Marciando nelle Colline a Sud di Hebron

Israele/Palestina

At-Tuwani - A cinquant'anni dalla prima marcia per la Pace, domenica 25 settembre non si è marciato solo da Perugia ad Assisi. Un'altra manifestazione gemella, sicuramente meno affollata ma non meno ricca di significato, si è svolta nelle colline a Sud di Hebron in Cisgiordania. Qui la gente di Tuwani, riunita a quella degli altri villaggi del Popular Non-violent Resistance Committee, ha voluto marciare per lanciare un messaggio di pace e solidarietà, per rinnovare il proprio impegno nella lotta nonviolenta, per ribadire il proprio diritto a vivere con dignità e libertà, o più semplicemente umanità.

L'idea è venuta al coordinatore del comitato, Hafez, che l'anno scorso ha partecipato alla Marcia Perugia-Assisi. La libertà e il clima di festa che ha sperimentato in quell'occasione lo hanno ispirato. Ha così voluto proprorre una marcia per la pace nella sua terra e cercare di viverla in comunione con l'evento italiano. L'ex vice-presidente del parlamento europeo, Luisa Morgantini, amica di Hafez e di queste comunità, ha permesso di realizzare il collegamento con la piazza di Assisi e ad Hafez di portare un saluto telefonico al termine della Marcia.

La marcia di Tuwani è stata profondamente significativa almeno per due ragioni. La prima è che le persone di questi villaggi hanno subito, ormai da decine di anni, una serie interminabile di abusi e violenze da parte dell'esercito e dei coloni israeliani: deportazioni, espropriazioni di terre, arresti, demolizioni, furti di bestiame, devastazioni di raccolti, avvelenamenti dei terreni e dell'acqua, violenze fisiche, violazioni della propria casa. Di fronte a tutto questo queste persone hanno rifiutato la via della vendetta e intrapreso la strada della nonviolenza. Una strada difficile, che ha richiesto grande pazienza, dedizione, sopportazione e coraggio. Questa strada ha permesso però loro di ottenere importanti miglioramenti delle proprie condizioni di vita e soprattutto di non rinunciare alla propria umanità. Una marcia della pace proposta da queste persone porta con sè un messaggio forte che viene da un lotta concreta e quotidiana vissuta sulla propria pelle, non da opinioni né tantomeno da ideologie.

La seconda ragione deriva dalla situazione che oggi sta vivendo quest'area e più in generale la Palestina. Le tensioni provocate dal fatto che all'ONU si discute del riconoscimento dello Stato palestinese hanno posto sotto l'attenzione mediatica la regione come possibile luogo di esplosione di scontri e violenze. Gli animi dei palestinesi si sono riaccesi e i coloni sono pronti a rivendicare i Territori Occupati come terra di loro proprietà, quindi incedibile. Proprio il giorno prima della marcia, a Tuwani, nel giorno di Shabbat, gruppi di coloni mascherati sono usciti dal vicino avamposto illegale di Havat Ma'on e hanno mincacciato tre volontari di Operazione Colomba. Quindi sono scesi verso il villaggio palestinese fino a poche decine di metri dalla prime case. La presenza di osservatori internazionali, attivisti israeliani, militari e polizia ha impedito che la situazione degenerasse in vera e propria aggressione. Ecco, marciare per la pace e la solidarietà proprio il giorno successivo a questo fatto e in questo clima generale ha voluto proclamare che un'altra via è possibile, e che questa gente vuole percorrerla.

In questo giorno le comunità delle colline a Sud di Hebron hanno potuto assaporare il gusto dello stare insieme, del far volare al vento la propria bandiera e del camminare con passo leggero in queste terre così amare e così amate.

Bambini sorridenti e spensierati, anziani dalle rughe profonde scavate dal sole e dalla vita, donne ed uomini orgogliosi e tenaci, volontari internazionali che hanno scelto di appoggiare chi ha scelto la nonviolenza come unica forma di resistenza: queste sono state le persone che hanno partecipato alla marcia.

Qualcuno ha camminato, i più piccoli hanno corso, c'è chi ha approfittato di un passaggio su un trattore e chi invece ha partecipato seduto sulla sella di un mulo; qualcuno cantando, qualcuno parlando ed altri semplicemente respirando un clima di festa e spensieratezza.

La marcia non è stata lunga, in termini di tempo e chilometri percorsi. E due sono stati i piccoli villaggi di tende e grotte dove i partecipanti si sono fermati per un breve discorso e dove sono stati accolti da una tazza di caffè aromatizzato o da un bicchiere del dolcissimo thè con menta alla araba. Ma camminando insieme le persone si sono potute ritrovare e ricordare che dalla loro unione e dalla loro condivisione nasce l'energia vitale necessaria per poter portare avanti questa resistenza, questa lotta alla violenza.

Link video della marcia: http://tuwaniresiste.operazionecolomba.it/?p=873

Link foto della marcia: http://goo.gl/aC8oL

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Operation Dove - Nonviolent Peace Corps
Palestine/Israel
Ass. Comunità Papa Giovanni XXIII


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