Giugno 2015

SITUAZIONE ATTUALE

In tutto il mondo la responsabilità ufficiale dell'escalation del conflitto, che sta portando con sé gravi conseguenze sul tavolo delle trattative  alla Avana, è stata imputata agli attacchi delle FARC contro la forza pubblica colombiana in queste ultime settimane.
Vorremmo quindi proporre una prospettiva differente del conflitto che si fonda  su un'altra domanda: “si potrà davvero ottenere la pace mentre la guerra civile continua a mietere vittime? Quali sono le responsabilità sulla rottura  della tregua? ”.
Qui di seguito una sintesi dell'articolo del giornalista Hernando Lopez (www.semanariovoz.com/2015/06/19/santos-habla-de-paz-pero-alienta-la-guerra).

Il Paese nazionale, come ha detto Jorge Eliecer Gaitan (politico e giurista assassinato nel 1948), ha respirato tranquillo dopo l'approvazione alla Avana del Documento atto a definire la Verità, la Convivenza e la Non Ripetizione dei fatti. E' questa una delle decisioni più importanti e trascendentali dato che sarà lo strumento, assieme alla testimonianza delle vittime e al documento elaborato dalla Commissione Storica sulle cause e i fatti del conflitto, per circoscrivere quanto successo ed identificare i responsabili delle violazioni al diritto internazionale umanitario e dei delitti di lesa umanità.
Ciò nonostante, si sono intensificate le azioni armate e violente delle parti in conflitto. Il Governo ha ordinato più operativi per radere via terra e con bombardamenti gli accampamenti delle FARC-EP (uccidendo più di 40 combattenti in 2 giorni di attacchi, ndr), mentre queste ultime hanno aumentato gli atti di sabotaggio e i combattimenti contro la forza pubblica.
Il detonatore, come solitamente succede con il Governo, è stata la morte del tenente colonnello Alfredo Ruiz Clavijo, dell'intendente Juan David Marmoleo e di un civile che circolava per la via dove è stata eseguita l'imboscata ad opera delle FARC.
La stessa versione ufficiale di sempre, che i mass media riproducono con gran sensazionalismo, siano essi catene radiofoniche, televisioni private o indipendenti.
Quando la guerra tocca la parte ufficiale, come successo per i deplorevoli fatti del Cauca con la   morte di vari militari, il Governo minaccia, da' ultimatum e intensifica le azioni militari contro le forze armate rivoluzionarie.
Tutta questa spirale della guerra è il risultato di un Governo che non ha rispettato la tregua unilaterale delle FARC-EP proclamata a dicembre del 2014.
Il minimo che ci si dovrebbe aspettare, invece, è che il Governo rispettasse la tregua unilaterale e non pretendesse di ricavare dei vantaggi militari dalla stessa.
Nonostante la situazione tesa e le pressioni della destra al debole Presidente Santos, l'insurrezione ha ripetuto il proprio compromesso con la pace: “la fede della nostra organizzazione di raggiungere un accordo finale con l'attuale governo resta inamovibile. Il processo di pace continua ad avanzare, magari non così velocemente come tutti vorremmo, però con le virtù di sopravvivere a circostanze molto difficili”.
Vari analisti e promotori dei dialoghi di pace hanno segnalato che, come mai prima, si richiede il cessate il fuoco bilaterale per calare il conflitto e allontanare le atrocità della guerra dal tavolo dell'Avana. “Dal primo avvicinamento avuto con il Presidente Santos, le FARC-EP pianificarono che le conversazioni si sviluppassero nel segno di un cessate il fuoco bilaterale, e tutto il mondo sa che questa è stata un'altra delle nostre posizioni inamovibili. Perché la guerra è brutale, produce morti, feriti, distruzione e devastazioni. Perché incrementa l'odio” ha scritto pochi giorni fa il comandante della guerriglia.
E' l'unica forma di fermare la guerra e le atrocità che la stessa genera.
L'ostinazione di Santos, sotto pressione dalla cupola militare e dai nemici della pace, impone il dialogo nel mezzo della guerra, con la tragedia del confronto armato. Non è possibile giocare con il fuoco: parlare di pace all'Avana mentre in Colombia risuonano le bombe e gli spari, validi per il Governo Nazionale, quando gli sono favorevoli.

CONDIVISIONE E LAVORO - VOLONTARI

Nei primi giorni di giugno AleZ e Paolo sono rientrati in Italia. Come sempre preziosa la presenza di Alessandra e "speciale" la permanenza di Paolo che torna a casa portando con sé un po' del "realismo magico" di questa resistenza. Diamo inoltre il benvenuto a Chirstopher che inizia il suo cammino nella Comunità di Pace. Anche Monica e Giorgia sono ritornate a San Josecito nel corso del mese.
Come già paventato dalla rottura del cessate il fuoco proclamato dalle FARC più di un mese fa, sono ripresi i combattimenti in tutto il Paese tra l'esercito e la guerriglia. Nella zona dell'Urabà antioqueño e specialmente nel municipio di San Josè de Apartadò nelle ultime due settimane del mese si sono registrati duri combattimenti che hanno visto la popolazione civile trovarsi nel mezzo dei due fuochi, come avvenuto nel centro urbano di San Josè e nel villaggio di Buenos Aires, punto di passaggio di numerosi contadini che scendono o salgano dai vari villaggi tra cui Mulatos e Resbalosa.
Il 27 giugno 2012, Eduard Lanchero, membro, filosofo della Comunità di Pace, lasciava la vita terrena dopo una lunga e dolorosa malattia. Alle ore 2:00 del mattino di tre anni dopo, la Comunità di Pace si è nuovamente stretta intorno alla tomba del suo leader per commemorare la sua dipartita, per ricordarlo e ricordarsi delle sue parole e della sua dedizione totale al processo di resistenza di questa Comunità. Prima della Santa messa celebrata da padre Javier, commoventi i ricordi dei fratelli e della mamma di Eduard raggiunti nella notte telefonicamente.
Lo stesso giorno si è tenuta l'assemblea generale della Comunità di Pace che vede riunire tutti i membri dei vari villaggi, per un momento di riflessione, laboratori formativi e lavori di gruppo.