Guardando il polveroso Akkar

Libano/Siria

Guardando il polveroso Akkar scorrere dal finestrino di un service:
Chiudi gli occhi e senti un posto...
Lo senti che ti entra dentro, nelle narici con i suoi profumi e nelle orecchie con i rumori imprevisti.

La vista è un senso sopravvalutato. Pensiamo di conoscere tutto attraverso i nostri occhi, ma cosa sarebbe la vita senza gli odori che sanno di vita e di morte?
Senza i rumori accomodanti e quelli spaventosi?
Senza l'aria sulla faccia che ti accarezza, senza la polvere che ti prende a cazzotti senza preavviso?
Mi concentro su questi silenzi dolorosi degli addii, tra le lacrime e i sorrisi che si riservano solo a coloro a cui si vuole bene per davvero e che luccicano ancora del dolore del distacco.
Fa paura il quotidiano, fa tanta paura l'idea di affrontare quello che è sempre stato con un animo diverso, ma è la sfida di inventarsi ogni giorno, ricominciando tutto da capo.
Abbiamo bisogno di così poco e tutto è in prestito.
Se niente ci appartiene, posso solo pregare di essere in grado di creare qualcosa di bello da lasciare a chi verrà dopo di me.

P.