Colombia: Scorta Civile dalla Comunità di pace a Bogotà

Accompagnamento di Reinaldo e Liliam a Bogotà - Dal 25.02.2009 al 03.03.2009

La mattina del 25 era previsto l'accompagnamento di Reinaldo (il contadino oggetto del tentativo di corruzione da parte dei militari) e Lilian (membro della Comunità a cui nel 2004 furono uccisi il figlio e il marito) a Bogotà per denunciare i fatti accaduti all' UNHCR, al MAPP – OEA (missione di appoggio al processo di pace in Colombia dell'Organizzazione degli Stati Americani) ed alla Defensoria del Pueblo (organo statale che tutela i diritti umani).


Dopo diverse ore di attesa e data l'impossibilità di usare i telefoni in quanto la linea era saltata a causa della pioggia, ci siamo recati noi stessi alla vereda de La Union a cercare Reinaldo che, diversamente da quanto ci era stato comunicato, non era ancora giunto a San Josesito. Lui stesso ci ha spiegato poi che non avendo avuto informazioni certe sul viaggio a Bogotà aveva preferito rimanere a La Union. Inoltre quella stessa mattina verso le 10, mentre stava bagnando il suo campo, era stato avvistato da due soldati, i quali hanno cercato di fermarlo. Lui, lasciato l'asino, è fuggito verso la montagna.

Siamo così scesi insieme ad Apartadò e partiti la notte stessa per Bogotà.

Nei giorni trascorsi a Bogotà li abbiamo accompagnati ad alcuni incontri:

  • un rappresentante del UNHCR ha ascoltato con attenzione le testimonianze ma dalle sue stesse parole si è capito che la situazione è molto complessa ed è molto difficile arrivare ad un cambio di atteggiamento da parte dello Stato e delle Forze Armate in relazione alle violazioni dei diritti.

  • Un referente del MAPP – OEA, pur mostrandosi molto pessimista in relazione all'esito della denuncia, si è impegnato a coinvolgere alcune ambasciate in un incontro che verrà organizzato dalla Comimotà.

  • Defensoria del Pueblo: dopo aver interrotto i rapporti con lo Stato in seguito alla strage del 21 febbraio 2005, la Comunità di Pace riapre il dialogo con le autorità incontrando nella sede della Defensoria del Pueblo due rappresentanti delle direzioni dei diritti umani dell'esercito e del Ministero della Difesa e membri della Fiscalia (organo di indagine dalla magistratura). Durante questo incontro la Comunità ribadisce che il dialogo con lo Stato può riprendere a condizione che vengano rispettate 4 richieste:

1) Istituzione di una Commissione di alto profilo internazionale che valuti il corretto svolgimento dei processi che riguardino le violazioni dei diritti subite dalla Comunità;

2) Istituzione e rispetto di zone umanitarie (aree territoriali dove la popolazione civile possa vivere senza essere coinvolta dal conflitto);

3) Rettifica delle accuse mosse dal Presidente della Repubblica Colombiano Uribe alla Comunità relativamente ai rapporti con le FARC;

4) Ritiro della forza pubblica da San Josè e riapertura del dialogo con la Comunità per stabilire come un posto di polizia possa esistere all'interno della Comunità.


In questa sede si è ricordata inoltre la sentenza 1025/07 della Corte Costituzionale la quale condanna l'impunità dei crimini subiti dalla Comunità di Pace e obbliga la Fiscalia, tra le altre cose, a realizzare report mensili per la Defensoria del Pueblo sullo svolgimento delle indagini. Questi obblighi sono però stati ampiamente disattesi in quanto ad oggi la Fiscalia ha prodotto una sola relazione.

Il Ministero della Difesa e la Fiscalia esprimono la loro disponibilità al dialogo e si impegnano a rispettare le linee guida della Corte Costituzionale e l'apertura di un tavolo di confronto permanente nei luoghi e con le modalità scelte dalla Comunità.

La Defensoria del Pueblo si impegna a convocare un nuovo incontro con il seguente ordine del giorno:

  1. Formazione della Commissione di valutazione sulla Giustizia;

  2. Valutazione di se e come il Ministero della Difesa abbia preso provvedimenti in relazione alle denunce avanzate dalla Comunità.