Aprile 2015

SITUAZIONE ATTUALE

> Siria:
In Siria la guerra non accenna a fermarsi. In questo mese sono continuati gli scontri nella provincia di Idlib, i ribelli hanno proseguito l'avanzata verso la città di Mastouma, uno degli ultimi baluardi  del regime nella regione. Il regime ha risposto con attacchi mirati attorno alle città di Jisr Al-shughur e Saraqeb. L'Osservatorio siriano per i Diritti umani parla di almeno 23 civili uccisi, inclusi 5 bambini, durante questi attacchi.

Negli ultimi giorni di aprile il gruppo islamico Army of Fatah ha sottratto il controllo della capitale Idlib alle forze del regime. L'alleanza, che include frange di Al-Qaeda, conosciute come Fronte Nusra e altri gruppi militanti come l'Ahrar al-Sham movement, si stanno avvicinando alla Provincia costiera di Latakia, roccaforte del presidente Bashar Assad.
Ahrar al-Sham sembra essere emerso come la forza di opposizione più forte ad Idlib. Uno dei suoi fondatori, Abu Khaled al-Soury, ha combattuto col fondatore di Al-Qaeda, Osama bin Laden ed è stato vicino alla attuale capo di al-Qaeda Ayman al-Zawahri.
Pare che la nuova vitalità delle forze anti regime derivi da fondi arrivati dall'Arabia Saudita.

> Libano:
Iniziativa per la scuola: Programma ALP.
Attraverso i finanziamenti di UNICEF e governo inglese è stata data in questi giorni la possibilità ai bambini siriani dai 9 ai 17 anni di accedere, dopo un test di valutazione, alla scuola pubblica libanese, senza dover pagare nulla, per i primi quattro mesi neppure il trasporto.
Continuano le difficoltà causate dalle nuove leggi entrate in vigore ad inizio anno che rendono quasi impossibile la vita per i siriani in Libano, chi può se ne va, chi non può tornare in Siria, vive una vita di semi clandestinità, cercando di spostarsi e farsi vedere il meno possibile. A questo si aggiunge che gli aiuti delle Nazioni Unite sono diminuiti, passando da 27 a 19 dollari al mese e coprendo il 50 per cento delle famiglie (rispetto alla copertura del 70 per cento precedente).
Per finire, su pressione del governo libanese, UNHCR non permette la registrazione di nuovi profughi dal 5 gennaio di quest'anno.

> Akkar:

Nella regione di Akkar è stato un mese relativamente tranquillo, il gelo invernale e le tempeste hanno lasciato spazio alla primavera e a giornate di sole e caldo. Questo cambiamento di clima e stato accolto con favore da tutti i profughi, duramente provati dall'inverno.
In un paio di occasioni si sono visti i missili passare in cielo e si sono uditi degli spari.


CONDIVISIONE E LAVORO

Questo è stato un mese pieno di novità per i volontari di Operazione Colomba.
La prima di queste è stata il trasloco dal garage, che si trovava nella parte musulmana di Tel Abbas, al nuovo appartamento nella parte cristiana. Questo perché uno degli obiettivi è la creazione di un ponte tra le due comunità, cristiana e musulmana.
E' un obiettivo complesso che richiede molto lavoro, ci sono alcune persone tra i cristiani ancora diffidenti nei nostri confronti per il fatto che viviamo in un campo profughi con musulmani, ma siamo convinti che passo dopo passo riusciremo a superare il pregiudizio e ad avvicinarci sempre più ad entrambe le realtà.
Inoltre dal momento che viviamo la quasi totalità delle giornate all'interno del campo profughi, abbiamo deciso di costruire una nuova tenda sostituendo la shelter box precedente, (ci era stata prestata da amici siriani che ora stanno tentando di rivenderla per farci qualche soldo) con una più grande e vivibile.
La realizzazione della nuova tenda ha richiesto tempo ed è stata possibile solo grazie al prezioso contributo dei profughi stessi che ci hanno aiutati e indirizzati su ciò che era necessario fare.
E' stato molto bello condividere questi momenti assieme e vedere quanto loro ci tenessero a darci una mano.
E' stato anche un mese di transizione con volontari in partenza ed altri in arrivo, cosa che ha creato l'occasione per passare ancora più tempo con le persone del campo che, come d'abitudine, ci hanno regalato bellissimi momenti di arrivederci e di benvenuto, facendoci sentire tutti parte della loro famiglia.
Ci sono state tuttavia delle difficoltà. In particolare nel reperimento dei soldi per pagare l'affitto della terra che è stato possibile saldare solo grazie alla generosità di amici italiani, che hanno raccolto quanto serviva; poi sul futuro, tutti sperano di poter tornare a casa, inshallah, come si dice qui.
M. fa sempre più fatica a curare i suoi figli talassemici, uno dei quali ha bisogno di essere operato il prima possibile. Il caldo che sta arrivando rende ancor più frequente il bisogno di donazioni di sangue.
Siamo riusciti ad ottenere  bei risultati. Finalmente A. (che non può camminare) e la sua famiglia non rischiano più di rimanere senza casa, attraverso una ONG norvegese avranno per un anno una casa decente.
Nel campo e fuori le attività continuano, tra la scuola, le visite alle famiglie, la sistemazione della tenda nuova, le sere passate ascoltando assorti i racconti dei profughi e della loro fuga dalla Siria...
Alla presenza al campo stiamo affiancando una riflessione che vorremmo far diventare proposta politica per i governi europei, quella di aprire un canale umanitario per i profughi siriani in Libano: clicca qui per leggere l'appello


QUALE FUTURO IN QUESTE CONDIZIONI?

Questo mese è stata operata una ragazza del campo vicino al nostro.
E' la moglie di M, ha solo 18 anni e il viso da bambina.
Era parecchio tempo che stava male, le avevano trovato 3 cisti nel fegato che dovevano essere tolte.
Le avevano detto che l'avrebbero operata presto.
Il marito si è fatto avanti e indietro da Tel Abbas alla clinica (circa un'ora di viaggio ad andare e un'ora a tornare) per 15 giorni di fila, senza ricevere un minimo di considerazione. Per lui tutte le porte erano chiuse.
Così, dopo due settimane di tentativi vani, ha chiesto il nostro aiuto, e noi siamo andati con lui. Il nostro passaporto italiano ha un grande potere, nel giro di 5 minuti ci avevano già detto che la ragazza sarebbe stata operata di lì a 3 giorni, e così è stato.
La sanità è uno dei grossi problemi dei profughi siriani in Libano, essendo tutto privato e tutto a pagamento, spesso non c'è spazio o tempo per curare i siriani.