Gennaio 2022

Situazione attuale

Le speranze di un nuovo anno all’insegna della pace si sono spente sin dai primi giorni di gennaio quando in Arauca hanno perso la vita almeno 23 persone a causa di uno scontro armato tra la dissidenza delle FARC-EP e la guerriglia dell’ELN. La crisi in questa regione si è protratta per settimane e rimane ancora precaria la situazione a livello di sicurezza per la popolazione civile.
Certamente ha avuto una risonanza mondiale la notizia del pronunciamento della JEP (Sistema di Giustizia Transizionale) sul caso del massacro avvenuto il 21 febbraio 2005 nel quale 8 persone della Comunità di Pace di San José de Apartadó, tra cui 4 minori e il leader Luis Edoardo Guerra, vennero trucidati dalla Brigada XVII dell’esercito e dai paramilitari del Bloque Heroes de Tolovà. La JEP ha, infatti, dichiarato che il massacro fu un crimine di guerra e di lesa umanità per il quale non esisterà prescrizione. Una piccola vittoria per la Comunità di Pace che, da sempre, sostiene l’inammissibilità del caso come conseguenza del conflitto, considerandolo un atto premeditato per sterminare i suoi membri.
Anche questo mese una scia di sangue ha causato tante vittime tra leader sociali e ambientali. Fra tutti, l’omicidio più ripudiabile è stato quello della giovane guardia indigena Breiner Cucuñame di soli 14 anni, difensore della Madre Terra assassinato da gruppi armati che si disputano il territorio nella regione del Cauca. Le ultime cifre fornite da Indepaz (Istituto di Studio per lo Sviluppo e la Pace) danno un quadro terribile della situazione: dall’inizio dell’anno sono 13 i massacri avvenuti nel Paese, e dalla firma dell’Accordo di Pace nel 2016 sarebbero ben 1.299 i leader assassinati. A fare le spese di tanta violenza anche le Nazioni Unite che hanno subito un attacco a San José del Guaviare per mano della dissidenza delle FARC-EP le quali hanno bloccato un loro convoglio e dato fuoco ai mezzi, senza fortunatamente causare feriti.

Condivisione, Lavoro e novità sui Volontari

Nel mese di gennaio, nonostante un clima poco favorevole, si è riaperta la stagione dei raccolti, soprattutto di riso, fagioli e mais, e si è dato inizio alla preparazione dei nuovi terreni per la prossima semina. I volontari di Operazione Colomba hanno, quindi, monitorato la situazione nei vari villaggi della Comunità di Pace, accompagnando i contadini e le contadine nello svolgimento delle attività agricole e quotidiane. Anche gli accompagnamenti in città continuano a disincentivare la violenza contro i membri della Comunità di Pace e permettono loro di muoversi con maggiore sicurezza. La situazione non solo nel Paese in generale, ma anche nel municipio di San José, rimane molto pericolosa per i leader sociali e i difensori dei Diritti Umani. Per questo, la presenza di scorte civili nonviolente rimane di vitale importanza.
L’allegria dei bambini e delle bambine non è comunque mancata in questo periodo di vacanze scolastiche, trascorse tra corse in bicicletta, il karaoke e la pesca al fiume.
Un grazie particolare a Giovanni che ha regalato tempo e disponibilità al progetto e condiviso la sua vita con quella di Operazione Colomba e della Comunità di Pace.