Febbraio 2018

SITUAZIONE ATTUALE

Come nelle peggiori delle previsioni, i combattimenti tra i gruppi armati neo paramilitari delle AGC e i guerriglieri dell’ELN hanno continuato anche in questo mese a causare morti e, dopo le 1.500 persone sfollate la settimana scorsa a Caceres, nel Bajo Causa di Antioquia, dallo scorso 20 febbraio, l’esodo si è ripetuto ad Ituango, nel nord del dipartimento di Antioquia.
Questa volta a portare il terrore e la morte anche di alcuni civili, sono stati gli scontri a fuoco tra gli integranti delle AGC e la dissidenza delle FARC, che si contendono il territorio.
Quella che fino ad ora era ventilata come remota possibilità che i guerriglieri delle FARC, che non avevano accettato gli Accordi di Pace dell’Avana, potessero riorganizzarsi per rimettersi nel ciclo del conflitto, è ora una realtà certa.
A questo si aggiunge l’uccisione di altri leader sociali e la massiva presenza dei gruppi neo paramilitari in vari dipartimenti del Paese dove, tra la morsa del narcotraffico e gli innumerevoli interessi economici, la popolazione civile vive in balia dell’insicurezza dovuta agli scontri armati e all’inefficacia delle azioni della forza pubblica.
In questo clima tutt’altro che pacifico, anche la Comunità di Pace deve resistere alle continue aggressioni delle AGC.


CONDIVISIONE, LAVORO E NOVITA' SUI VOLONTARI

Il mese di febbraio ha dato il benvenuto a Marco che dalla sede di Rimini è giunto alla Comunità di Pace per appoggiare e condividere la vita dei membri di Comunità in questo momento ancora difficile per la loro sicurezza a causa delle minacce dei gruppi neo paramilitari.
Marco a fine mese è rientrato in Italia, mentre si è aggiunto al gruppo, Enrico a cui auguriamo un buon cammino con la gente e le Palomas.
La situazione per le persone della Comunità di Pace, ed in particolare per i suoi leader, rimane preoccupante e per tale ragione la maggior parte del tempo i volontari sono stati impegnati nella sorveglianza degli spostamenti e delle attività dentro e fuori gli spazi della Holandita.
Ma certamente il tredicesimo anniversario del massacro avvenuto a Mulatos e Resbalosa del 21 febbraio 2005, è stato il momento più forte e significativo del mese.
La maggior parte dei membri della Comunità ha raggiunto infatti tali villaggi nella foresta, per fare memoria e onorare il sacrificio delle 8 vittime uccise dall’esercito e dai paramilitari delle AUC.
Luis Edoardo Guerra, leader carismatico e simbolo della resistenza contadina, fu torturato e ucciso con la compagna Bellanira e suo figlio Deiner di soli 11 anni.
I corpi seviziati furono lasciati in pasto agli animali, mentre lì vicino, alla Resbalosa, l’esercito e le AUC continuavano con la loro barbarie ponendo fine alla vita di Sandra Muñoz, Alfonso Bolivar ed i loro due piccoli bambini, Santiago di 18 mesi e Natalia di 6 anni.
La follia di tale massacro fece il giro del mondo, ma purtroppo, pur conoscendo chi furono i mandanti (comandanti della Brigada XVII), l’efferato delitto è da considerasi ancora impunito.
I volontari dei diversi gruppi di scorta internazionale hanno quindi accompagnato più di cento membri della Comunità in questo pellegrinaggio in questi luoghi divenuti sacri dopo che quelle vite tanto preziose, come semi gettati al suolo, sono state spezzate per divenire frutti di speranza, di resistenza e di lotta per la verità e la giustizia.
Le celebrazioni ed il ricordo di queste persone hanno ancora una volta rigenerato forza e coraggio per seguire con la stessa determinazione la costruzione della pace.
Infine alla Holandita, ogni qualvolta è stato possibile, non sono mancati i momenti di condivisione con le sfide serali di domino e qualche partita a calcetto.