La scelta

Una scelta come quella di vivere nella Comunità qui sembra così naturale, così umana, dell’umanità che permette di sentirsi insieme, sorelle e fratelli, di vivere nel rispetto della terra Madre che ci nutre, di alimentarsi di valori come la solidarietà, la condivisione, l’attenzione nei confronti di chi sta accanto, di riconoscere il vero significato della vita.
Qui sembra quasi assurdo il contrario ai miei occhi.

Mi sembra assurdo che le persone in città scelgano più o meno coscientemente di vivere tra i compromessi di chi si spartisce il controllo dei quartieri, chiede e ottiene il pizzo e che colpisce le imprese che scelgono di non farlo, che gestisce il contrabbando di alcool, stupefacenti, carne, carburante, dello Stato che acconsente allo sfruttamento della terra incontrollato per il mero guadagno, che accetta di lasciare impuniti crimini, che dovrebbe dare garanzie ai cittadini e invece uccide.
Poi penso a lì, alle città in cui ci lasciamo trasportare dal flusso delle cose che “vanno fatte”, in cui consumiamo e consumiamo senza conoscere l’origine dei prodotti, senza sapere quale è il vero prezzo, le ore, i giorni di sfruttamento, le vite sfollate, le famiglie assassinate.
Vite sacrificate le une a interessi delle imprese, a un Sistema che schiaccia, le altre a un vortice di benessere materiale derivato da una colpevole e violenta ignoranza.
Qui oggi c’è il sole.
Ci sono i frutti saporiti di quasi 23 anni di lotta.
I monumenti alla memoria, pilastro della Resistenza, si trovano nel cuore dello spazio vissuto e attraversato quotidianamente.
Un passato duro quanto prezioso, che si fa costantemente presente, sfociato nella decisione di dare vita al processo della Comunità.
Questa scelta qui sembra così semplice, quasi inevitabile.
Presa da persone che spesso e volentieri ridono di gusto e ironizzano su sventure passate e presenti, che dormono in amache in caso di necessità, che condividono i pasti, gli spazi, le attività, che lavorano nel campo e hanno la terra sotto le unghie, che si prendono cura degli animali, che conoscono una grande varietà di piante e le loro proprietà, che seguono il ciclo dei raccolti e della luna, che hanno soprannomi bizzarri di cui alle volte meglio non chiedersi l’origine, che sono forti e abili in molte azioni estreme ma, non essendo abituate, sbattono contro porte a vetri e hanno timore di fronte alle scale mobili, che con fatica portano avanti un cammino per smontare dinamiche e atteggiamenti machisti, che si riuniscono ogni settimana, anche più volte, per confrontarsi sulle attività e sulla strategia da seguire collettivamente, che hanno visto con i propri occhi tutta la potenza della violenza, che hanno subito numerosi lutti nelle proprie famiglie per mano di militari, paramilitari e guerriglieri, che hanno ricevuto minacce di morte per non cedere terreni e per denunciare i soprusi, che hanno una coscienza politica profonda e hanno ben chiaro il disegno che sui propri corpi e le proprie terre si vuole realizzare.
Ciò che c’è oggi è la conseguenza di un percorso di riflessione, consapevolezza, rielaborazione, di una situazione stringente in cui era sorta la necessità di prendere una posizione.
Questo momento è arrivato anche in Europa perché noi che abbiamo la possibilità e il privilegio di poter scegliere dobbiamo farlo.
E.