Gennaio 2021

SITUAZIONE ATTUALE

Secondo quanto dichiarato dalla JEP (Giurisdizione Speciale per la Pace), l’inizio dell’anno nuovo in Colombia è stato uno dei momenti più violenti da novembre 2016, periodo in cui fu firmato l’Accordo di Pace tra le FARC e il governo colombiano. L’escalation di omicidi nei confronti di leader sociali e difensori dei Diritti Umani e ambientali non accenna a diminuire, nonostante i forti e continui richiami all’implementazione degli Accordi e all’attuazione di tutte le strategie atte a garantire la sicurezza personale di tanti esponenti e di tante comunità che stanno assiduamente lavorando per la pace.
Purtroppo, anche all’interno dell’area di Apartadò, nella regione di Antioquia, dove opera Operazione Colomba, è costante l’aumento del reclutamento forzato da parte di gruppi armati illegali nei confronti di giovani tra i 14 e i 29 anni.

Questi dati sono stati riportati dalla Defensoria del Pueblo nell’allerta 051-20 dove si denuncia la pesante situazione che sta portando indietro il Paese agli anni del conflitto. I valori, pur essendo difficili da recuperare, indicano che da 3 a 4 giovani vengano reclutati ogni settimana tra i vari villaggi. Inoltre, per voce del Segretario Generale dell’ONU, Antonio Guterres, lo stesso documento della Missione di Verifica delle Nazioni Unite, che contiene l’analisi del contesto colombiano tra settembre e ottobre 2020, segnala le numerose difficoltà riguardanti la sicurezza degli ex-combattenti delle FARC, dei leader sociali e dei difensori dei Diritti Umani, causate anche dall’assenza dello Stato nelle zone più isolate e a rischio.
A questo si aggiungono altri omicidi nel mese di gennaio e uno sfollamento di almeno 40 famiglie nel dipartimento di Santander, a causa di una incursione di gruppi armati illegali. Con la morte dell’ex-combattente Juan Carlos Correa, in Antioquia, salgono a 254 gli ex-guerriglieri uccisi dopo aver firmato l’Accordo di Pace.
All’interno del forum “L’ambiente e chi ne difende i suoi Diritti”, Patricia Llombart, ambasciatrice dell’Unione Europea per la Colombia, e altri ambasciatori europei hanno manifestato la loro preoccupazione di fronte a tante minacce e omicidi. All’evento ha partecipato anche Francisco Javier Vera, di soli 11 anni, minacciato di morte per aver parlato pubblicamente in difesa dei Diritti ambientali e non solo.

CONDIVISIONE, LAVORO E NOVITA' SUI VOLONTARI

Le attività di accompagnamento di Operazione Colomba ai membri della Comunità di Pace hanno impegnato i volontari in alcune visite di monitoraggio nei villaggi della Comunità stessa. Lo stato di insicurezza, dovuto all’assiduo controllo dei gruppi armati illegali e la situazione della pandemia, che rimane complessa in tutta la Colombia, richiedono una presenza internazionale costante in questo momento in cui l’implementazione dell’Accordo di Pace è ancora difficile.
La Comunità di Pace fa grande leva sulla sua autonomia non solo alimentare, ma anche organizzativa che le permette di poter sviluppare in modo indipendente quasi tutte le attività inerenti all’agricoltura e alla gestione della propria visione di vita.
Oltre agli accompagnamenti richiesti, i volontari di Operazione Colomba hanno dedicato tempo alle attività ludiche ed educative con giovani e bambini, sempre rispettando, nella condivisione di vita quotidiana, i parametri di sicurezza legati alla pandemia.