel villaggio, tutti i giorni grazie all’instancabile lavoro del sacerdote Javier Giraldo nel riportare i resti delle vittime nell’ossario costruito proprio all’interno della Comunità di Pace e all’imprescindibile lavoro sulla memoria portato avanti da questo piccolo gruppo di contadini.
Altre immagini si trovano nel chiosco e negli spazi comunitari come la Aldea Luis Eduardo Guerra, nel villaggio di Mulatos, che porta appunto proprio il suo nome.
E’ lì dove sono stati ritrovati i corpi di Luis Eduardo, Deiner e Bellanira.
Ed è proprio lì dove dal 2008 è sorta una piccola Aldea di Pace, di speranza, di vita su una terra bagnata dal sangue di una orribile mattanza.
Una lotta determinata della memoria contro la dimenticanza.
Ma qui, in questa piccola comunità, la battaglia contro el olvido è già stata vinta.
La Comunità di Pace ricorda ogni anno le 8 vittime di questo massacro, tra le quali anche Deiner, fratello maggiore di Sebastian di soli 11 anni: “Era solo un bambino con tanta voglia di vivere e mio zio un luchador impegnato nella difesa della vita e del territorio” commenta Bladimir, un nipote.
Da alcuni mesi si sente risuonare per il villaggio il nome Deiner.
La figlia di Luis Eduardo ha da poco dato alla luce un bambino.
In memoria del fratello, l’ha chiamato Deiner.
Riprendendo le parole di Eduard Lanchero: “I suoi morti sono entrati alla storia e sono la memoria costante della trasparenza di questo cammino; il sangue sparso è il riflesso della verità e la rettitudine delle loro azioni di fronte a tutti gli attori armati. Queste non sono solo parole che nascono da una euforia; chi ha avuto modo di entrare in contatto con questa comunità, è rimasto segnato dalle loro azioni di resistenza ed è per questo che dobbiamo ringraziare tutti questi lavoratori della dignità e della vita perché ci hanno mostrato un cammino reale del senso e della prassi della resistenza civile nel mezzo della guerra”.

S.