Maggio 2020

SITUAZIONE ATTUALE

Neppure in questo mese sono giunte dai Paesi dell’America Latina buone notizie né sul fronte della pandemia né su quello della violenza contro i leader sociali. In molte parti del Paese colombiano la popolazione è alla fame soprattutto laddove, già prima del Covid-19, la situazione alimentare era precaria, come nella regione della Guajira dove la scarsità d’acqua e il pericolo di un aumento del contagio dovuto al passaggio di migliaia di migranti venezuelani di ritorno da vari Paesi dell’America Latina, rendono la situazione esplosiva.
La notizia che più ha dato scandalo nel mondo è stata però la diffusione delle prove che dimostrano come l’esercito colombiano abbia perseguito illegalmente almeno 130 persone tra giornalisti (tra cui alcuni degli Stati Uniti), politici, difensori/e dei Diritti Umani, sindacalisti, magistrati e varie ONG, trafugando loro, attraverso strumenti informatici, numeri di telefono, indirizzi mail, indirizzi di domicilio di familiari ed amici e numerose altre informazioni private e lavorative per elaborare documenti di spionaggio militare.

Lo stesso Ufficio delle Nazioni Uniti a Bogotà, come molte altre Istituzioni ed organizzazioni, ha espresso profonda preoccupazione per queste aggressioni e violazioni al diritto e alla libertà di lavoro di tutte le persone perseguite.
Il Consiglio dei Diritti Umani delle Nazioni Unite ha nominato inoltre Mary Lawlor come nuovo Relatore Speciale sulla situazione dei difensori/e dei Diritti Umani che darà seguito al lavoro svolto da Michel Forst.
Ma è la situazione rispetto al dilagare dei gruppi neo paramilitari a rendere ancora più complessa la situazione nel Paese. Dall’inizio della quarantena sono state assassinate 30 persone tra cui leader sociali, ex guerriglieri delle FARC, indigeni e reclamanti terra. Continuano anche gli scontri armati tra i gruppi illegali delle AGC (Autodefensas Gaetanistas de Colombia) e la guerriglia dell’ELN (Esercito di Liberazione Nazionale) in Antioquia, in zone popolate prevalentemente da indigeni.
Gli scontri hanno provocato sfollamenti, danni alle comunità locali che spesso si vedono impossibilitate a lavorare i campi a causa della presenza di mine disseminate dai gruppi armati.
Come denunciato dalla popolazione attraverso la Comisión Intereclesial de Justicia y Paz, sembra che le AGC abbiano riferito alle persone che le loro denunce sono inutili in quanto i gruppi neo paramilitari sono appoggiati dallo stesso esercito colombiano. Del resto anche la Comunità di Pace attraverso il Comunicato dello scorso 14 maggio ha denunciato la forte presenza di gruppi armati illegali nel territorio che esercitano controllo e potere sulla popolazione, nonché l’assassinio di un giovane di 19 anni della zona. La stessa Difensoria del Pueblo ha denunciato che le condizioni di isolamento dovute alla quarantena hanno determinato un rafforzamento del controllo territoriale dei gruppi armati illegali, (neo paramilitari, ELN, dissidenza delle FARC) mettendo a rischio l’incolumità della popolazione civile ed interferendo sui prezzi delle merci, sul controllo di vie di navigazioni e terrestri ed aumentando il reclutamento forzato di giovani. Ad accendere ancor di più gli animi, l’arrivo in Colombia di truppe militari statunitensi per appoggiare la lotta contro il narcotraffico. In realtà le spiegazioni del Ministro degli Interni, che ha riferito che tale presenza sarebbe solo di assistenza alle forze armate, non hanno convinto la popolazione che ha subito reagito con il terrore che si tratti di azioni di eradicazione forzata delle coltivazioni di coca e non di sostituzione della stessa come previsto dall’Accordo di Pace. L’eradicazione forzata penalizza i contadini più che incidere sul narcotraffico e gli scontri tra i “cocaleros” e la forza pubblica hanno già provocato la morte di 3 persone durante la quarantena.
Infine la nomina a coordinatore per le vittime del Ministero degli Interni, di Jorge Tovar, figlio di un noto paramilitare delle AUC soprannominato “Jorge 40” responsabile di efferati crimini contro la popolazione civile, ha suscitato sdegno e disappunto in vari settori sociali.