Novembre 2023

Situazione attuale

Nel mese di novembre si sono verificate situazioni davvero difficili per l’avanzamento del progetto di Paz Total messo in moto dal governo. Il primo grande intoppo ha riguardato il proseguimento del dialogo con l’ELN che ha subito una battuta d’arresto dopo il rapimento, da parte del gruppo guerrigliero, del padre di un famoso calciatore, Luis Diaz. Non meno problematico è apparso anche il dialogo con lo Estado Mayor Central (EMC) della dissidenza delle FARC-EP che, dopo solo 20 giorni dalla creazione del tavolo per le trattative, è stato interrotto per ordine di Ivan Mordisco, comandante del gruppo armato illegale. E’ stato però mantenuto in vigore il cessate il fuoco bilaterale.
Una notizia che porta un po’ di giustizia in mezzo a tanta sofferenza è la condanna a 30 anni e 8 mesi di carcere all’ex capo paramilitare Albeiro Manuel Gomez Martinez, per omicidio nel massacro in cui, il 21 febbraio del 2005, morirono 8 membri della Comunità di Pace di San José de Apartadó. In particolare, Martinez sarebbe stato l’autore materiale dell’uccisione di Natalia, bambina di soli 5 anni, che è stata decapitata con un machete. Il crimine è avvenuto con la complicità dell’esercito, come espresso nel comunicato della Fiscalía General de la Nación (Pubblico Ministero).
Il susseguirsi di violazioni dei Diritti Umani non lascia grande ottimismo in questa fine dell’anno.
Nonostante gli sforzi del governo di trovare soluzioni al conflitto, secondo il 35° rapporto semestrale della Missione di Appoggio al Processo di Pace (MAPP-OEA), si è protratta, durante tutto il 2023, una persistente violenza esercitata dai gruppi armati illegali contro i civili con minacce a gruppi etnici e reclutamento forzato.
Attraverso un comunicato pubblico, la Comisión Intereclesial de Justicia y Paz ha denunciato l’assassinio, avvenuto il 12 novembre, del leader sociale Daniel Rivas di Puerto Caicedo, noto per il suo impegno come difensore ambientale e presidente della giunta comunale. Secondo INDEPAZ (Istituto per lo Studio dello Sviluppo e la Pace), almeno 18 persone sono state uccise in pochi giorni in varie regioni del Paese, tra le quali Antioquia, Nariño, Huila e Cauca. A questo numero si aggiunge un’altra persona assassinata lungo la strada che porta da Apartadó a San José. Da inizio anno il numero di leader sociali e Difensori dei Diritti Umani uccisi in Colombia è salito a 157.
Complesso anche il tema della restituzione di terra alle vittime del conflitto, che l’avevano persa a causa della violenza. Infatti, molte delle persone impiegate nella Unidad de Restitución de Tierra denunciano minacce da parte di gruppi paramilitari nello svolgimento del loro lavoro.

Condivisione, Lavoro e novità sui Volontari e le Volontarie

Anche nel mese di novembre, si è resa importante l’attività di accompagnamento protettivo internazionale alla Comunità di Pace di San José de Apartadó (CdP) poiché la situazione di sicurezza nella zona di San José e nei villaggi limitrofi si è complicata, come denunciato nel comunicato del 30 novembre. La presenza di gruppi armati illegali appartenenti alle Autodefensas Gaetanistas de Colombia (AGC), che si muovono nei villaggi dettando condizioni di vita e di lavoro alla popolazione civile, è indice di quanto sia complessa la strada della Paz Total intrapresa dal Presidente Petro.
Le attività dei volontari e delle volontarie si sono articolate dunque tra scorte civili non armate in aree rurali, dove la CdP è ancora molto impegnata nella raccolta di riso e cacao, come anche in altri luoghi per attività più istituzionali.
La delegazione colombiana, composta da due Difensori dei Diritti Umani e dell’Ambiente appartenenti alla CdP, è stata impegnata in attività di advocacy in Europa ed è rientrata in Colombia dopo le ultime tappe in Spagna e Portogallo.
Abbiamo dato il benvenuto a Erica che, dopo 4 anni, è ritornata in Colombia per condividere un altro pezzo di cammino con la CdP. Buona permanenza anche a Caterina del progetto in Libano in visita alla CdP per alcuni giorni.