Dicembre 2019

SITUAZIONE ATTUALE

Le proteste sociali del popolo colombiano, che richiede giustizia e libertà, sono continuate anche il mese di dicembre fortunatamente senza violenza anche se, da diverse organizzazioni per la difesa dei Diritti Umani, continuano le denunce all’operato dell’Esmad (lo squadrone antisommossa).
Tra le righe di un articolo dell’Osservatorio Diritti si legge: “La grande differenza tra la Colombia e gli altri Paesi dove operano unità di controllo antisommossa simili all’Esmad, è la serie di lunghi conflitti interni tra lo Stato, i gruppi guerriglieri e i narcotrafficanti. La Colombia è un Paese che è stato in guerra civile per più di cinque decenni e l’azione delle sue forze dell’ordine parte dall’idea che nel Paese esista un “nemico interno” da eliminare. Secondo il Movimento Nacional de victimas del Estado (Movice), l’unità di controllo antisommossa della polizia si è convertita in uno strumento di repressione”.

Ma gli orrori nel Paese continuano anche con la notizia dell’apertura di una fossa comune nei pressi di Dabeiba, in Antioquia. Lì la giurisdizione per la pace (JEP), il tribunale nato dagli Accordi tra lo Stato e le FARC per investigare sui crimini più gravi della guerra, cerca i corpi di 50 persone vittime di esecuzioni extra giudiziarie perpetrate dai militari tra il 2005 ed il 2007. Le dimensioni di questa tragedia sono ben più ampie se si considera che il Paese deve affrontare l’esumazione di almeno 200.000 corpi non identificati. Purtroppo nel mese di dicembre sono continuati gli assassini di leader sociali mentre, come si legge nell’ultimo rapporto della Missione di Verificazione delle Nazioni Unite, il numero di ex guerriglieri delle FARC assassinati in questo anno sono addirittura 77.

CONDIVISIONE, LAVORO E NOVITA' SUI VOLONTARI

In occasione della permanenza nella Comunità di Pace di Ilaria e Nicolò (volontari della Comunità Papa Giovanni XXIII che, attraverso un progetto avviato all’interno della sperimentazione prevista dalla Legge di stabilità 2014 per l’istituzione di “Corpi Civili di Pace”, svolgono un’attività di monitoraggio sui Diritti Umani con le comunità Mapuche in Cile), sono state organizzate delle visite nei villaggi di Mulatos, Resbalosa e La Esperanza.
Questo ha permesso di svolgere anche in questo mese attività di monitoraggio sulla situazione di sicurezza e di accompagnamento ai contadini della Comunità di Pace che si muovono nelle diverse aree per svolgere lavori di semina e raccolta di diversi prodotti agricoli.
Per quanto la situazione rimanga relativamente tranquilla, la Comunità di Pace continua a manifestare preoccupazione per la forte presenza di gruppi armati illegali delle AGC che in varie forme controllano il territorio e sottomettono la popolazione civile alle loro regole. La Comunità di Pace ha però potuto vivere momenti di riflessione, festa e danza durante il periodo natalizio, arricchito dalla presenza di Padre Javier che ha continuato con il suo instancabile lavoro sulla memoria. In particolare è stato portato a termine il monumento alla memoria del massacro avvenuto nel villaggio de La Union l’8 luglio 2000 dove persero la vita, uccisi dai paramilitari, 6 persone della Comunità di Pace.
Tra compleanni, giochi e regalini di Natale anche i bambini e le bambine della Comunità hanno potuto trascorrere giornate spensierate addolcite dal tipico dolce natalizio di mais, la natilla, con cannella e formaggio! Anche la festa per la fine delle attività scolastiche è stata piena di colore e giochi.
L’arrivo del nuovo anno si è trasformato in un ulteriore momento di riflessione con la gente della Comunità riunita nella cupola dove, con la guida di Padre Javier, sono stati ricordati i momenti difficili ma anche quelli positivi ed importanti che ha lasciato il 2019.
In questo mese è rientrata in Colombia Alessandra e si è integrata al gruppo anche una nuova volontaria, Erica. Con piacere inoltre a dicembre la Comunità di Pace ha ricevuto l’importante visita del Vescovo di Apartadò, Monsignor Hugo Torres, al quale anche i volontari di Operazione Colomba hanno potuto far conoscere le attività che svolgono come scorta civile internazionale sul territorio. Tra le partenze invece ha portato tristezza quella di Mariela, una sorella religiosa che per 7 anni ha condiviso la vita con la gente della Comunità di Pace attraverso soprattutto l’educazione e la formazione di adulti e piccoli della Comunità.
Un vuoto ancora più grande lo lascia il nostro carissimo Daniele che, come volontario di Operazione Colomba, ha condiviso due anni della sua vita qui a San Josecito. Due anni di grande umiltà, disponibilità e tanto cuore; tutta la Comunità il giorno della festa per la sua partenza ha dimostrato grande affetto e stima nei suoi confronti. Noi tutti, suoi compagni di viaggio, oltre che a ringraziarlo per tutto quello che ci ha donato, non possiamo far altro che augurargli buon cammino sempre in ricerca della pace e della giustizia.