Gennaio 2023

Situazione attuale

All’inizio del nuovo anno è stato annunciato dal Presidente Gustavo Petro un Accordo tra cinque gruppi armati che prevede un cessate il fuoco bilaterale della durata di sei mesi. Camilo Gonzalez Posso, direttore della ONG Indepaz, ha riferito che la Colombia è di fronte ad un fatto “straordinario”. Il 4 gennaio però, il governo ha annunciato la sospensione del cessate il fuoco con il gruppo guerrigliero “Esercito di Liberazione Nazionale” (ELN), dopo che i suoi rappresentanti hanno negato l’esistenza di un Accordo per contenere le ostilità. L’11 gennaio si è tenuto il Consiglio di Sicurezza dell’ONU durante il quale Carlos Ruiz Massieu, capo della Missione di Verifica ONU in Colombia, si è compiaciuto col governo per gli audaci passi finora intrapresi e, allo stesso tempo, ha deplorato la continua violenza perpetrata contro comunità, leader sociali ed ex membri delle FARC-EP, a distanza di sei anni dalla firma dell’Accordo di Pace. Inoltre, è stata sottolineata la necessità di implementare in modo coordinato le dispozioni previste dall’Accordo sul tema della sicurezza. Continua la violenza anche nella zona rurale della città di Buenaventura dove, nonostante il cessate il fuoco, sono circa 9.000 le persone sfollate e/o isolate, senza accesso a internet e con le scuole distrutte, a causa dei persistenti combattimenti tra la dissidenza delle FARC-EP, l’ELN e il gruppo neo paramilitare delle AGC. Dagli Stati Uniti è arrivata la notizia che Dairo Antonio Úsuga David, alias Otoniel, capo del gruppo neo paramilitare delle AGC (o Clan del Golfo), si è dichiarato colpevole rispetto alle accuse di narcotraffico per le quali è sotto processo. Il 24 gennaio, Gloria Cuartas Montoya si è ufficialmente insediata come Direttrice della Unidad de Implementación del Acuerdo de Paz. Dopo la nomina, Gloria Cuartas ha commentato: “l’implementazione di questo Accordo, che pone al centro le vittime del conflitto armato, si realizza partendo dai territori e con i territori per essere un gran contributo alla Paz Total. L’implementazione implica grandi sfide che, senza dubbio, ci assumiamo perchè crediamo che la pace sia possibile e perchè gli impegni dell’Accordo sono irreversibili”.

La Ministra delle Miniere ed Energia, Irene Vélez, ha dichiarato al World Economic Forum di Davos che il governo colombiano non approverà nuovi progetti di ricerca del petrolio e del gas, perseguendo così l’obiettivo di tentare di abbandonare i combustili fossili per una economia alternativa.

Il 25 gennaio si è conclusa la visita in Colombia di Volker Türk, Alto Commissario dei Diritti Umani per le Nazioni Unite. L’agenda è stata ricca di riunioni e, tra le tante, si sottolineano quelle con il Presidente Petro, la Giurisdizione Speciale per la Pace (JEP), alcuni Difensori dei Diritti Umani e rappresentanti di popoli indigeni e afrodiscedenti. Durante la conferenza stampa tenutasi a Bogotá, l’Alto Commissario ha celebrato la ripresa del dialogo tra il governo e l’ELN, assicurando l’appoggio del suo Ufficio per accompagnare le negoziazioni e sostenere la difesa dei Diritti Umani e, in particolare, delle vittime. A fine mese si sono, purtroppo, registrati altri tre massacri: uno nella regione di Cordoba e due nella regione di Antioquia. Si riporta, inoltre, la morte di una guardia indigena Awá, a causa di una mina antiuomo. Lunedì 30 gennaio, la Corte Interamericana per i Diritti Umani ha annunciato che “lo Stato colombiano è responsabile dello sterminio del partito politico Unión Patriótica”, mettendo così fine ad un processo durato 30 anni. La Unión Patriótica (UP) è un partito politico sorto dai negoziati di pace, avvenuti nel 1985 tra il Governo colombiano e le FARC-EP. La sentenza della Corte assicura che furono piú di 6.000 le persone uccise, mentre la Commissione per la Veritá conta 8.300 vittime di sterminio. Lo sterminio era diretto ai leader del partito piú visibili e votati. Molti di loro sono state costretti all’esilio. Attualmente, varie persone note della UP, come la Senatrice Aida Avella e la Ministra della Cultura Patricia Ariza, sono presenti nel Congresso e hanno ottenuto incarichi governativi.

Condivisione, Lavoro e novità sui Volontari

Rispetto alla situazione del territorio e del Paese, un nuovo anno di sfide è iniziato per la Comunità di Pace: la speranza di una vera pace richiama quotidianamente ciascuno a fare la propria parte affinché il lavoro della terra e la custodia dell’ambiente favoriscano la sua realizzazione. In questo mese, infatti, sono state molte le occasioni per Operazione Colomba di accompagnare in diversi villaggi le persone della Comunità di Pace impegnate nei lavori agricoli, come raccogliere i frutti dei mesi precedenti (fagioli, mais e riso), piantare i semi per la produzione di yuca, ma anche preparare il pascolo e salvaguardare le falde acquifere e boschive. Ringraziamo Valeria che è rientrata in Italia, dopo aver condiviso alcuni mesi con i membri della Comunità di Pace, e diamo il benvenuto a Mattia che ritorna in terra colombiana per camminare ancora con noi.