Novembre 2021

Situazione attuale

Lo scorso fine ottobre ha avuto molta eco, anche a livello internazionale, la cattura del capo del Clan del Golfo, gruppo neo-paramilitare altresì conosciuto come AGC, Autodefensas Gaetanista de Colombia. Le ripercussioni di tale cattura si sono riversate immediatamente sulla popolazione civile dell’Urabà Antioqueño e del Bajo Cauca dove il Clan opera in maniera massiva. Attraverso dei messaggi audio e dei volantini distribuiti in varie città, gli uomini delle AGC hanno annunciato che saranno perpetrati attentati contro la popolazione civile e la forza pubblica. Fortunatamente, al momento, non ci sono stati attacchi diretti di massa ai civili, ma purtroppo gli omicidi selettivi sono continuati, come accaduto lo scorso 5 novembre nella regione del Putumayo dove tre persone sono state uccise in una zona contesa da diversi gruppi illegali. Come riportato anche dal quotidiano italiano La Repubblica: “[...]la Colombia si conferma come il Paese più pericoloso per chi difende l’equilibrio della natura […]” con 4 morti a settimana, 32 già quest’anno, secondo i dati riportati da Global Witness.

Numeri che stridono a distanza di 5 anni dalla firma dell’Accordo di Pace, avvenuta il 24 novembre 2016. Da allora sono stati uccisi 293 ex-guerriglieri e 1270 leader sociali di cui 155 dall’inizio di quest’anno, secondo i dati riportati dalla ONG Indepaz e ricordati nell’intervista rilasciata per il Sir da Monsignor Luis Josè Rueda, Arcivescovo di Bogotà. Il prelato afferma che esistono molti luoghi nel Paese dove i gruppi armati illegali “[...] persistono come frutto della rinascita o continuazione di gruppi preesistenti all’Accordo di Pace” e che lo Stato ha l’obbligo di operare per una pace positiva, dove gli interventi siano a 360 gradi con programmi sociali, educativi, sanitari, ecc…
Una nota positiva nel mezzo di tante difficoltà è la notizia di una possibile apertura del dialogo tra il Governo e la guerriglia dell’ELN (Esercito Nazionale di Liberazione). Come rilasciato in un’intervista al Espectador, Pablo Beltran, portavoce politico del gruppo insurrezionale, ha affermato che si sta cercando un canale mediato di comunicazione con il Governo Nazionale per riaprire il Tavolo delle trattative per la pace con il coinvolgimento del Vaticano.
In attesa di nuovi passi verso la pace e armi che cessino di far fuoco, i volontari di Operazione Colomba continuano il loro cammino al fianco dei difensori dei Diritti Umani e dell’ambiente della Comunità di Pace e non solo.

Condivisione, Lavoro e novità sui Volontari

Nel mese di novembre l’accompagnamento dei volontari di Operazione Colomba si è principalmente concentrato sul monitoraggio nei dintorni del principale villaggio della Comunità di Pace, San Josecito.
Gli spostamenti sono sempre volti a garantire una maggiore sicurezza allo svolgimento delle attività agricole realizzate dai membri della Comunità di Pace che, per il loro ruolo di difensori dei Diritti Umani e ambientali, sono continuamente minacciati dalla presenza di diversi gruppi armati. Questa situazione è stata già numerose volte resa nota attraverso i comunicati che la Comunità stessa pubblica.
Quest’anno le frequenti piogge, alternate dal sole rovente, non hanno regalato un buon raccolto di cacao e gli sforzi per poter avere un minimo guadagno si sono fatti ancora più intensi per i contadini della Comunità di Pace. Fortunatamente l’autonomia agricola della Comunità garantisce sempre che nessuno si trovi senza cibo, anche nei momenti più difficili e soprattutto ora che i costi dei generi alimentari sono aumentati vertiginosamente: sino al 50% in più per alcuni alimenti.
Almeno le note di colore e di musica non mancano mai a rallegrare le giornate della Comunità di Pace che in questo mese ha dato vita ad una festa nel nuovo spazio del biliardo in cui sono stati coinvolti veramente tutti, tra grandi e piccini.
Abbiamo, infine, dato il benvenuto alla nuova volontaria di Operazione Colomba, Monica, la quale è arrivata in terra colombiana per condividere la vita e l’esperienza di resistenza della gente della Comunità di Pace.