Gennaio 2014

SITUAZIONE ATTUALE

Uno dei temi forti sui quali si sta discutendo animatamente in Colombia, così come in tutta l'America Latina, riguarda l'estrazione mineraria che rappresenta il motore primario dell'economia colombiana. Già in altri Report abbiamo parlato dell'argomento, sottolineando le problematiche riguardanti la presenza di numerose miniere illegali nel Paese e di come il mancato rispetto delle norme caratterizzi anche le cosiddette miniere legali. Sicuramente la questione più grave riguarda il coinvolgimento degli attori armati che, approfittando della clandestinità nella quale operano i lavoratori di questo settore, distruggono l'ambiente, ricattano i commercianti per ottenere il controllo del negozio dei minerali e riciclano il denaro guadagnato per mezzo di altre attività illecite. Un altro problema riguarda invece il danneggiamento del territorio da parte delle imprese minerarie. Nel Report di agosto 2013 avevamo parlato di un'impresa, la Drummond, di proprietà dell'americano Garry Drummond, produttore di carbone dell'Alabama, accusato di corruzione e violazione di Diritti Umani. Quest'impresa deve ora rispondere a diverse denunce che la incriminano per danni ambientali.
Di seguito riportiamo alcune parti di un articolo estratto dalla rivista Semana.
Le ultime settimane sono state nere per la Drummond, la seconda impresa produttrice di carbone nel Paese. Oltre ad essere multata per lo spargimento di carbone in mare, la compagnia è oggetto di varie investigazioni che potrebbero concludersi con una sanzione milionaria. Diversi sono stati i provvedimenti dalla fine del 2013 quando la Anla (Autoridad de Licencias Ambientales) ha annunciato una multa per 6.965 milioni di pesos (circa 3 milioni di euro) a carico della Drummond per il versamento in mare di circa 500 tonnellate di carbone dovuto ad un incidente nell'imbarcazione che trasportava il carico all'inizio dell'anno passato. Due settimane fa Luz Helena Sarmiento, Ministro dell'Ambiente, ha sospeso le operazioni di carico del carbone nel porto di Cienaga (Magdalena) per la mancata messa in regola del sistema di norme al quale deve fare riferimento questo genere di imbarcazioni. La Superintendencia de Puertos, inoltre, ha imposto all'impresa un'ulteriore pena pecuniaria di 1.540 milioni di pesos (circa 650 mila euro) per i 5 giorni durante i quali il carbone veniva caricato irregolarmente. La settimana scorsa la Controlaria General de la Republica ha annunciato che sono in corso due processi per responsabilità fiscale per più di 134.000 milioni di pesos (quasi 56 milioni di euro) e rimane aperta un'altra investigazione per irregolarità nel pagamento delle tasse. A questo si aggiungono le investigazioni del tribunale per lo spargimento di carbone in mare avvenuto nel gennaio dello scorso anno a largo della costa di Santa Marta.
Questi provvedimenti hanno aperto un grande dibattito nel Paese. Da una parte c'è chi dice che il Governo sta usando l'impresa come capro espiatorio per dimostrare che protegge l'ambiente, castigando esageratamente la Drummond; dall'altra, analisti e ambientalisti, affermano che il Governo ha preso in mano la situazione troppo tardi dato che questi fatti non sono nuovi e che gli abusi e le violazioni delle multinazionali a livello ambientale proseguono da molto tempo.
Un fatto è chiaro. Con le sanzioni degli ultimi giorni il Governo ha voluto lanciare un messaggio a tutto il settore minerario: il Paese non è disposto a tollerare ulteriormente chi danneggia l'ambiente in cambio di  agevolazioni. Fino a questo momento le Istituzioni sono state molto morbide nei controlli dato che non esistevano istituti giuridici forti in grado di far rispettare le norme e la priorità era incoraggiare gli investimenti stranieri nel Paese. Solo negli ultimi anni sono stati creati due Enti con il compito di verificare il reale adempimento delle norme da parte delle imprese minerarie (l'Agencia Nacional de Mineria e l'Agencia Nacional de Licencias Ambientales).

CONDIVISIONE E LAVORO - VOLONTARI

Dopo la fine delle festività il ritmo di vita in Comunità è tornato alla normalità. Il mese di gennaio nella “casa” delle colombe è stato segnato, invece, da molte novità e avvicendamenti nel gruppo presente sul campo. I primi giorni di gennaio ha fatto ritorno alla Holandita Marco, che si è fermato con noi per circa tre settimane. A metà gennaio ha fatto rientro Silvia che, dopo il mese di stacco in Italia, tutti aspettavano con ansia; con lei è arrivato anche Claudio, un nuovo volontario che si appresta a vivere questa nuova esperienza in terra colombiana. A fine mese ci ha salutati Giorgia che farà ritorno in Comunità a fine febbraio. Il gruppo è stato occupato come sempre in vari accompagnamenti in città con i membri del Consiglio Interno e in altri accompagnamenti nelle veredas più lontane: uno a Mulatos e nei villaggi della Comunità nella regione di Cordoba, dove si è svolta una riunione per l'organizzazione del lavoro nella zona; l'altro nella vereda Arenas Altas nella quale continua l'attività di semina e raccolta dei coltivi.
Anche questo mese non sono mancati i giochi e i momenti di condivisione alla Holandita: disegni, partite a calcio e grandi sfide di domino la sera.