Come una bolla di sapone

Palestina/Israele

"Inshalla non ci attaccano anche oggi". Amal. Speranza.

Non c'è il tempo di sperare, dopo poco iniziano a mascherarsi ed a rincorrerci.

C'è solo il tempo di correre una maratona che non vuoi correre. Che non ha senso correre.

Loro corrono più veloci di noi, una corsa alimentata dall'odio.

Perché devi scappare come un colpevole di un crimine che non hai commesso?

Perché questa è la violenza. E' una bolla di sapone.

Si attacca a te, si appiccica, ti bagna di senso di colpa.

Una colpa che tu non hai, ma che questa bolla di sapone ti fa sembrare avere.

Corri, scappi, riprendi, fai fatica a respirare.

Non ce la fai più, ma la bolla ti raggiunge, ti sporca.

Ti arrendi a lei, non puoi fare altro che riceverla e accettarla. Ora anche lei è parte di te.

Ma questa bolla è pur sempre di sapone. Una sola cosa puoi fare, aspettare che si asciughi.

Si asciugherà e tu sarai di nuovo pulito; pulito con le cose belle, da quella forza che spesso sottovaluti o che lasci affievolire. Amal. Speranza.

Oggi faccio fatica ad avere speranza, quella speranza che sembra un po' come la stufa di casa.

Fa sempre fatica a rimanere accesa.

Ma se ci presti attenzione, ci soffi e non permetti alle bolle di sapone di spegnerla, lei continua a rimanere accesa.

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