Maggio 2022

Situazione attuale

Inizia nel peggiore dei modi il mese di maggio in Colombia. In seguito all’estradizione negli Stati Uniti di Dario Antonio Usuga David, alias “Otoniel”, il gruppo armato illegale Clan del Golfo (autodenominato Autodefensas Gaitanistas de Colombia) ha indetto uno “sciopero armato” che ha coinvolto 11 regioni del Paese. Nei comunicati, resi pubblici attraverso le reti sociali, il gruppo armato illegale ha avvisato che dal 5 al 9 maggio erano vietate tutte le attività educative, commerciali, sociali, culturali e politiche, creando così una situazione di confinamento di interi villaggi e città. Per Carlos Zapata, ricercatore del Observatorio de Derechos Humanos del Instituto Popular de Capacitación, lo “sciopero armato” evidenzia come l’analisi, secondo la quale la cattura di Otoniel rappresenta l’inizio della fine del Clan del Golfo, sia falsa. “Lo Stato e la forza pubblica vedono una realtà opposta a quella che si vive nei territori. Quello che abbiamo visto è che questo gruppo armato si è rafforzato in differenti zone del Paese.”
L’osservatorio per i Diritti Umani di INDEPAZ ha pubblicato la raccolta dei dati riguardante quanto successo dal 5 all’8 maggio a causa dello “sciopero armato”: 14 omicidi, più di 80 veicoli bruciati, graffiti, minacce alla popolazione civile e vie principali bloccate per giorni.
Prima dell’estradizione, Otoniel ha rilasciato la sua testimonianza sul tema delle sparizioni forzate, così come fatto in precedenza dalla ex-guerriglia delle FARC-EP, di fronte alla Giurisdizione Speciale per la Pace (JEP) e all’Unità di Ricerca di Persone date per Scomparse (UBPD). L’estradizione è stata fortemente criticata dalle vittime del conflitto armato colombiano come una strategia per evitare la verità. Secondo la JEP, “almeno 7.281 persone sarebbero scomparse durante il conflitto nella subregione dell’Urabà e del Bajo Atrato chocoano”. Con queste informazioni, la JEP e la UBPD hanno costruito un piano per coordinare gli sforzi e proteggere i luoghi dove si trovano i corpi non ancora identificati.
A fine maggio si è tenuta la Settimana Internazionale del Detenuto-Desaparecido che commemora le persone detenute dalle forze statali e poi fatte sparire. Questo evento è stato indetto negli anni ‘80 dalla Federazione Latinoamericana di Associazioni dei Familiari di Detenuti-Desaparecidos. Secondo il Centro Nazionale di Memoria Storica, lo Stato sarebbe responsabile di più di 2.500 sparizioni in Colombia. In una intervista rilasciata al quotidiano El Espectador, il sacerdote gesuita Javier Giraldo, che da molti anni rimane al fianco delle famiglie dei desaparecidos, sottolinea come “la sparizione forzata coinvolge più di una violazione dei Diritti Umani, poiché distrugge la psiche umana in molti aspetti, iniziando dalla situazione di irrisolto esistenziale, dato che non si sa se la persona è morta o viva. Una tortura permanente dove i familiari immaginano continuamente dove sarà la persona, cosa starà facendo. Molti ammettono che avrebbero preferito essere certi che il familiare fosse stato assassinato per avere la conferma della morte, poter celebrare il funerale. Per questo credo che la sparizione della persona sia uno dei crimini più orrendi”.
Il 29 maggio si sono tenute le elezioni presidenziali con le raccomandazioni, espresse da diversi parlamentari italiani ed esponenti della società civile attraverso un accorato appello, che potessero svolgersi in maniera libera e pacifica. I risultati hanno visto il candidato della sinistra Gustavo Petro, leader del Pacto Historico, ottenere il 40,34% dei voti. Dato che non è riuscito a raggiungere il 50%+1 dei voti per poter passare al primo turno, Petro affronterà al ballottaggio del 19 giugno il candidato indipendente Rodolfo Hernández, che ha ottenuto il 28,2% dei voti.

Condivisione, Lavoro e novità sui Volontari

Da diversi mesi purtroppo la Colombia sta vivendo, in diverse aree, situazioni drammatiche dovute non solo alla violenza, ma anche alle forti piogge che hanno provocato morti e danni alle abitazioni, ai raccolti e soprattutto alle già precarie vie di comunicazione nelle zone rurali. Queste condizioni hanno causato notevoli disagi negli spostamenti degli abitanti. Anche nel municipio di Apartadó non sono mancate frane e danni dovuti ai fiumi che spesso sono straripati. Nonostante tante difficoltà, la Comunità è riuscita a mantenere l’accompagnamento internazionale nei vari villaggi nonché a sfruttare le poche ore di sole per la semina di riso e mais e per la raccolta di fagioli e avocado.
In questo mese di maggio, c’è stata anche l’opportunità di festeggiare la festa della mamma, momento sempre caro alla Comunità di Pace in cui vengono ricordati il lavoro, l’impegno e la dedizione di tante donne e madri che hanno fatto e fanno la storia della resistenza della Comunità, alcune dando anche la vita nel corso di tanti anni di conflitto. Con poesie e canti i bambini e le bambine della Comunità hanno fatto festa, mentre gli uomini hanno preparato la cena per tutti!
A fine mese è rientrato in Italia Mattia che ha condiviso la sua vita come volontario di Operazione Colomba nella Comunità di Pace. Lo ringraziamo per aver saputo, con semplicità e disponibilità, partecipare alle varie attività quotidiane tra accompagnamenti, gioco e momenti di confronto con la gente della Comunità di Pace.