Giugno 2022

Situazione attuale

Secondo le fonti dell’Istituto per lo Studio dello Sviluppo e delle Pace (INDEPAZ), nella  prima settimana di giugno si sono registrati 5 omicidi di leader sociali, tra cui le uccisioni nel Cauca di  Josè Ernesto, leader religioso, e di Jesusita Moreno, anche conosciuta come “Tuta”. La donna era una nota leader delle comunità afro-discendenti e indigene di San Juan, nella regione del Chocò. Per aver affrontato i gruppi armati illegali esigendo rispetto per la vita, aveva subito varie minacce e un attentato. Con la sua morte, le vittime, tra i leader sociali, salgono così a 86 nel Paese, dall’inizio del 2022.
In questo clima di continuo terrore per chi cerca di difendere i propri diritti, le settimane precedenti alle elezioni presidenziali - giunte al ballottaggio il 19 giugno - sono state molto intense e sentite. Come riportato in un’intervista del Sir al docente di Storia Contemporanea dell’Università di Modena e Reggio Emilia, Gianni La Bella, la vittoria di Petro ha rappresentato una svolta storica non solo per la Colombia, ma per tutta l’America Latina.
Dopo 4 anni di lavoro, il 28 giugno la Commissione per il chiarimento della Verità (CEV), entità creata all’interno dell’Accordo di Pace tra Stato e guerriglia delle FARC-EP, ha consegnato il rapporto finale su quanto successo durante la guerra in Colombia. “Chiediamo siano accolte le verità della tragedia. In questo conflitto, la maggior parte dei morti sono stati civili non combattenti.
Questa è la tragedia vissuta in questo Paese. Se facessimo un minuto di silenzio per ciascuna delle vittime del conflitto armato, il Paese dovrebbe tacere per 17 anni”, sono state alcune delle parole pronunciate dal sacerdote gesuita Francisco De Roux, presidente della CEV. “Perché il Paese non si è fermato per esigere che la guerriglia e lo Stato fermassero la guerra e negoziassero una pace? Dov’era il Congresso, dove erano i partiti politici? Non si è mai capito che l’ordine armato imposto alla popolazione e alle comunità invece che proteggere, le distruggeva per poi essere abbandonate nelle mani dei paramilitari? Cosa hanno fatto di fronte a questa crisi i leader religiosi? Cosa hanno fatto gli educatori? Cosa dicono i giudici che hanno lasciato che l’impunità si accumulasse? Quale è stato il ruolo dei mass media? Come abbiamo potuto lasciare succedere tutto questo e permettere che ancora passi?”. Più che risposte, sono state queste alcune delle domande recitate da De Roux come invito alla società a conoscere il documento finale e a stimolarla alla ricerca quotidiana della pace. Il 30 giugno il rapporto finale è stato presentato al Parlamento Europeo da Carlos Martín Beristain e Alejandro Valencia, membri della CEV.

Condivisione, Lavoro e novità sui Volontari

Il mal tempo continua inclemente causando ancora molti danni alle vie di comunicazione e alle diverse coltivazioni in tutto il Paese. Nonostante i cammini impervi, la Comunità di Pace ha comunque concentrato i suoi sforzi, verso i vari villaggi, nella semina di riso e mais e nella potatura e pulizia dei terreni dedicati alla produzione di cacao, sperando che almeno per fine anno si possano avere dei raccolti discreti.
In molti dei loro spostamenti, i membri della Comunità di Pace sono stati accompagnati dai volontari di Operazione Colomba che monitorano l’area dove la presenza dei gruppi armati illegali delle AGC rappresenta un pericolo per la sicurezza della popolazione civile e, in particolare, per i membri della Comunità stessa. Ma il mese di giugno è stato soprattutto marcato dalla gioia dell’evento chiamato “Universidad Campesina de la Resistencia” (Università Contadina della Resistenza), organizzato dalla Comunità di Pace. Questa iniziativa è un vero e proprio momento di confluenza di diverse esperienze agricole, culturali e giuridiche relative alla terra, in tutti i suoi aspetti: da quello della coltivazione a quello della sovranità alimentare e del diritto di proprietà.
L’Università ha coinciso, inoltre, con l’anniversario della morte di Eduar Lanchero, figura  emblematica nella storia della Comunità di Pace; un uomo che ha incoraggiato e reso vivo il sogno secondo cui la resistenza civile di una comunità possa generare speranza per l’oggi e per il domani.
Nella prima settimana di giugno è rientrata in Italia Naomi dopo aver trascorso alcuni mesi come volontaria di Operazione Colomba nella Comunità di Pace. A lei va un ringraziamento particolare non solo per la disponibilità e semplicità con cui ha saputo mettersi in gioco, ma anche per l’allegria e ironia con cui ha affrontato i momenti più difficili, lasciando in tutti gratitudine e un “arrivederci a presto”.