Aprile 2022

Situazione attuale

Il 4 aprile è stato pubblicato il rapporto della Missione di Verifica realizzata il 2 aprile a Puerto Leguízamo, nella regione del Putumayo, con l’accompagnamento di organizzazioni nazionali e internazionali, difensori dei Diritti Umani e vari giornalisti. Questa Missione è stata convocata dal Tavolo Territoriale di Garanzie del Putumayo a seguito del massacro di 11 persone, avvenuto il 28 marzo 2022. Il Ministero della Difesa ha definito l’accaduto un’operazione militare di “successo”, le cui vittime sono state presentate come dissidenti delle FARC-EP. Secondo la Missione di Verifica si tratterebbe, invece, di una esecuzione extragiudiziale che spinge nuovamente il Paese a constatare come l’orribile pratica dei falsos positivos da parte dell’esercito stia continuando.
Anche l’Ufficio delle Nazioni Unite in Colombia, dopo una missione in loco, insiste affinché venga realizzata un’indagine esaustiva e indipendente su quanto successo. Uno dei sopravvissuti ha raccontato al quotidiano colombiano ‘El Espectador’: “non essendo stato sufficiente l’omicidio dei civili, dopo il massacro siamo stati vittime di detenzioni in altri villaggi: ci hanno tolto i nostri beni senza alcuna ragione”.
Un gruppo di vittime della Operación Génesis e alcuni rappresentanti delle comunità, colpite dal conflitto armato in varie regioni del Paese, hanno interposto una tutela alla Giurisdizione Speciale per la Pace (JEP) per impedire che Otoniel, il massimo capo del gruppo armato illegale Autodefensas Gaitanista de Colombia (AGC), sia estradato negli Stati Uniti. Il progetto di sottrazione del territorio iniziò con la Operación Génesis, un’offensiva militare, avvenuta tra il 1996 e il 1997, che perseguiva l’obiettivo di eliminare le FARC e che si è macchiata di crimini di guerra a danno dei civili. Secondo le vittime di tale offensiva, questo processo di sottrazione non si è mai arrestato, anzi, ha cambiato forma e attori: Otoniel ne sarebbe un elemento chiave.

In un’intervista concessa a Miguel Estupiñan e pubblicata dal quotidiano El Tiempo, Monsignor Héctor Fabio Henao, rappresentante della Conferenza Episcopale Colombiana, ha sottolineato come il confinamento e lo sfollamento forzato in Colombia tornino ad essere un fenomeno in crescita. Ci sono persone che non possono nemmeno spostarsi da un luogo all’altro a causa della presenza di attori armati illegali. Dopo aver visitato varie regioni della Colombia, Monsignor Henao ha commentato che non si può occultare la realtà: alcune zone del Paese stanno vivendo una situazione umanitaria gravissima. Questa descrizione è stata riportata anche al Papa e ai candidati presidenziali.
Il 21 aprile è stato presentato il n. 64 della rivista ‘Noche y Niebla’ dal titolo “El Estigma como política de Estado”, che è stato prodotto dal Cinep/PPP. Questo documento riporta le violazioni dei Diritti Umani avvenute nel 2021. L’attuale Presidente del Cinep, Martha Lucía Márquez, ha dichiarato: “Il Cinep/PPP assume il diritto e l’obbligo di formulare una lettura propria e autonoma sulla crisi dei Diritti Umani e del DIHC a livello nazionale, attraverso uno sforzo per ridurre la vulnerabilità delle vittime”. Mentre il fondatore dell’ente e sacerdote gesuita, Javier Giraldo, ha sottolineato: “La cosa più preoccupante del 2021 è l’avanzata e lo sviluppo molto ampio del paramilitarismo in tutto il Paese, nonché la persecuzione della protesta sociale”.
Nel municipio di Frontino (regione di Antioquia), il 20 aprile l’esercito ha subito un attacco con degli esplosivi che ha causato la morte di 6 soldati e il ferimento di altri 5. La stessa Forza Pubblica ha segnalato come responsabile dell’attentato il gruppo armato illegale “Clan del Golfo”.
Secondo INDEPAZ, il mese di aprile si chiude con la conferma del trentasettesimo massacro, avvenuto nella regione del Cauca, e di 61 leader sociali assassinati dall’inizio dell’anno.

Condivisione, Lavoro e novità sui Volontari

Per il Venerdì Santo, la Comunità di Pace di San José de Apartadó ha organizzato l’annuale Via Crucis, un esercizio di memoria che, dal 1997 ad oggi, ha voluto ripercorrere, attraverso le stazioni della passione di Cristo, la storia di coloro che hanno donato la propria vita per la Comunità. E’ stata realizzata una processione partita di primo mattino dall’Aldea Rigoberto Guzman, nel villaggio della Union, per arrivare nel tardo pomeriggio a concludere la commemorazione nella cupola della memoria a San Josecito. Come espresso nel comunicato pubblicato dalla stessa Comunità di Pace, questo momento si è tramutato in una lunga giornata di riflessione: “al ripercorrere questo cammino di sofferenza e dolore che vari nostri fratelli attraversarono, abbiamo sentito che la loro vita e il loro legame resuscitavano in noi con nuova vitalità”.
Abbiamo accompagnato con grande emozione questo cammino di morte, che ha testimoniato come la resurrezione di tante vite abbia dato la forza a questo gruppo di contadini di continuare la loro lotta pacifica per un mondo giusto.
Durante il mese, abbiamo accompagnato una commissione della Comunità di Pace in alcuni suoi possedimenti terrieri, all’interno dei villaggi del Corregimiento di San José de Apartadó, per la semina di prodotti agroalimentari o per il pascolo. La maggior parte di questi terreni sono salvaguardati al fine di proteggere la foresta pluviale e i bacini idrici.