Settembre 2023

Situazione attuale

“L’acqua è per la vita e non per il fracking”. Questa la frase che ha segnato la marcia, a inizio mese, di differenti comunità che si sono mobilitate nei territori per alzare la voce in difesa dell’acqua, del suolo e della vita. “Con certezza possiamo dire al Paese che continueremo il nostro impegno per chiudere il cammino al fracking perché questa è una bandiera di tutta la società per proteggere la natura, recuperare quanto perso e decarbonizzare”, queste le parole della Ministra dell’ambiente, Susana Muhamad.
A inizio mese si è concluso il quarto ciclo del Tavolo di Dialogo tra l’ELN e il governo nazionale con gli Acuerdos de Caracas.
Si è tenuta, sempre a inizio mese, la Settimana per la Pace, promossa dalla Chiesa colombiana e da varie organizzazioni, università e associazioni accomunate dall’impegno per la costruzione della pace.
Il 5 settembre il MOVICE (Movimiento Nacional de Victimas de Crimenes de Estado) ha denunciato, attraverso un comunicato pubblico, l’omicidio del giovane Johan Ferney Aguilar, figlio del leader Wilmer Aguilar. Le vittime erano querelanti tutelari (accionantes de la tutela) contro l’impresa Miranda Gold: “un attacco diretto verso coloro che hanno lottato instancabilmente per la difesa dei propri diritti e della terra di fronte agli interessi delle imprese che operano nella regione”.
Il 6 settembre a Bogotà, Act Chiesa Svedese e Diakonia hanno premiato le persone vincitrici del Premio Diritti Umani (DU) in Colombia con un’emozionante cerimonia.
Dopo quasi 7 anni dalla firma dell’Accordo di Pace con le FARC-EP e in seguito a insistenti chiamate dell’ONU e della comunità internazionale, il governo ha approvato il 7 settembre la politica pubblica di smantellamento delle organizzazioni criminali (includendo quelle denominate come successori del paramilitarismo e le sue reti di appoggio). L’obiettivo di questa azione è quello di contribuire alla non ripetizione delle gravi violazioni dei Diritti Umani e delle infrazioni al Diritto Internazionale Umanitario contro persone e comunità.
L’11 settembre è uscito il report globale elaborato dall’Ufficio delle Nazioni Unite per il controllo della droga e la prevenzione del crimine (UNODC) relativo alle zone seminate di coca nel 2022. Le coltivazioni di coca in Colombia, per il secondo anno consecutivo, hanno raggiunto un massimo storico con 230.000 ettari seminati: un aumento del 13% rispetto al 2021.
La ONG “Global Witness” ha pubblicato il report relativo alle persone impegnate nella difesa della natura. La Colombia risulta essere, ancora una volta, il Paese più pericoloso al mondo per chi difende la terra e le sue risorse: “ancora una volta, i popoli indigeni, le comunità afrodiscendenti, i piccoli agricoltori e gli attivisti ambientali sono stati vilmente attaccati”.
L’11 settembre, attraverso un video registrato dalla comunità di Bocas del Manso nel Municipio di Tierralta (Cordoba), il Paese intero ha potuto constatare che uomini del Battaglione Junin della Brigata XI dell’Esercito hanno minacciato la popolazione civile, presentandosi come il gruppo guerrigliero dissidente delle FARC-EP. Il 20 settembre il Ministro della Difesa Velásquez ha raggiunto il villaggio per chiedere, a nome del capo del governo, scusa per quanto successo: “la presenza qui oggi è per esprimere il rifiuto da parte del governo di qualsiasi atto compiuto da qualsiasi membro delle forze dell’ordine che oltraggi le comunità”. Sono 10 i militari già destituiti dal servizio, tra i quali il comandante della Brigata XI con sede a Monteria. In concomitanza sono stati registrati più di 4.000 sfollati nella città di Tierralta, in movimento per timore di ripercussioni e per chiedere che siano attese le richieste delle comunità.
Il 25 settembre, la Coordinacion Colombia – Europa - Estados Unidos, rete nazionale di organizzazioni che difendono i Diritti Umani, ha pubblicato un comunicato dove si esprime la preoccupazione e la condanna per i gravi e reiterati attacchi perpetrati nelle ultime settimane contro la popolazione civile in varie regioni, menzionando anche l’incursione di un gruppo paramilitare nel centro comunitario di San Josecito presso la Comunità di Pace di San José de Apartadó: “Alla pace non si arriva con omicidi di civili, né con attacchi alla popolazione”.

 

Condivisione, Lavoro e novità sui Volontari e le Volontarie

Il mese di settembre ha visto un deterioramento della situazione riguardante la sicurezza delle persone della Comunità di Pace, così come denunciato nell’ultimo comunicato pubblico uscito il 22 settembre.
Il fatto più grave è avvenuto il 18 settembre, giorno in cui due uomini armati sono entrati nel centro comunitario della Comunità di Pace ma, non appena scoperti, si sono dati alla fuga. Preoccupano anche due casi di intromissione arbitraria, irregolare e abusiva in alcune porzioni di terreno facenti parte del predio La Roncona, proprietà privata della Comunità di Pace.
Operazione Colomba è stata quindi impegnata in vari accompagnamenti per garantire protezione e osservazione internazionale.
A fine mese, Operazione Colomba ha accompagnato a Bogotà una delegazione della Comunità di Pace per partecipare ad alcune riunioni con enti e ambasciate, al fine di richiamare l’attenzione sulla grave situazione di violazione dei Diritti Umani e del Diritto Internazionale Umanitario che tuttora, nonostante la tanto proclamata pace, si vive nel territorio. La Comunità di Pace ha ribadito l’importanza del sostegno della comunità internazionale per il proprio processo di resistenza pacifica.