Marzo 2017

SITUAZIONE ATTUALE

A marzo la Comunità di Pace di San Josè di Apartadò ha festeggiato 20 anni di vita, di lotta e di resistenza nonviolenta. Un evento atteso, preparato e molto sentito da tutti i membri della Comunità di Pace. Pochi di loro, quel lontano 23 marzo del 1997, avrebbero potuto pensare di arrivare a festeggiare questo anniversario. Quando la Comunità nacque la risposta dello Stato fu violentissima, solo pochi giorni dopo il centro abitato di San Josè venne bombardato e i rifornimenti alimentari tagliati.

Alla violenza della guerra e dei gruppi armati si aggiunse la fame, ma questo non “convinse” i fondatori ad abbandonare il progetto. In nessun modo avrebbero preso parte alla guerra, ma neanche si sarebbero più sfollati, a costo della vita.
E in tanti, troppi, proprio la vita sono stati costretti a dare per costruire e difendere questo progetto di vita, di dignità e di pace vera che è oggi la Comunità di Pace. Perché, come affermano loro stessi: “Noi la Pace, quella vera, la costruiamo ogni giorno col nostro lavoro e le nostre vite”.
La mattina del 23 marzo, intorno alle 5:00, chi dormiva in CdP è stato svegliato dalle voce squillanti che uscivano dall'altoparlante della Comunità e che auguravano: “Buon compleanno Comunità di Pace! Oggi festeggiamo 20 anni di vita! Sveglia!”, seguite dalle note e dalle parole dell'Inno composto molti anni fa da uno dei suoi fondatori, anche lui ucciso. Già alle 6:00, tutta la comunità con gli occhi assonnati, ma i sorrisi grandi, era radunata in cerchio vicino alla cupola e al monumento alla memoria dove sono sepolti molti dei membri della comunità che furono assassinati, tra cui le vittime del massacro del 2005 a Mulatos e Resbaloza. Un cerchio della vita in mezzo a chi non c'è più, proposto dagli amici di Tamera per iniziare la giornata di festeggiamenti, mentre anche in altre parti del mondo, dove l'associazione è presente (Brasile, Palestina, Europa,...), altre persone si radunavano allo stesso modo a simboleggiare la connessione tra tutti gli uomini.
Quelli presenti e quelli assenti, ma comunque presenti, perché come afferma uno dei suoi membri: “non possiamo dimenticare nessuno dei nostri compagni che hanno dato la vita per la Comunità. Questa di oggi non è solo una festa, ma una commemorazione vera e propria perché tutti loro hanno contribuito e noi li ricordiamo”.
Una giornata molto intensa in cui sono giunti in Comunità anche i rappresentanti di diverse Ambasciate Europee (Norvegia, Svizzera, Francia, Germania, Belgio, Unione Europea) tra i quali, per la prima volta, anche di quella italiana. L'Ambasciatrice Caterina Bertolini durante il suo intervento ha ringraziato i volontari di Operazione Colomba per il loro lavoro e per “essere ponte”. L'Ambasciatrice ha anche portato i saluti del Viceministro agli Esteri Mario Giro.
Oltre ai rappresentanti delle ambasciate, nei giorni precedenti al 23 marzo sono poi giunti dall'Europa anche gli amici della grande delegazione della rete di sostegno alla Comunità di Pace (tra cui dall'Italia Luigino Ciotti, attuale presidente di Colombia Vive!) e tanti altri amici colombiani da diverse parti del Paese e dalle veredas vicine.
“Questo è stato un compleanno diverso dagli altri” ha commentato Brigida, membro storico della comunità “perché sono arrivate tantissime persone che hanno accompagnato in tutti questi anni, alcuni fin dalla sua nascita, la Comunità di Pace. Chi non è potuto venire ha mandato messaggi, lettere, video di sostegno e vicinanza. Per noi è un onore che siano venuti i rappresentanti di tante ambasciate, ma è un vero privilegio che sia arrivata anche tutta questa gente e tanti accompagnanti. E' una giornata di grande allegria, una emozione enorme”.
Tutti arrivati certamente per prendere parte ai festeggiamenti, ribadire ed esprimere la loro solidarietà e sostegno alla comunità, ma anche per partecipare all'Università Campesina tenutasi nei giorni precedenti al compleanno. Sempre Brigida racconta che la prima Università Campesina si tenne nel 2004, a fronte del blocco economico che esercito e paramilitari, imposero ai contadini di San Josè: “L'idea fu quella di creare una Università senza professori e studenti, una Università dove semplicemente si potessero condividere e scambiare i saperi sulla resistenza e sull'autonomia alimentare, necessaria alla resistenza. L'idea era quella di trovare un modo per diventare autonomi e potere resistere. Cosa che ovviamente non piace al sistema capitalistico. L'Università Campesina nata qui in Comunità, in realtà è anche una Università itinerante, alcune edizioni si sono svolte anche nelle comunità indigene del Cauca, a Santa Marta e in altre veredas della comunità come Arenas Altas. L'idea è trattare temi legati alla terra, alla salute, agli alimenti, ma anche alla parte giuridica. L'esperienza dell'Università ci ha rafforzato, perché ci ha aiutati a diventare autonomi in molte cose”. E difatti anche in questa occasione, i saperi trasmessi durante le classi di medicina, salute, autonomia alimentare e parte giuridica, sono andati nella direzione di accrescere le capacità e l'indipendenza di chi vi partecipava in quei campi, ma soprattutto anche di affinare la coscienza di certi meccanismi, legati a interessi economici e sfruttamento delle risorse, a livello globale.
Il 23 marzo le celebrazioni, iniziate nel chiosco con gli interventi di alcuni membri della Comunità di Pace sul valore e l'importanza della memoria e della propria storia, sono poi proseguite con gli interventi dei rappresentanti delle ambasciate e dei vari amici giunti da fuori: parole di stima e di affetto sincero, a supporto di questa lunga storia, fatta di dolore e di sofferenza, ma anche di grande dignità, lotta e ricerca della giustizia. La giornata si è conclusa con una lunga e variopinta marcia a San Josè de Apartadò dove, nel luogo in cui il 23 marzo 1997 venne firmata la dichiarazione di nascita della Comunità di Pace, sono stati letti ad alta voce i principi che ancora oggi la regolano.

CONDIVISIONE, LAVORO E NOVITA' SUI VOLONTARI

Il mese di marzo è stato un mese molto intenso per i volontari di Operazione Colomba, impegnati oltre che nelle consuete attività di condivisione e accompagnamento alla Comunità di Pace, anche nella partecipazione a eventi “straordinari” quali appunto l'organizzazione e le celebrazioni per il ventennale della Comunità di Pace e la partecipazione al V FORO della Nonviolenza (a tal proposito ti invitiamo a leggere due articoli pubblicati sul nostro sito: Articolo di approfondimento1, Articolo di approfondimento2).
Dopo un breve accompagnamento nella vereda La Esperanza, a inizio mese, i volontari sono stati infatti impegnati per lo più alla Holandita, aiutando i membri della Comunità coi lavori di sistemazione e messa a nuovo del caserio, in vista dell'arrivo dei tanti ospiti, ma anche con la preparazione del viaggio e dei materiali per l'intervento di Operazione Colomba al Foro, svoltosi nel Quindìo, dal 27 al 29 marzo.
Un grazie a Laura per la sua prima visita in Colombia, e a Silvia e Lucrezia per averci accompagnati in questi mesi intensi e di cambiamenti.