Situazione attuale
A Gaza il 6 maggio l’esercito israeliano ha ordinato alla popolazione palestinese di abbandonare la parte est di Rafah e pochi giorni dopo ha dato il via agli attacchi via terra, mentre i negoziati per una tregua non sono arrivati per ora ad alcun punto di svolta. Dal 17 maggio nuovi aiuti umanitari internazionali sono arrivati nella Striscia, purtroppo ostacolati da Israele e da gruppi di coloni estremisti.
Il 20 maggio la Corte Penale Internazionale ha emesso un mandato d’arresto internazionale per il Primo Ministro israeliano Benjamin Netanyahu e il Ministro della Difesa Yoav Gallant e per tre leader di Hamas: Yahya Sinwar, Mohammed Deif, Ismail Haniyeh. Il 22 maggio Spagna, Irlanda e Norvegia hanno annunciato il riconoscimento dello Stato di Palestina, preannunciandone la proclamazione ufficiale il 28 maggio. Il 24 maggio la Corte Internazionale di Giustizia dell’Aja ha ordinato a Israele di mettere fine all’offensiva a Rafah.
Il 25 maggio un raid israeliano ha colpito e devastato un campo profughi a Rafah, causando la morte di almeno 40 civili tra donne e bambini. Con l’intensificarsi dei bombardamenti, il 28 maggio i primi carri armati hanno raggiunto il centro di Rafah. Il 30 maggio Israele ha assunto il controllo di una zona cuscinetto tra Gaza e l’Egitto.
Il 31 maggio Hamas ha dichiarato interesse per la proposta del Presidente USA Biden per una tregua alla guerra, mentre Netanyahu ha replicato di non avere intenzione di fermarsi fino all’eliminazione completa di Hamas.
Nel resto del mondo, tra cui in molte università italiane, sono continuate le manifestazioni per un cessate il fuoco e a sostegno della popolazione palestinese, così come la repressione dei Governi nazionali, tranne poche eccezioni.
In Cisgiordania, a maggio, almeno 5 persone sono state uccise durante un raid nel campo di Sur Shams vicino a Tulkarem; il 21 maggio un raid aereo a Jenin ha causato 7 morti.