Gennaio 2011

SITUAZIONE GENERALE

“...La nostra comunità è una lotta di costruzione di vita, è una luce di speranza per tutta la Colombia.  Ma è per questo che ci accusano di essere guerriglieri, miliziani e che stanno creando tutti questi montaggi a seguito dei quali temo si possa ritornare a un periodo di massacri e violenze diffuse. È davvero necessario cambiare questo sistema...”. È un membro della Comunità che parla, rispondendo alle accuse lanciate attraverso un programma televisivo che dichiara pubblicamente che il 99% dei membri della Comunità di Pace di San Josè de Apartadò sono guerriglieri.

Il programma viene trasmesso settimanalmente su “ Cable Noticias”, uno dei canali più importanti della Colombia, in mondovisione e nei vari aeroporti del paese, e condotto da Josè Obdulio Gaviria, ex assessore di  Álvaro Uribe.
Le edizioni andate in onda nei primi giorni dell'anno sono state in gran parte dedicate alla Comunità di Pace di San Josè de Apartadò e hanno visto come ospite il presidente dell'Associazione Vittime della Guerriglia Jaime Restrepo. All'interno del dialogo, molto ben costruito, tra Obdulio e Restrepo vengono lanciate forti accuse di
connivenza tra gli abitanti della comunità e la guerriglia, utilizzando foto, apparentemente datate, di alcuni di loro vestiti da guerriglieri e distorcendo il contenuto di alcuni video, tranquillamente reperibili nel web, e che non mostrano niente più di ciò di cui la comunità si occupa quotidianamente. I membri della Comunità controbattono affermando che si tratta di fotomontaggi, che si vanno a sommare a molti altri che in questo ultimo periodo vengono prodotti e resi pubblici.
Vengono poi indicati come membri delle FARC Gloria Cuartas, ex sindaco di Apartadò e parlamentare del gruppo democratico, personalità che sempre ha sostenuto e promosso la Comunità; Padre Javier Gilardo e la “Commissione interecclesiale Giustizia e Pace”, di cui quest'ultimo non fa più parte, definita come la prima ONG che da sempre aiuta e affianca la Comunità; infine viene chiamato in causa lo stesso rappresentante legale della comunità, accusato di essere il capo del 57.mo  fronte delle Farc. Le invettive di Obdulio proseguono. Nel mirino stanno ora anche le Organizzazioni Internazionali presenti sul territorio della Comunità di Pace e nelle zone umanitarie limitrofe, che vengono definite falsi difensori dei diritti umani, in quanto sostengono la guerriglia nascondendosi dietro la loro facciata di ONG.
Anche noi, volontari di Operazione Colomba, ci sentiamo intrappolati nella morsa della manipolazione e della distorsione delle informazioni, tanto più che operiamo con un mandato approvato dal Ministero dell'interno e quindi dal governo colombiano stesso. L'unica forza che abbiamo è la consapevolezza che quello che facciamo lo stiamo facendo in modo indipendente e trasparente.
Questo purtroppo è solo l'ultimo tassello di un serie di diffamazioni di cui tutti i gruppi internazionali sono spesso vittima: altre accuse provengono da un articolo pubblicato circa un anno fa sul sito ufficiale dell'esercito colombiano, dove si può leggere che :“[...] il territorio del quinto fronte delle Farc include un villaggio chiamato San Josè de Apartadò, che fu designato come Comunità di Pace a metà degli anni '90 a seguito di un piano proposto dalla diocesi cattolica.
L'idea era di creare un luogo dove la popolazione civile poteva vivere senza la paura dei paramilitari e la guerriglia. [...] Però la Comunità di Pace è  molto distante dall'essere neutrale, perché tiene una relazione molto vicina con i leader delle Farc fin dal principio. La Comunità è stata un rifugio per i ribelli feriti e ammalati delle Farc e serviva per immagazzinare medicine. I miliziani del gruppo armato si riunivano con i guerriglieri nel villaggio, dove sempre si avevano inoltre cinque o sei
membri di una ONG”.
Senza dubbio si tratta di un'accusa forte (nell'articolo originale era riportato il nome della ONG), ma soprattutto non comprovata (in Colombia non è necessario dimostrare ciò che si sostiene). Non ci si deve stupire, in questo paese tutto può succedere, persino che si getti del fango sull'operato di organizzazioni internazionali che agiscono di comune accordo con il governo perché si rispettino i diritti umani.
Probabilmente una ragione a questo tanto immotivato quanto grave attacco esiste e la si può rintracciare nell'imminente pronunciazione della Corte Interamericana per i Diritti Umani sul caso della comunità che riguarda la discussione delle “Medidas Provisionales” per la sua tutela.
Restiamo quindi in attesa che questa si pronunci, denunciando violazioni e cercando verità.

CONDIVISIONE E VOLONTARI

Nei primi giorni di gennaio ad affiancare Monica, Oreste, Angela e Alice è arrivato Andrea che si fermerà per tre mesi. Poco dopo la metà del mese Oreste ha però terminato il suo anno ed è ritornato in Italia. Poi, verso la fine del mese, è stata la volta di Angela che è partita per il Messico per lavorare ad un nuovo progetto.
Il 6 gennaio abbiamo festeggiato anche in Colombia l'arrivo della Befana, che è arrivata davvero: un “Befano”, giunto il giorno prima dall'Italia, si è travestito per l'occasione e con tanto di scopa al seguito! Abbiamo quindi chiesto ai bambini di portarci un calzino e lo abbiamo riempito con dolci e un regalino.
Dal 13 al 17 gennaio Oreste e Angela sono partiti per il loro ultimo accompagnamento alla vereda Mulatos, mentre Monica, Alice e Andrea si sono fermati a San Josesito. Per la partenza di Oreste abbiamo organizzato un piccolo momento di addio invitando per un caffè e un pezzo di torta molte persone della comunità: è stata una serata molto gioiosa, di festa e d'allegria.
Dal 20 al 24 gennaio è stato il turno di Monica e Andrea salire nuovamente alla vereda Mulatos per poi proseguire per trascorrere due giorni alla Resbalosa, dove era da settembre che non si trascorreva del tempo. Ad accoglierci la famiglia di J. che si è dimostrata assolutamente ospitale.
Qui i volontari hanno sbrigato semplici attività domestiche, cercando una complicità ancora più profonda che non è tardata ad arrivare.
Protagonista dei pomeriggi sono state le interminabili partite di calcio a cui hanno partecipato praticamente tutti. L'atmosfera si è così riscaldata ulteriormente, anche per l'arrivo inatteso di un altro familiare e dei suoi figli.
Le sere sono state occasione di scambi e di crescita, tra partite di domino e bicchieri di acqua e panela (zucchero di canna).
A fine mese è arrivato anche per Angela il momento di partire. Anche per lei abbiamo improvvisato una piccola festa, che è stata anche una preziosa occasione di condivisione. Un grazie di cuore ad Oreste e Angela!