Gennaio 2020

SITUAZIONE ATTUALE

E’ del 15 gennaio l’ultimo comunicato stampa del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite sulla Colombia. Nonostante aver sottolineato alcuni sviluppi positivi in tema di implementazione dell’Accordo di Pace, il Consiglio ha però espresso profonda preoccupazione sulle gravi condizioni di sicurezza in varie regioni della Colombia e le continue minacce, attacchi e assassinii contro leader comunitari e sociali incluso comunità indigene, afrocolombiane ed ex membri delle FARC-EP. Secondo Indepaz infatti, nei primi 27 giorni dell’anno sono stati assassinati 27 leader sociali e 4 ex combattenti firmanti l’Accordo di Pace. A metà mese la Colombia è stata scossa da uno scandalo di spionaggio in cui sarebbe coinvolto l’esercito. Secondo un reportage realizzato dalla rivista Semana, le intercettazioni illegali avrebbero raggiunto magistrati, giornalisti, deputati dell’opposizione.

La pratica dello spionaggio illegale, conosciuta come chuzadas, è un capitolo oscuro della storia colombiana. “Andremo alla Commissione Interamericana dei Diritti Umani perché è tornata la pratica parastatale illegale di persecuzioni politiche, fisiche e legali contro difensori della pace, oppositori, giornalisti indipendenti in nome di una ideologia per cui nemico è chi la pensa diversamente” ha affermato Roy Barreras, una delle vittime dello spionaggio.
Il 21 gennaio è ricominciato il paro nacional, sciopero nazionale, come forma di protesta per l’assassinio di dirigenti sociali, per le intercettazioni illegali realizzate dall’esercito colombiano e per le misure economiche del governo tra le tante ragioni dello scontento popolare nel Paese.

CONDIVISIONE, LAVORO E NOVITA' SUI VOLONTARI

Nel mese di gennaio si è tenuto a Bogotà un workshop riguardante “Buone Pratiche di Protezione e Accompagnamento Civile Disarmato” al quale hanno partecipato varie organizzazioni internazionali, tra le quali APG23 - Operazione Colomba, che lavorano in America Latina e Centrale sul tema della protezione nonviolenta a comunità e difensori di Diritti Umani e ambientali.
Sono state inoltre svolte diverse attività di accompagnamento a membri della Comunità di Pace per assicurare loro sicurezza durante il proseguo di alcuni lavori nei campi.
Francesca e Sofia, operatrici volontarie dell’Associazione Comunità Papa Giovanni XXIII nel progetto Corpi Civili di Pace in Cile nell’ambito del  “Conflitto Mapuche”, sono giunte in visita ai volontari di Operazione Colomba e alla Comunità di Pace di San Josè de Apartadò per approfondire la scelta della nonviolenza come strategia di resistenza al conflitto.
A gennaio è venuto in visita anche don Agostino, un amico di Operazione Colomba, arrivato per  conoscere il nostro progetto e l’esperienza della Comunità di Pace, esempio concreto di resistenza nonviolenta e costruzione di un modello socio-economico alternativo.
A metà mese si è unita al gruppo Cristina alla quale auguriamo un buon cammino; abbiamo salutato invece Giulia che è rientrata in Italia dopo alcuni mesi di condivisione in terra colombiana.