Novembre 2019

SITUAZIONE ATTUALE

La prima settimana di novembre il Ministro della Difesa Guillermo Botero è stato costretto alle dimissioni a causa del terribile attacco dell’esercito ad un accampamento nel Caquetà dove probabilmente si trovava alias Chuco, un capo della dissidenza delle FARC. Nonostante infatti la forza pubblica fosse stata avvisata della presenza di minori nell’accampamento, l’esercito ha bombardato l’area uccidendo una bambina di 12 anni e altri 7 minori.
Durante tutto il mese, purtroppo, è continuata anche l’ondata di violenza contro la popolazione che è scesa in piazza per reclamare diritti e giustizia, come sta avvenendo ormai in diversi Paesi dell’America Latina. Anche in Colombia dal 21 novembre sono iniziate varie manifestazioni che hanno visto uniti uomini e donne, giovani e meno giovani accomunati dal desiderio di chiedere il rispetto dei diritti fondamentali, dalla salute all’educazione, dal rispetto di genere al diritto al lavoro. A queste voci si sono unite quelle dei leader sociali, indigeni, afrodiscendenti, contadini, perché il Governo offra maggiori garanzie per la loro sicurezza in difesa della terra e dell’ambiente.

Purtroppo la repressione del Governo contro le manifestazioni pacifiche dei cittadini sono state forti e violente come riporta Agensir “la polizia ha sparato gas e bombe sonore contro famiglie e bambini”.
Anche Amnistia Internacional Americas con un tweet riferisce: “Il nostro Corpo di Verifica Digitale ha comprovato l’autenticità di vari video che evidenziano la repressione delle manifestazioni e l’uso eccessivo della forza da parte dello squadrone mobile anti disturbo (ESMAD) e la Polizia Colombiana”.
Il 21 di novembre la repressione della protesta ha causato 3 morti e più di 270 feriti.
La delegazione dell’Unione Europea, in accordo con i capi della Missione dell’Unione Europea in Colombia, ha emesso una dichiarazione in cui afferma che la maggior parte dei cittadini colombiani che sono scesi sulle strade hanno esercitato pacificamente il proprio legittimo diritto alla protesta, dimostrando senso civico e rispetto nell’espressione delle proprie richieste. La delegazione rifiuta con fermezza tutti gli atti di violenza.
Simbolo di tanta repressione è stata la morte del giovane studente Dilan Cruz di soli 18 anni, causata dal ESMAD durante la manifestazione del 23 novembre; l’ufficio per i Diritti Umani delle Nazioni Unite in Colombia si è pronunciato con un tweet rifiutando il presunto uso eccessivo della forza da parte del ESMAD e chiedendo alla Magistratura di fare chiarezza sulle responsabilità della morte di Dilan senza che il fatto rimanga impunito.
Le proteste continueranno anche nel mese di dicembre speriamo si fermi la repressione violenta.

CONDIVISIONE, LAVORO E NOVITA' SUI VOLONTARI

Nel mese di novembre i volontari sono stati impegnati in diversi accompagnamenti nei villaggi più lontani da San Josecito. Le attività agricole, che vedono in questo tempo impegnati i contadini soprattutto nella raccolta del cacao e nella semina di riso e fagioli, hanno richiesto la presenza di Operazione Colomba soprattutto in quei luoghi dove l’attività di gruppi armati illegali è sempre forte.
In alcuni casi il monitoraggio si è svolto anche con funzionari della Defensoria del Pueblo e della Mapp - Oea (Missione di appoggio al processo di Pace in Colombia) che dopo un periodo di assenza, ha riaperto l’ufficio ad Apartadò.
Il resto del tempo i volontari lo hanno trascorso con i consueti momenti di condivisone alla Holandita tra compleanni, in particolare quello di Juan Gabriel, e con una divertente ed intensa caccia al tesoro che ha coinvolto i bambini e le bambine della Comunità di Pace.
A metà mese Elanor è rientrata in Italia, la ringraziamo per la disponibilità ed il tempo condiviso in terra colombiana; a fine mese invece sono arrivati in visita alla Comunità di Pace di San Josè, Ilaria e Nicolò, volontari della Comunità Papa Giovanni XXIII che, attraverso un progetto avviato all’interno della sperimentazione prevista dalla Legge di stabilità 2014 per l’istituzione di “Corpi Civili di Pace”, svolgono un’attività di monitoraggio sui Diritti Umani con le comunità Mapuche in Cile.
Molto emozionante è stata infine l’assegnazione del Premio “Volontariato Internazionale” della FOCSIV a German Graciano Posso, rappresentante legale della Comunità di Pace, a Roma il 30 novembre. Durante l’evento è intervenuto anche Paolo Ramonda, Responsabile della Comunità Papa Giovanni XXIII.
La vita e le parole di German come sempre hanno toccato l’anima e il cuore. Così si legge tra le motivazioni del Premio: “per la sua grande fede nella pace come valore che deve essere sempre vissuto, incluso mettendo in pericolo la propria vita. Per essere a servizio della sua Comunità, dedicandosi alla difesa dei diritti umani di ogni persona…. per essere, ogni giorno, testimone dell’essere nato in un luogo chiamato Porvenir e lavorare per la sua terra e la sua gente con la coscienza libera e le mani nude, disarmando cuori e armando speranza.
German Graciano, il rivoluzionario della pace”.