Maggio 2011

SITUAZIONE GENERALE

In quest’ultimo mese le richieste di accompagnamento ai volontari di Operazione Colomba si sono concentrate nell'area di Cordoba dove le famiglie appartenenti alla Comunità di Pace, ma non solo, sono state minacciate da alcuni paramilitari affinché lasciassero i territori dove vivono.
La minaccia di possibili massacri, come già sono avvenuti nel passato, è stata sufficiente a creare un'ondata di panico e di insicurezza tra le famiglie che hanno, quindi, richiesto la presenza internazionale nell'area. Per intendere meglio le ragioni di tanta violenza bisogna ricordare che il dipartimento di Cordoba è tra i più ricchi della Colombia per la presenza di miniere di carbone, oro, nichel, ferro, nonché per le risorse idriche.

Molte veredas (fattorie), tra cui alcune anche della Comunità di Pace, si trovano in un'area interessata sia dall'estrazione mineraria, che dall'ampliamento del Parco Nudo Paramillo e dalla costruzione della diga Urra II, la seconda dell'area.
Per capire la complessità e l'intreccio degli interessi economici dello Stato, del narcotraffico e della politica nella regione, proponiamo di seguito la sintesi di un documento redatto dal CDCA (Centro Documentazione Conflitti Ambientali - www.cdca.it).
Inoltre, per un approfondimento maggiore sul tema, vi rimandiamo al seguente link del sito del CDCA: http://www.cdca.it/spip.php?article49.

LA DIGA URRA: STORIA, INTERESSI E SFOLLAMENTO
Il mega progetto della diga Urra, sul fiume Sinu, iniziò nel 1977 con i primi studi sul campo per la sua costruzione. Il progetto originale prevedeva la costruzione di due dighe: Urra I e Urra II. Nella conca alta del Sinu, la diga Urra II avrebbe inondato quasi completamente il territorio degli indigeni embera e gran parte del Parco Nazionale Paramillo; mentre più a valle la diga Urra I sarebbe servita come invaso supplementare. Inizialmente il progetto doveva essere finanziato dalla Banca Mondiale,
ma le ampie proteste mosse da associazioni ambientaliste e dalla società civile indussero  la Banca Mondiale a ritirare l'appoggio e a fermare il progetto. Nel 1992, a seguito di un periodo di crisi energetica in Colombia, la classe politica di Cordoba esercitò un'ampia pressione affinché si tornasse al progetto Urra. Memore delle difficoltà incontrate col vecchio progetto, propose però la costruzione di un solo invaso: Urra I. Per tale ragione si costituì l’impresa URRA. La discussione sul progetto iniziò quindi nel 1977, ma solo nel 1993 venne approvato ed ebbe inizio la costruzione della diga, con un costo di 850 milioni di dollari. Negli anni 1994-1995, per fronteggiare i catastrofici effetti della diga Urra, le comunità presentarono un piano di “Etnosviluppo”, che includeva progetti su salute, educazione, organizzazione, cultura, genere ed economia comunitaria.
Nel 1996 la popolazione che si opponeva alla costruzione della diga, occupò l’ambasciata svedese, paese membro dell'impresa Urra. Si svolsero due udienze pubbliche ambientali, cinque fori nazionali, alcune conferenze nelle università e nelle scuole, vennero inviati comunicati stampa. Per chiedere la tutela della popolazione residente venne presentato davanti alla Corte Costituzionale un ricorso, che sarà accolto nel 1998.
Nello stesso anno venne assassinato Alonso Domicó Jarupia, leader spirituale del popolo embera. Questo episodio diede inizio a una catena di omicidi di indigeni embera, accusati dai paramilitari di essere complici delle FARC. Per protestare contro l’ondata di violenza, gli embera occuparono l’ambasciata spagnola. Il 24 aprile 1999 venne ucciso Lucindo Domicó Cabrera, leader indigeno embera e portavoce delle comunità sulla questione della diga. L’impresa Urra, obbligata dalla Corte Costituzionale, realizzò nel 1999 la Consulta Previa per il riempimento della diga.
La consultazione con la popolazione locale avvenne tra enormi difficoltà, a 30 chilometri di distanza dalla zona interessata, mentre i gruppi paramilitari lavoravano per isolare e mettere a tacere i rappresentanti dei villaggi. La consulta si risolse quindi in una pura formalità, mentre l’impresa  e il Ministero dell’Ambiente finirono col concordare, nonostante l’opposizione della popolazione intervenuta  alla consulta, il riempimento dell'invaso di 417 ettari della Riserva Indigena EmberaKatio e lo sfollamento di centinaia di indigeni e contadini.
Nel giugno del 2001 venne sequestrato e poi ucciso il leader indigeno Penia Kimy, uno dei più importanti leader nella lotta contro Urra (nel gennaio del 2007 l'italo-colombiano Salvatore Mancuso, uno dei principali capi del paramilitarismo a Cordoba, ammetterà che furono proprio i suoi uomini ad assassinare Kimy Penia).
Nell'agosto del 2007 il Ministro per le Miniere e l’Energia, sebbene il governo colombiano nel 1995 avesse accantonato l'idea della costruzione della diga Urra II, lancia la proposta di riprendere il progetto, affermando che ciò rappresenta l’unica soluzione alla problematica delle inondazioni nella regione. Per gli indigeni e per il governatore di Cordoba tale decisione rappresenta, invece, l’ennesimo attentato contro l’ambiente e le popolazioni.
Le dimensioni previste per Urra II sono di ben cinque volte superiori alle dimensioni di Urra I. Il 26 luglio 2008, a Santa Cruz de Lorica (Cordoba), viene diffusa la Dichiarazione Pubblica dei Popoli latinoamericani colpiti dagli impatti generati dalla costruzione e dal funzionamento delle dighe necessarie allo sviluppo del piano idroelettrico dell’Alto Sinu; il 14 marzo del 2009 nel XII giorno di Azione internazionale contro le dighe, la Rete di lotta contro le dighe più importante
dell’America Latina chiede ai governi della regione di sospendere i progetti idroelettrici e di rifornimento dell’acqua che comportano gravi impatti ambientali e sociali.
Nel maggio del 2009 centinaia di contadini dell’Associazione di produttori per lo sviluppo comunitario della Ciénaga Grande del Basso Sinu (Asprocig) manifestano pacificamente per denunciare la situazione in cui sono costrette a vivere 75 famiglie vittime di intimidazioni continue da parte di proprietari locali affinché abbandonino le loro terre. Nonostante tutti i comunicati, le proteste e le dichiarazioni da parte di indigeni, contadini, pescatori e associazioni in difesa dei diritti umani, il progetto Urra II però non si ferma.
Il 12 maggio 2009 il Ministro delle Miniere e delle Energie, Hernán Martínez, convoca un nuovo incontro a Monteria (Cordoba) per presentare il progetto idroelettrico Rio Sinu o Urra II. In quest’occasione dichiara che il bacino d’acqua necessario non sarebbe di 72.000 ettari, ma di 53.000 e insiste sulla necessità del progetto, previsto per il 2011, non tanto per la produzione di energia, ma piuttosto per il controllo delle inondazioni del Rio Sinu.
Il 22 maggio 2009 vengono sfollati dei contadini per la costruzione della nuova centrale idroelettrica Urrà II. La costruzione della seconda diga da parte della società Urrà ha, quindi, danneggiato ulteriormente le coltivazioni e la vita delle popolazioni indigene Embera Katio, come quella dei pescatori e dei contadini della zona.
La costruzione ha visto, infatti, l’inondazione di migliaia di ettari, la deviazione dei corsi d’acqua e, quindi, lo stravolgimento del ciclo idrico della regione. Come fa notare uno studio del Censat (2001), il progetto è stato realizzato causando una serie di gravi impatti sociali e ambientali, nonostante la diga sia in grado di produrre solo il 3% (340MW) di tutta l'energia prodotta in Colombia (9.800 MW). Secondo i mezzi di comunicazione “è così che Urra si contende il primato per l’inutilità con la diga Balbina in Brasile.”

CONDIVISIONE E VOLONTARI

Con la partenza di Emanuele, che ringraziamo per la sua condivisione, e l'arrivo di Alessandra, i volontari seguono accompagnando la Comunità di Pace in un momento intenso e intriso di minacce. Come detto, l'area di Cordoba continua a essere teatro di violenze a causa degli enormi interessi in gioco. Per dare ancora più incisività a questo documento del CDCA, abbiamo raccolto la testimonianza di un membro della Comunità di Pace che ha vissuto il precedente sfollamento, per la costruzione
della diga Urra I. Vi invitiamo a leggere il suo racconto pubblicato sul sito dell’Operazione Colomba al seguente link:
http://www.operazionecolomba.it/index.php?option=com_content&view=article&id=998:dalla-colombia&catid=83:notizie-dalla-presenza&Itemid=231