Luglio 2018

SITUAZIONE ATTUALE

In attesa dell’insediamento, il prossimo 7 agosto, del nuovo Presidente della Colombia Ivan Duque, continuano senza tregua gli omicidi di leader sociali, e Difensori dei Diritti Umani. A tal riguardo riportiamo l’articolo “Homicidios de lìderes: ataque a la democracia” di Alberto Brunori (*), rappresentante ONU per i Diritti Umani a Bogotà.
“Attaccare le persone che difendono i diritti umani è attaccare la democrazia. La propagazione degli attacchi conto le persone che esercitano la difesa dei diritti è un sintomo grave dello stato di cose in Colombia: dimostra intolleranza, produce paura, limita e annulla le libertà di pensiero e di espressione e, quel che è peggio, mostra come la violenza si impone, in molti luoghi, come un mezzo di controllo sociale. L’impunità che circonda questi attacchi aggrava la situazione, posto che, di fronte all’assenza di sanzioni ufficiali, l’ammonimento sociale si riduce e la violenza trova giustificazione. Il contesto di protezione internazionale protegge l’attività di difesa dei Diritti Umani, che può essere realizzata da qualsiasi persona, tanto in modo regolare che sporadica.

Può essere che i conflitti sociali localmente non si esprimano apertamente in chiave di diritti umani (per esempio, dei pescatori che proteggono una laguna, una comunità che si oppone alla semina della coca, o un abitante di un municipio che denuncia il furto del bilancio pubblico). Non per questo, queste rivendicazioni e la difesa del pubblico, sono esenti da protezione. Quando qualcuno è obiettivo di un attacco per difendere i diritti in qualsiasi contesto, i diritti e le libertà di tutti sono in gioco. Si protegge così la libertà di tutte le persone di esercitare la difesa dei Diritti Umani e si estende un rimprovero speciale a qualunque atto tendente a limitare l’esercizio legittimo di questa libertà”.
A fine mese il relatore speciale dell’Onu per i Diritti Umani, Michel Forst, è stato in visita accademica in Colombia. In una intervista rilasciata a “Colombia 2020”, Forst ha richiamato l’attenzione sull’incremento degli omicidi di difensori di Diritti Umani nel Paese riferendosi alla lente di ingrandimento che le Nazioni Unite hanno posto sulle imprese multinazionali che sarebbero relazionate con gli assassinii di difensori dei Diritti Umani nel mondo. Forst conclude affermando che i difensori dei Diritti Umani non sono nemici dello Stato e di come sia invece importante che lo Stato li protegga perché essi giocano un ruolo importante nella costruzione della pace.

(*) L’ italiano Alberto Brunori, il 21 marzo scorso è stato accreditato come nuovo rappresentante dell’Alto Commissionato delle Nazioni Unite per i Diritti Umani a Bogotà. Brunori è laureato in Scienze Politiche e ha una laurea magistrale in Studi Latinoamericani presso l’Università Nazionale Autonoma del Messico. Prima dell’accreditamento in Colombia, Brunori ha assunto l’incarico di rappresentante dell’Alto Commissionato delle Nazioni Unite in Messico e Guatemala dove ha lavorato come coordinatore della commissione contro l’impunità. (www.laprensalatina.com)

CONDIVISIONE, LAVORO E NOVITA' SUI VOLONTARI

Il mese di luglio ha visto impegnati i volontari di Operazione Colomba nel monitoraggio e accompagnamento alla Holandita e in alcuni villaggi della Comunità di Pace dove la situazione continua ad essere grave per la presenza dei gruppi neo-paramilitari delle AGC e per le minacce di morte in special modo a tre membri della Comunità di Pace, tra cui un minorenne del villaggio di Mulatos.
La tensione è sempre molto alta e l’insicurezza e il rischio di sfollamento di alcune famiglie minacciate si fa sempre più reale. La Comunità di Pace continua ferma nella sua resistenza, ma l’avanzata neo-paramilitare e la quasi totale assenza di azioni mirate della forza pubblica per detenerla, rendono la lotta sempre più difficile.
Ma come sempre non mancano in questa Comunità le risate e i momenti di allegria e condivisione, culminati in questo mese nel matrimonio di Levis e Ledis, due giovani resistenti e coraggiosi della Comunità di Pace che hanno detto di si alla loro vita insieme nella lotta e nell’amore.
I sorrisi, i gavettoni e i coni di gelato non sono mancati per festeggiare il compleanno di Silvia e dare il benvenuto a Daniele che è tornato in terra colombiana per continuare il suo cammino con Operazione Colomba.