Febbraio 2022

Situazione attuale

Non trova tregua la continua aggressione ai leader sociali in vari dipartimenti della Colombia. Le violazioni sono notevolmente aumentate anche in relazione alle prossime elezioni presidenziali. Secondo un documento della Missione di Osservazione Internazionale (MOE), ci sono almeno 131 municipi a rischio di frode o violenza, di cui 68 sotto estrema minaccia. Anche dall’Europa è stata richiesta una missione di osservazione elettorale internazionale per garantire il corretto svolgimento delle elezioni legislative e di quelle presidenziali, previste rispettivamente per il 13 marzo e per il 29 maggio. Nelle zone del Cauca, dell’Arauca e del Chocò, le situazioni di crisi umanitaria proseguono e producono continui sfollamenti soprattutto tra le popolazioni indigene, a causa degli scontri a fuoco tra le AGC e la guerriglia dell’ELN o con la dissidenza delle FARC.

Anche questo mese è sconcertante la lista di leader sociali e difensori dei Diritti Umani assassinati: Herman Quintero, Julio Cesar Bravo, Dilson Dimacò, Teofilo Acuña; addirittura c’è stato anche il ferimento con arma da fuoco di un bambino indigeno di soli 10 anni, durante un’azione violenta della polizia anti-droga nel Putumayo.
La richiesta urgente del Vescovo di Quibdò, Monsignor Barreto, di una riunione con il Presidente Duque per dare voce e trovare soluzioni alla grave crisi umanitaria nel Chocò, ma anche in altre regioni come Antioquia, ha rappresentato in modo eclatante le lacune dello Stato. Oltretutto, il Vescovo ha, poi, dovuto rinunciare, insieme a diverse organizzazioni di difesa dei Diritti Umani, alla riunione, a causa delle dichiarazioni dei Ministri degli Interni e della Difesa che negavano la veridicità della situazione riportata dalla Chiesa, dalla Defensoria del Pueblo e da varie organizzazioni dedite al monitoraggio delle regioni del Pacifico. In particolare, le denunce della Chiesa riguardavano il totale controllo da parte del Clan del Golfo di tutta la regione del Chocò e della connivenza tra la forza pubblica e i gruppi armati illegali.

Condivisione, Lavoro e novità sui Volontari

Nel mese di febbraio sono proseguite le attività di monitoraggio effettuate dalle volontarie di Operazione Colomba nei vari villaggi del Municipio di San José di Apartadó. In queste aree, la presenza dei gruppi armati illegali continua a rappresentare una minaccia per tutti coloro che denunciano le violazioni dei Diritti Umani e non condividono gli interventi economici, spesso realizzati in loco attraverso la sistematica uccisione di chi vi si oppone.
Nonostante tante situazioni di difficoltà e insicurezza, la Comunità di Pace continua a portare avanti la piccola riforma agraria, attraverso il lavoro collettivo dei terreni come forma alternativa di sussistenza atta a garantire l’indipendenza alimentare e il rispetto dell’ambiente.
Sicuramente, il momento più significativo di questo mese è stato l’anniversario del massacro accaduto il 21 febbraio 2005 a Mulatos e Resbalosa dove 8 persone della Comunità, tra cui 4 minori, furono assassinate dall’esercito e dai paramilitari. Solo recentemente questa strage è stata riconosciuta come crimine di guerra e di lesa umanità. La frase “fare memoria è un impegno con il futuro” descrive bene l’importanza di uno dei pilastri della Comunità nella sua ricerca di giustizia e pace: la memoria appunto. Anche quest’anno, i contadini e le contadine della Comunità, insieme ad amici e agli accompagnanti internazionali, hanno raggiunto i villaggi dove venne perpetrato il crimine e hanno ricordato queste vite spezzate come semi per la terra al fine di far germogliare libertà.

Un ringraziamento particolare a Monica che ha condiviso l’esperienza di vita e resistenza della Comunità di Pace con semplicità e disponibilità e che ora continuerà il suo cammino in Italia.