"Palestina cara Palestina"

Palestina

Palestina cara Palestina.
Posso solo immaginare quali notizie vi arrivino in Italia, sul conflitto quaggiù. Che figura stiano facendo i palestinesi: non solo sono terroristi, non solo ricevono un sacco di aiuti umanitari, ma si mettono pure a spararsi addosso... come se la situazione non fosse già grave. Forse questi arabi non sono proprio capaci di creare una democrazia decente, conoscono solo il linguaggio della corruzione e della forza.
Cosa vediamo noi? Ecco, vediamo due popoli vittime della propaganda.

Vi riportiamo le valutazioni fatte da professori di economia, scienze politiche, un Nobel per la Pace ed altri israeliani molto famosi per la loro lotta nonviolenta per la Pace (Conferenza Internazionale di Bi’lin – Aprile 2007)1 .   
“Il popolo israeliano vittima di una propaganda dei propri mass media: cresciuto in un mare di vittimismo, di machismo, di ostentazione di superiorità e di paura-odio.
Il popolo palestinese vittima di una propaganda dei mass media internazionali: l’ingiustizia più gettonata è chiamare terrorismo quello che 50 anni fa era chiamata resistenza partigiana o 150 anni fa risorgimento.
Riguardo agli aiuti umanitari le statistiche dicono che un palestinese riceveva 600$ all’anno (prima del gennaio 2006, ovvero prima dell’embargo internazionale), quando un israeliano ne riceveva 600$ al mese. Uno a dodici. Per esempio tutti gli aiuti che l’Italia manda in Palestina sono “bilanciati” dalla stessa quantità di aiuti inviati in Israele, il prezzo per non essere tacciati come antisemiti.
Dove trovano tutti questi soldi per comprarsi le armi? Troppo facile pensare all’Iran o alla Russia, qualcuno ci vuole far bere ancora la minestra della guerra fredda. Infatti nessuno vi dice mai che qui tutte le transazioni finanziarie e commerciali, gli spostamenti di beni e persone e pure le telefonate sono controllate dall’esercito israeliano. Se dunque passa qualcosa di “losco” ai loro controlli, è perché la corruzione fa comodo a molti e perché forse fa comodo che i palestinesi siano turbolenti, così giustificano da soli un intervento delle forze israeliane…
La democrazia palestinese è dunque spacciata? Cade sotto il peso di ogni corruzione? Non lo so.
Posso solo dirvi che il governo eletto democraticamente 2 anni fa, con una maggioranza del 75%, che si poneva proprio come alternativa ad un governo corrotto, ha visto rapire e incarcerare i suoi ministri in Israele. Ha visto l’invasione di una città indipendente come Gerico (marzo 2006), l’assedio della prigione, la liberazione di tutti i detenuti e la completa distruzione dell’edificio per mano israeliana. Si è visto destituire ed ha accettato di creare un governo di unità nazionale dopo 12 mesi di embargo internazionale. Eppure anche i ministri del governo di unità nazionale (rappresentativo del 98% degli elettori) sono stati rapiti e tutt’ora prigionieri degli israeliani. Paradossale, visto che il partito che governa in Israele non ha nemmeno il 50% dei voti. Pochi mesi fa il primo ministro israeliano Ehud Olmert ha presentato il suo piano personale di soluzione del conflitto… al Congresso degli Stati Uniti. La cosa ha fatto riflettere molti, come se il nostro primo ministro italiano presentasse la difficile legge di riforma delle pensioni al Congresso USA. Forse ci accorgeremmo di quanti interessi gli USA hanno nei nostri affari. Ebbene, l’amministrazione USA ha risposto che il piano non era accettabile a meno che non venisse data una “parvenza” di rispetto della Road Map (piano di “pace” firmato da Ariel Sharon e dagli USA). Cosa intendeva l’amministrazione USA con questa “parvenza”??  La Road Map imponeva alla parte israeliana di incontrare per lungo tempo la controparte palestinese per costruire un dialogo e poi arrivare a conclusioni di compromesso. Questa sarà la “parvenza” ed è anche il perché delle tante visite di Condoleeza Rice qui a Gerusalemme, ma in fondo il piano di Olmert è approvato: fare del muro la prima frontiera a Est, e del fiume Giordano la seconda frontiera ancora più a Est. Nonché l’annessione unilaterale di Gerusalemme. Chi mai fosse già stato in Terra Santa avrà già visto come i check point (posti di blocco) che circondano Gerusalemme sono ancora più sofisticati della frontiera che c’è tra Italia e Svizzera.
Perché dunque le fazioni armate palestinesi scatenano la guerra civile?
Un monaco che vive qui da 10 anni, che parla e scrive in arabo ed ebraico, traduce i testi dal greco e dall’ebraico antico, segue i mass media locali e soprattutto incontra e parla con la gente, ci ha detto: i più “grandi” qui in Palestina sono dei gran collaboratori. Cosa è un collaboratore? E’ quello che accetta di fare il doppio gioco per il nemico e riceve un sacco di soldi, rilevanza e benevolenza dalla stampa internazionale e dei conti in Svizzera da capogiro, per poi svendere il proprio paese per quattro soldi. Dunque, come indebolire la Palestina?  Divide et impera.”
Noi eredi dei Romani dovremmo conoscere bene questa dottrina.