A. sa rispondere male solo per scherzo

Palestina/Israele

H. e A. sono padre e figlio.
H. è un uomo saggio, di quelli che sanno muoversi con la calma necessaria affinché ogni gesto sia davvero compiuto e non soltanto accennato ed effimero.
A. è un ragazzino capace di perdersi e distrarsi seguendo la fantasia che cresce dentro la sua testa.

H. e A. fanno i pastori dello stesso gregge, quello di famiglia.
Lo portano a pascolare nella collina appena sopra il villaggio e appena prima della colonia di Ma'on.
Quella terra, compresa quella dove ora sorge la colonia, è terra loro.
Ogni tanto si danno il cambio o alternano i giorni: un pomeriggio ci va il padre, quello dopo il figlio.
E' quasi sera e A. sta giocando poco distante dal suo gregge, forse tra un po' gli sfuggirà di mano e dovrà rincorrerlo.
Qualcosa stavolta, però, lo fa smettere di giocare e di perdersi.
C'è un colono sulla strada, protetto dalla recinzione, che sta passeggiando con il suo cane.
E' una scena già vista, di vite quotidiane tangenti ma che non si toccano, se non con intenzioni violente da parte dei coloni.
Il ragazzo con il cane a un certo punto si ferma, osserva A., a lungo.
Resta immobile a guardarlo per un po' di tempo, le gambe aperte, le braccia incrociate.
A. si siede su un sasso e lo guarda a sua volta, ci chiede il binocolo per vederlo meglio, capire perché si è fermato, ci chiede di stare con lui, assicurandosi di parlare un arabo che anche noi possiamo capire: Taal, Taali on – Vieni, vieni qui.
Adesso il colono si è mosso, non capiamo cosa stia facendo, sta cercando qualcosa in tasca, l'ha trovata: è una bandiera, una bandiera bianca, rossa, verde e nera, è la bandiera della Palestina.
Il ragazzo la mostra ad A. e poi la butta per terra, la calpesta e intanto insulta A. gli dice che è un cane.
A. ha dodici anni e sa rispondere male solo per scherzo, quando giochiamo e lui cerca di essere cattivo per davvero.
Resta sempre fermo A., accucciato con i piedi sopra il suo sasso, di fronte al colono, senza fare un passo indietro di paura.
Tiene gli occhi aperti e la bocca stretta.
- Hai avuto paura A.?
- No, non ho avuto paura, non capisco perché ha fatto così.
- Sei stato qui tutto il tempo, sei stato bravo.
- Sì sono stato bravo.
Adesso A. sorride, ed è già il maghreb (tramonto), tempo di tornare a casa.