Marzo 2022

Situazione attuale

Il 3 marzo è stato presentato il rapporto dell’Alta Commissaria delle Nazioni Unite per i Diritti Umani in Colombia relativo all’anno 2021. Secondo quanto riportato, c’è stato un aumento della violenza, in particolare nelle zone rurali e in alcuni centri urbani. La violenza ha colpito in maniera severa la leadership e la vita comunitaria indigena, contadina e afrodiscendente nonché le donne.
Nel 2021, l’Ufficio dell’Alta Commissaria ha ricevuto 202 denunce di omicidio a danno di persone che difendono i Diritti Umani e 1.116 denunce di minacce e aggressioni contro persone e organizzazioni che tutelano questi Diritti. Il 75% di questi casi è avvenuto nelle regioni di Antioquia, Chocò, Valle del Cauca e Cauca. L’Ufficio ha, inoltre, registrato 100 possibili casi di massacri e 54 ex-membri delle FARC-EP assassinati. Secondo l'Ufficio delle Nazioni Unite per il Coordinamento degli Affari Umanitari, tra gennaio e novembre 2021, si è registrato lo sfollamento di 72.388 persone e il confinamento di 57.787 persone.
Il 15 marzo, l’uccisione di Miller Correa, autorità del Pueblo Nasa del nord del Cauca, ha scosso il Paese: leader stimato e riconosciuto, aveva partecipato, in diverse occasioni, ad alcune riunioni di alto livello con le Nazioni Unite. Diverse Ambasciate, la Delegazione dell’UE in Colombia, l’Alta Commissaria ONU per i Diritti Umani e la Missione di Verifica dell’ONU in Colombia hanno espresso pubblicamente la loro condanna per questo ennesimo vile assassinio.

A metà mese si sono svolte le elezioni legislative e quelle primarie presidenziali che hanno goduto dell’accompagnamento della missione di osservazione internazionale. Secondo quanto riportato da Giovanna Martelli, ex-deputata che ha preso parte all’iniziativa, “la tornata elettorale del 13 marzo ha visto il successo di Francia Marquez, leader comunitaria afro e difensora dei Diritti Umani, alle primarie presidenziali e l’aumento della presenza delle donne nel Congresso colombiano. Inoltre, con l’istituzione delle Circoscrizioni speciali di Pace, le comunità rurali maggiormente colpite dal conflitto saranno rappresentate nel Congresso e le vittime porteranno la propria voce nelle istituzioni per influenzare il processo decisionale”.
Il 24 marzo è giunta da Ginevra una nota importante che sottolinea la gravità della situazione nel Paese. Con essa, Mary Lawlor, relatrice speciale ONU per i Diritti Umani, ha chiesto che siano investigati i casi di minacce e omicidi di leader sociali in Colombia e che venga promossa una politica effettiva di prevenzione: “l’aumento delle minacce contro persone difensore dei Diritti Umani in Colombia sta generando un effetto intimidatorio nella società civile […]. Abbiamo ricevuto rapporti su un numero crescente di bambini, bambine e adolescenti reclutati dai gruppi armati non statali”.

Condivisione, Lavoro e novità sui Volontari

Dal 1997 marzo è, per la Comunità di Pace di San José de Apartadò, il mese nel quale si celebra e si commemora l’anniversario della sua fondazione. Era, infatti, il 23 marzo di 25 anni fa quando, con un atto pubblico nel cortile della scuola del paese di San Josè de Apartadò, un gruppo di contadini e contadine lessero ad alta voce la dichiarazione ufficiale che diede inizio ad un cammino di resistenza pacifica in un contesto di conflitto armato ad alta intensità. “La Comunità all’inizio aveva come unico obiettivo resistere sino a domani, mai avremmo pensato, all’epoca, di arrivare a festeggiare oggi 25 anni di esistenza. Più che un celebrare è un commemorare, commemorare la vita di tutte quelle persone che hanno creduto in questo cammino fino a dare la propria vita. Però sì, è anche un celebrare assieme a voi, alle tante persone che hanno scelto di camminare al nostro fianco, che hanno creduto e credono in ciò che siamo e che da diverse parti del mondo ci sostengono ogni giorno. La loro forza morale è stata ed è per noi indispensabile, ci anima e ci illumina in un momento in cui siamo nuovamente fortemente sotto attacco per voler costruire ed essere qualcosa di nuovo, di distinto, da questo sistema distruttivo”. Si può riassumere in queste parole l’intensa giornata vissuta. Dal commemorare, attraverso una marcia alla quale hanno partecipato anche diverse Ambasciate e le testimonianze di alcune persone fondatrici della Comunità, al celebrare, attraverso giochi, canti e balli.
Operazione Colomba ha reso omaggio a queste persone e al loro cammino attraverso una scultura in legno e un quadro di ringraziamento da parte di tutti i volontari e le volontarie che hanno avuto l’onore di stare al loro fianco.
Invitiamo a leggere la testimonianza di una volontaria di Operazione Colomba, scritta in occasione dei 25 anni di Vita della Comunità di Pace: www.operazionecolomba.it/dove-siamo/colombia/colombia-notizie/3573-c-e-ancora-vita-da-celebrare.html.