Gennaio 2017

SITUAZIONE ATTUALE

Sono state difficili da digerire le parole del Ministro della Difesa colombiano Villegas rilasciate in un’intervista radiofonica lo scorso 11 gennaio: “Non c’è paramilitarismo in Colombia e accettare la sua esistenza significherebbe dare delle garanzie politiche a chi non se le merita. Ci sono assassinii ma non sono sistematici. Se lo fossero sarei il primo ad ammetterlo”. Il Centro Nazionale di Memoria segnala che su un totale dei 1123 municipi del Paese, in 339 c’è la presenza di “gruppi armati illegali post smobilitazione” principali responsabili in Colombia delle violazioni dei Diritti Umani. (L'articolo prosegue sul nostro sito, clicca qui).

CONDIVISIONE, LAVORO E NOVITA' SUI VOLONTARI

Il mese di gennaio i volontari sono stati impegnati in accompagnamenti soprattutto nei villaggi di Mulatos e La Esperanza. La ragione principale di queste richieste di accompagnamento sono state dovute alla forte presenza paramilitare delle AGC in molti villaggi in cui sono presenti le famiglie della Comunità di Pace. Tali gruppi armati stanno sistematicamente occupando il territorio, minacciando la popolazione civile e obbligandola a sottomettersi al loro dominio. Le minacce di morte a chiunque denunci la loro presenza si sommano a quelle contro la Comunità di Pace, visti come “nemici numero uno”. Nonostante le numerose allerte e comunicati fatti arrivare al Governo da organizzazioni governative e non, ad oggi (31 gennaio) non c’è stato ancora nessun tipo di intervento né della Forza Pubblica né dello Stato a supporto della popolazione civile che sta vivendo momenti di grave rischio della vita o di sfollamento. In Comunità la gente cerca di ritagliare, nonostante la difficile situazione, momenti di svago con qualche calcio al pallone, i giochi dei bambini nei pomeriggi e una serata con pizza per ben 100 persone!
Nei primi giorni del mese è arrivata Silvia che si è dovuta subito misurare con i cammini in mula ed i momenti di forte condivisione con la gente. Ringraziamo Caterina che dopo tre mesi rientra in Italia e che ha lasciato sorrisi e grande disponibilità verso tutti. A lei buon cammino di giustizia ovunque sarà. Silvia, lungo periodo, è invece rientrata in Italia da dove continua a seguire ed appoggiare il progetto.