So tutto, sono in grado di sopportare tutto...

Colombia

So tutto, sono in grado di sopportare tutto... e sono certa che la vita è bellissima

...il dolore ha sempre preteso il suo posto e i suoi diritti, in una forma o nell'altra. Quel che conta è il modo con cui lo si sopporta, e se si è in grado di integrarlo nella propria vita e, insieme, di accettare ugualmente la vita...” ( Etty Hillesum)

Una nuova ferita si è aggiunta in questi ultimi giorni a tutte quelle che ancora bruciano sulla pelle dei contadini della comunità di pace di San Josè e su quella di molti altri che condividono con loro la stessa pena e la stessa assurdità del vivere nella morsa di un conflitto armato... Gilberto, mentre cercava uno dei maiali che si era inoltrato nella foresta, è saltato su una mina...è vivo ma probabilmente perderà il piede...che qui è come dire che perderà quasi tutto...

 

Assurdo che, trovandosi lui a circa 5 ore a piedi dal villaggio di san Josè e con tutti gli elicotteri dell'esercito che sorvolano l'area , non si potesse chiedere loro aiuto...assurdo anzi, che proprio da loro bisognasse stare lontano e prendere ogni misura per assicurare che Gilberto potesse essere trasportato, senza essere fermato dalle autorità militari e venire probabilmente accusato di appartenere alla guerriglia.

Trenta persone tra contadini ed internazionali si sono organizzati affinché a notte fonda, al buio e sotto una pioggia torrenziale Gilberto venisse trasportato, caricato su un'amaca, sino a San Josè ed infine in ospedale.

Un ospedale del tutto inadatto ad affrontare tali ferite, ma per poter inviare Gilberto in un'altra città con un nosocomio più attrezzato serviva l'autorizzazione del sindaco il quale non la voleva concedere perché quel contadino non aveva la carta d'identità... l'aveva perduta e con sé portava solo un foglio sgualcito dove dichiarava lo smarrimento.

Troppo poco per potergli salvare la vita; solo le pressioni internazionali e locali hanno fatto recedere il sindaco dalla sua decisione e permesso così a Gilberto di aggrapparsi alla speranza di essere operato...che vergogna, che “piccoli” uomini siamo diventati che misuriamo la vita e la morte di un altro essere umano tramite una carta d'identità!

Mi fa ribrezzo tutto questo e poi mi fermo e penso... e noi in Italia, siamo poi così diversi!?...rispedire al “mittente” un barcone di immigrati senza documenti o perché “presunti delinquenti” ha un sapore diverso? Come si lava una coscienza? con una legge, un'ordinanza, una menzogna, con la paura?!

Io ho conosciuto Gilberto, per me lui ha un volto, una voce, ma per voi che leggete è solo un nome, come mille altri, pieni di sofferenze, e mi chiedo: “cosa importa sapere chi è? non dovrebbe bastarci sapere che nostro fratello è saltato su una mina o è morto attraversando il mare mentre cercava una vita nuova?”.

Non so come voi siate capaci di affrontare e sopportare il dolore, ma so quanto sia difficile per me integrarlo alla mia vita e accettare ugualmente la vita.

... a volte devo chinare il capo e congiungere le mani... in preghiera... e rimanere così per ore seduta... so tutto, sono in grado di sopportare tutto... e sono certa che la vita è bellissima...” (Etty Hillesum)

Monica