Un altro compleanno

A volte uno sa da che parte stare, guardando semplicemente chi sta dall’altra parte” (L. Cohen)

Un altro compleanno, il ventiseiesimo, è stato festeggiato il 23 marzo scorso dalla Comunità di Pace di San José de Apartadó.
Si è rinnovato così il sogno di quel seme che, gettato dopo tanta morte e tanto dolore nella piazzetta della scuola di San José il 23 marzo del 1997, ha avuto tutto il diritto di germogliare e crescere.
Non era scontato.
Nemmeno loro pensavano che sarebbero riusciti ad affondare radici laddove le trame dello Stato erano quelle di sradicare cuori e persone, menti e progetti da quel territorio.
Eppure siamo stati testimoni ancora una volta, lo scorso 23 marzo, di come la forza della resistenza e l’audacia della verità a tutti i costi, anche a quello della propria vita, possano avere la meglio su ogni tentativo di corruzione e su ogni barbarie escogitata.
Quel seme, che è la Comunità di Pace, non è morto come i più volevano e desideravano, e come ancora alcuni auspicano.
Il seme, invece, è cresciuto in coscienza politica ed ecologica, in saggezza e strategia di fronte alle esigenze di vivere liberi nel proprio territorio e di poter godere dei prodotti della terra.
Nonostante tutti gli ostacoli che ancora oggi la Comunità è costretta a incontrare, come pietre di inciampo lungo il cammino di giustizia e pace che tanto desidera, lo sguardo con cui ogni suo membro guarda a chi le vuole ancora fare del male è sempre di totale rispetto.
Per questo, forse, con tanta determinazione sanno distinguere l’uomo dai sui errori, la piccolezza morale dall’altura etica e civile di chi vuole il bene e il giusto, sempre e comunque. E tutto senza giudicare chi la pensa in modo differente.
Anch’io mi ritrovo spesso a guardare i loro gesti semplici, le loro mani incallite, la pelle bagnata di sudore e i sorrisi che non sanno mai far mancare.
Vedo volti che nascondono storie terribili, ma che in qualche modo non litigano più con il passato per poter vivere appieno il presente, sperando chissà che ci possa anche essere un futuro diverso.
Mi immagino, poi, di guardare i volti di chi li minaccia, li perseguita, li accusa… volti raggrinziti dall’odio, ma molto più spesso volti sfigurati dalla sete di potere, dall’avidità e dall’ignoranza.
Allora sì, mi pare un compito più facile per la mia coscienza scegliere da che parte stare guardando semplicemente chi sta dall’altra parte.
E ho scelto.
Buon Compleanno Comunità di Pace!
Che il sogno si rinnovi ancora a lungo, finché non saremo capaci di riconoscerci come uguali.
Fino ad allora, sono sicura che cercheremo ancora mille volte l’ombra della vostra grandezza morale come riparo al nostro poco coraggio di dare la vita per ciò che si crede giusto.

Monica