Acrilico e vinile su tela

Per il prossimo anno, occasione in cui verranno celebrati i 200 anni dalla fondazione del Museo Nacional di Bogotà, le sue sale sono state completamente rinnovate.
Il desiderio di chi ha voluto dare una luce nuova al Museo è stato quello di creare delle sale in cui convergano i racconti della storia, della vita e della cultura colombiana da diverse prospettive.
Per questo si intrecciano storie di personaggi, di paesaggi e racconti che parlano la lingua di un  popolo che ha lottato, camminato e creato un tessuto culturale unico.
Anche se non tutte le sale sono ancora aperte al pubblico, è però già possibile vedere alcune opere d'arte e oggetti che parlano di memoria o, ancora meglio, di come custodire la memoria di ciò che è stato.
A volte fare memoria serve a promuovere il bene che si è compiuto, altre volte è un monito affinché non si ripetano mai più certe brutalità.
Come nel caso dei quadri di María Brígida Gonzáles de Cartagena, una tra le fondatrici della Comunità di Pace di San José de Apartadó che, attraverso la pittura, da anni racconta e custodisce la storia di una comunità contadina resistente.

Con una semplice tavolozza di colori, lascia a chi verrà la narrazione di un cammino di pace che è costato la vita a molti innocenti.
Lo scorso 21 ottobre, all'apertura di alcune sale del Museo Nacional di Bogotà, Operazione Colomba ha vissuto l'emozione di vedere una delle opere di María Brígida proprio lì, tra le pareti di un luogo che trasuda storia.
Il quadro ritrae il massacro del 21 febbraio 2005, dove persero la vita Luis Eduardo Guerra e altre 6 persone della Comunità di Pace, assassinate da un operativo congiunto di paramilitari e militari.
All’inaugurazione María Brígida non c’era, ma erano presenti altri rappresentanti della Comunità di Pace, amici, amiche e anche noi volontari di Operazione Colomba.
Parole emozionanti hanno commentato questo evento e questo quadro, espressione di un'umile contadina capace di trasformare il dolore in speranza con il tocco di un pennello.