Novembre 2017

SITUAZIONE ATTUALE

E’ stato questo forse uno dei mesi più difficili per l'implementazione degli Accordi di Pace in Colombia. Da un lato le vittime di un conflitto lungo più di 50 anni in attesa di giustizia e verità, dall’altro la Corte Costituzionale, il Senato, la Camera, enti istituzionali ai quali spetta l’approvazione e la messa in marcia della Giurisdizione Speciale per la Pace, ossia la componente giuridica del Sistema Integrale di Verità, Giustizia, Riparazione e non Ripetizione accordato tra il governo e le FARC all’Avana, che a colpi di scena ha movimentato e non poco la società civile nazionale e internazionale.
A metà mese, infatti, la Corte Costituzionale ha introdotto modifiche importanti alla Giurisdizione Speciale per la Pace rispetto quanto già accordato all’Avana, tra cui l’acceso volontario di “terzi” (impresari) e di funzionari pubblici che potranno scegliere se sottoporsi o meno a tale giurisdizione.

Lo stesso giorno il Senato ha approvato un provvedimento, secondo il quale non può prendere parte come magistrato della Giurisdizione Speciale per la Pace “chi ha seguito o rappresentato azioni contro lo Stato in materia di reclamo di rispetto dei Diritti Umani, del Diritto Internazionale Umanitario o del Diritto penale internazionale o faccia parte o abbia fatto parte di organizzazioni o entità che abbiano svolto questo ruolo[...]”.
A livello nazionale e internazionale si è subito alzato un coro di voci per denunciare il livello di stigmatizzazione e discriminazione delle attività svolte dai difensori e difensore dei Diritti Umani in Colombia, in modo particolare se si pensa che questo lavoro nel Paese continua ad essere una attività ad altissimo rischio.
FIDH, movimento mondiale dei Diritti Umani, in un comunicato del 21 novembre ha dichiarato che “la comparazione con altri meccanismi di giustizia transizionale nel mondo, evidenzia il carattere sorprendente e discriminatorio di questa misura. Nella maggior parte di questi meccanismi, i difensori dei Diritti Umani e avvocati specializzati in diritto internazionale umanitario hanno avuto ruoli chiave”.
CONPAZ, organizzazione colombiana di vittime, ha già inviato una carta a varie entità internazionali nella quale manifesta le preoccupazioni per l’attuare del Congresso e della Corte Costituzionale: “si sta inaugurando una nuova era di impunità sotto il nome della pace, una nuova era di bugie”.
Rodrigo Castillo, integrante della stessa, e vittima del conflitto armato, ha affermato che le vittime sanno che ci sono stati attori civili i quali “hanno contribuito a far sì che la guerra si acutizzasse nei territori e la decisione di oggi li lascia fuori da qualsiasi responsabilità”. Dichiara inoltre che è preoccupante la vittimizzazione dei difensori dei Diritti Umani “quando si stabilisce che nessun difensore può partecipare alla difesa dei Diritti Umani nella Giurisdizione Speciale per la Pace”.
Per realizzare attività di pressione sul governo nazionale e per fare in modo che alla Camera dei Rappresentanti si attui in linea con quanto pattuito nell’Accordo, le vittime hanno optato per rivolgersi alla comunità internazionale: “Signor Papa Francesco, Signori Segretario ed Ex Segretario delle Nazioni Unite, Signori Paesi del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite, voi potete evitare questo naufragio”.
Tra tante difficoltà, una buona notizia è giunta sempre in questo mese con la nomina di Francisco de Roux a Presidente della Commissione per la Verità, persona che alcuni volontari di Operazione Colomba hanno avuto l'opportunità di incontrare a Roma.
Francisco de Roux, sacerdote gesuita e una delle persone più rispettate sul tema della costruzione della pace in Colombia, è stato infatti nominato dal “Comitè de Escogencia” (il Comitato di scelta incaricato dalle Nazioni Unite) Presidente della Commissione per la chiarificazione della verità, la convivenza e la non ripetizione. Una delle colonne vertebrali dei processi di pace, soprattutto quando si tratta di guerre civili dove non ci sono né vincitori né vinti, è la verità sugli orrori commessi durante il conflitto. Questa Commissione avrà il compito di raccontare al Paese cosa è successo in cinquant’anni di conflitto, il perché di tanta violenza, quali sono state le persone più colpite e quali gruppi sono stati responsabili. Il compito non sarà facile. L’esperienza internazionale è scoraggiante. In Colombia, dove il processo di pace è un fattore di polarizzazione, la Commissione dovrà superare più di un ostacolo, tra cui il fatto che il conflitto armato colombiano è eccezionalmente lungo e complesso. Per questa ragione la Commissione dovrà dare la priorità, e focalizzarsi, su periodi e fatti specifici. “Si tratta della verità di tutte le vittime, a partire dal dolore generale, perché non c’è un colombiano che non abbia sofferto personalmente o nella sua famiglia, amicizie, organizzazioni, i colpi della violenza. Non è una Commissione contro nessuno. La Commissione è contro la menzogna.
Vedo due grandi sfide: l’incontro con le vittime di tutte le parti in un processo di accoglienza, riconoscimento e chiarimento di quanto successo con il proposito di generare una comprensione collettiva e continuare verso il cammino della riconciliazione.
L’obbiettivo della Commissione è la verità umana, non quella giuridica. La Commissione non ha avvocati per difendere o accusare, né giudici per condannare. Non importa che l’evidenza contraddica quanto speravamo. Questa verità è la spiegazione che soddisfa tutti gli interrogativi sollevati da un fatto brutale e dal suo contesto, e andremo a proteggerla nonostante sia insopportabile. Sempre coscienti che non possediamo la totale verità, che siamo sempre in ricerca, però che possiamo arrivare a un giudizio di fatto e a decisioni che ci porteranno a comprendere ciò che ci è successo e ci metteranno sul cammino per ricostruire questo Paese a partire dalle vittime con compassione, riparazione e giustizia”- queste le parole di Francisco de Roux nella sua ultima colonna sul quotidiano “El Tiempo”.
Da qui in avanti, ha dichiarato, “scriverò come Presidente della commissione”.

Fonti: link1, link2, link3.