Agosto 2017

SITUAZIONE ATTUALE

A metà agosto si è ufficialmente conclusa la consegna delle armi da parte delle FARC.
La consegna dell’ultimo dei contenitori dove sono stati depositati gli armamenti delle FARC segna l’inizio di un nuovo capitolo dell’Accordo che prevede la costruzione della pace territoriale e la riconciliazione. Nella pratica si suppongono trasformazioni importanti in quelle aree dove l'ormai ex guerriglia si è ubicata.

Il cambiamento più significativo è la fine delle zone veredali che in questo mese sono diventate “spazi di re-incorporazione e abilitazione” degli ex guerriglieri (Espacios de Reincorporación y Capacitación) nei quali vi possono accedere sia coloro che hanno lasciato le armi, sia gli abitanti delle regioni che avranno la possibilità di seguire corsi di formazione atti a implementare progetti produttivi per lo sviluppo comunitario in ognuna delle zone veredali.
Inoltre, dal 27 agosto al 1 di settembre, le FARC hanno dato vita al loro Congresso Costitutivo nel quale il gruppo si è ufficialmente trasformato nel partito politico denominato FARC (Fuerza Alternativa Revolucionaria del Común) appunto. All’appuntamento hanno assistito un migliaio di delegati, 200 invitati e circa 400 giornalisti.
Molte sono, però, le preoccupazioni che attanagliano sia gli ex combattenti che la popolazione civile. Dallo scorso novembre, infatti, sono già 17 gli smobilitati delle Farc uccisi, omicidi che incentivano la diserzione e diminuiscono la fiducia nel compiere l’Accordo.
L’altra preoccupazione riguarda ancora una volta purtroppo il numero dei leader sociali assassinati.
L’ultimo documento della ONG colombiana “Somos Defensores”, intitolato “Agùzate, che ci stanno uccidendo!”, uscito questo mese, denuncia che: “Ciò che nel 2016 sembrava una brutta premonizione, oggi è una delicata realtà, c’è un significativo aumento degli omicidi e degli attacchi contro la vita e l’integrità fisica dei difensori dei Diritti Umani in Colombia”.
Crude sono le cifre: 51 leader assassinati nel Paese (indigeni, contadini e sindacalisti) in questo primo semestre dell’anno e un incremento del 31% degli attacchi ai leader sociali.
“Cosa c’è dietro a ciò che sta succedendo?” si domanda “Semana”, la principale rivista colombiana, che raccoglie e diffonde la risposta di Ceferino Mosquera Murillo, Presidente della confederazione delle giunte di azione comunali: “Oggi noi leader sociali siamo in pericolo perché coloro che arrivano a occupare i territori lasciati liberi dalle FARC lo vogliono fare a sangue e fuoco”.
Un esempio di ciò che sta succedendo è la zona sud della regione di Cordoba, nella quale vivono anche alcune famiglie appartenenti alla Comunità di Pace dove “la pace è assediata dalla guerra”. Guerra dovuta alla presenza di gruppi neo paramilitari che si fanno chiamare “Autodefensas Gaitanistas de Colombia”, che si sono espansi e hanno occupato il territorio lasciato dalle FARC per monopolizzare il commercio del narcotraffico, così come ratificato dalla Defensoria del Pueblo.
Guerra dovuta all’assenza dello Stato che non ha mai risolto il problema della terra per i contadini vittime della violenza di questa area, successivamente diventata protetta (Parco Nazionale Naturale Paramillo). Guerra alimentata dalle coltivazioni illecite che sono passate da 1.363 ettari di coltivazioni di coca nel 2015 a 2.668 ettari nel 2016, secondo l’ultimo rapporto del sistema di monitoraggio delle Nazioni Unite.
C’è però anche una parte della società civile e politica che sta cercando di aiutare il Paese a intraprendere il giusto cammino. In questo mese, infatti, è in atto un progetto al Congresso della Repubblica che ha l’obiettivo di proibire costituzionalmente la creazione di gruppi paramilitari in Colombia. Alcuni settori della società civile, incluso le vittime dei crimini dello Stato, hanno manifestato che è necessario attaccare il problema del non riconoscimento del fenomeno paramilitare per poterne garantire la non ripetizione in futuro. Il senatore Ivan Cepeda ha ricordato che in Colombia il fenomeno del paramilitarismo non è proibito e per questo motivo si devono studiare approfonditamente gli argomenti per includerne la proibizione nella Costituzione. Afferma che “il paramilitarismo è un flagello che ha scosso la storia del Paese per decenni come una politica di sdoppiamento dello Stato in organizzazioni che hanno seminato il terrore. […] lo Stato non solo ha tollerato l’esistenza del paramilitarismo, ma ha anche creato leggi, decreti e Istituzioni volte a favorire la creazione e le azioni dei paramilitari”. Cepeda, inoltre, ha ricordato che questo assunto è annunciato espressamente nell’Accordo di Pace come misura di non ripetizione.

CONDIVISIONE, LAVORO E NOVITA' SUI VOLONTARI

A inizio mese i volontari insieme a Gildardo, uno dei leader della Comunità di Pace, si sono recati a Bogotà per incontrare un gruppo interparlamentare italiano in visita in Colombia. Gildardo ha così potuto far conoscere la realtà della Comunità di Pace e raccontare in prima persona la situazione che vivono i leader sociali e difensori dei Diritti Umani. E’ stata inoltre un’occasione per far conoscere anche il lavoro di Operazione Colomba come accompagnatori civili che condividono la vita con le vittime del conflitto.

Durante i primi 10 giorni del mese i volontari sono stati impegnati in un accompagnamento nella parte sud della regione di Cordoba dove vivono alcune famiglie della Comunità di Pace. Dopo molti mesi, i volontari hanno così avuto l’occasione di ascoltare direttamente dai contadini che vi abitano, come sta andando la realtà del post-accordo anche in quella zona del Paese.
Purtroppo sembra ripetersi la stessa terribile dinamica dell’Urabà con l’aggravante dell’aumento delle coltivazioni di coca così come riportato anche dalle fonti ufficiali delle Nazioni Unite.
Nonostante il caldo soffocante, i contadini hanno portato a termine i lavori previsti concedendosi poi una giornata di “riposo” con bagno nel bacino idrico della diga di Urrà, unica pozza artificiale presente nella zona (costruita purtroppo con lo sfollamento forzato e la morte di chi vi si opponeva).
A metà mese come momento di diversione OC ha organizzato un “bingo comunitario” dove uno dei premi più attesi, e vinto da Ledis, giovane leader della Comunità di Pace, era una cena per due persone “donde las Palomas”. Cena ovviamente a base di specialità italiane!!!
Sono continuate le attività di cineforum, giochi pomeridiani e partite di domino serali.
“Cuando vuelve Monica?” - La domanda si è fatta come sempre ricorrente fin tanto che a fine mese ha fatto rientro in terra colombiana dopo un periodo di stacco in Italia.