Marzo 2024

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Il 19 marzo, nel villaggio La Esperanza, è accaduto il tragico assassinio di Nayeli Sepulveda, 30 anni, e Edison David, 14 anni, entrambi membri della Comunità di Pace di San José de Apartadó. Il massacro ha fatto calare una coltre di dolore e tristezza in tutta la Comunità, tra gli accompagnanti internazionali e le persone amiche che da tutto il mondo seguono questi coraggiosi contadini e contadine. Solo a pochi giorni dalla celebrazione del 27° anno di fondazione, resistenza pacifica, lotta per il territorio e la dignità (23 marzo), mani criminali hanno infierito su due vite innocenti che avevano scelto, nonostante la giovane età, di percorrere un cammino di giustizia, difesa dell’ambiente e della zona sia a livello personale, che a livello comunitario.
La terribile notizia è giunta quando una delegazione, formata da diversi rappresentanti di vari Paesi europei, era giunta in Colombia per festeggiare il compleanno della Comunità di Pace e per rinnovare al governo l’impegno e il sostegno morale ed etico a favore della stessa.
Nelle settimane precedenti al duplice omicidio, la Comunità aveva denunciato una serie di violazioni della proprietà privata e di danni in un uno dei loro terreni dove sussiste una situazione costante di minacce e abusi in relazione a diverse irregolarità riguardanti, in particolare, la costruzione di una strada.
Il crimine avvenuto ha portato moltissime organizzazioni per i Diritti Umani da tutto il mondo a una pubblica condanna di tanta violenza e impunità. Anche Papa Francesco, durante l’Angelus, ha espresso la sua solidarietà alla Comunità di Pace. Alcuni Ministri del governo insieme a Gloria Cuartas, direttrice dell’Unità di Implementazione dell’Accordo di Pace, hanno organizzato una visita inter-istituzionale sul luogo dell’omicidio. Dall’incontro, tenutosi il 27 marzo, sono emerse alcune proposte tra cui la valutazione della preservazione ambientale dei luoghi dove vive la Comunità e dei titoli di estrazione mineraria che minacciano tali territori, nonché la realizzazione di un atto di perdono pubblico per la storica violenza perpetrata contro la Comunità. Inutile raccontare la difficoltà di tutti e di tutte nel commemorare comunque con orgoglio il ventisettesimo compleanno, giornata in cui si è camminato nelle vie di San José per ricordare e onorare le vite di Nayeli ed Edison. Tra lacrime, canti e parole di cordoglio giunte da ogni parte, i membri della Comunità hanno avuto il coraggio di lasciare spazio ai sorrisi per una vita vissuta in modo coerente.
Nella giornata del 23 marzo, la Comunità ha nominato riserve ambientali 12 aree che si vorrebbero preservare come tali, anche se le dinamiche legate al tema di restituzione di terra non lo rendono certo.
Ognuna di queste proprietà è stata dedicata a persone e organizzazioni che hanno avuto una relazione speciale con la Comunità, come anche a figure simboliche nel cammino della nonviolenza.
Il territorio dove sono morti Nayeli ed Edison è stato dedicato a Gandhi.
Un arrivo sicuramente difficile, ma importante, quello di Mattia e Martina che sono giunti in Colombia a fianco della Comunità di Pace.

Situazione attuale

L’arduo cammino verso la Paz Total continua ad essere caratterizzato da passi in avanti e repentini momenti di stallo. Uno di questi è stato provocato dall’omicidio di Carmelina Yule Pavi, una leader indigena Nasa. Il crimine è avvenuto a Toribio nel Cauca per mano dell’Estado Mayor de las FARC (EMC). L’atto è stato definito dal Presidente Petro un crimine di lesa umanità e ha provocato l’interruzione del cessate il fuoco bilaterale tra il governo e l’EMC in tre regioni del Paese: Cauca, Nariño e Valle del Cauca.
Dall’altro lato, Petro ha nominato il noto ex-magistrato Armando Novoa come capo negoziatore dell’equipe di dialogo tra il governo e la dissidenza delle FARC conosciuta come Segunda Marquetalia. La Segunda Marquetalia è un gruppo armato, nato il 29 agosto del 2019, quando Ivan Marquez, Santrich, Romaña e El Paisa annunciarono che sarebbero ritornati alle armi, nonostante la firma dell’Accordo di Pace con il governo.
Storica, invece, la sentenza emessa dalla Corte Interamericana per i Diritti Umani secondo la quale si riconosce la responsabilità dello Stato colombiano per aver perseguitato, stigmatizzato e spiato in modo sistematico i membri del Colectivo de Abogados “José Alvear Restrepo” (CAJAR).
Il 18 marzo, infine, è avvenuta ad Apartadó la visita di Petro che, durante un incontro pubblico, ha fatto riferimento anche alla storia della Comunità di Pace di San José di Apartadó in termini di rispetto del loro processo di Vita e della necessità da parte della Brigada XVII di chiedere loro perdono, in particolare per il massacro accaduto il 21 febbraio del 2005.