Sumud

H. sostiene che camminare scalzo per un'ora al giorno lo aiuti a pensare e che dovrebbero farlo tutti. E così è arrivato davanti all'uscio di casa nostra l'altra sera: scalzo e con mille pensieri che gli frullavano in testa.
"H. biddak gaua?" (H. vuoi del caffè?)
"Fi?" (C'è?)
"Fi, fi" (c'è, c'è - ...per te sempre).
Dopo 10 minuti di silenzio ed una sigaretta H. ha iniziato a parlare, guardandomi dritto negli occhi; in mano un bicchierino di carta ricolmo di caffè.
Ha parlato dei sacrifici fatti per portare avanti un progetto in cui crede fino al midollo.

H. ha sacrificato tante cose, soprattutto tempo.
Tempo per il suo lavoro, per se stesso, per la sua famiglia.
La sua bellissima famiglia, una moglie e 7 figli.
La seconda casa di H. ormai è Sarura e lo stesso vale per uno dei suoi figli, S. Anche S. ha sacrificato tanto. Ha 20 anni e da sette mesi ormai passa ogni notte in Sarura, dormendo in grotta, facendo i turni di guardia con gli altri shabab (“ragazzi”) per controllare che non arrivino coloni o soldati.
Senza contare le notti passate in carcere per aver esercitato un diritto che dovrebbe essere considerato naturale: il diritto alla r-esistenza sulla propria terra.
Però H. non ha parlato solo dei suoi figli, per lui è molto importante anche l'intera comunità.
Ha dei piani per Sarura, piani che coinvolgono tutti i villaggi della zona.
Per molti è difficile vedere l'anima di Sarura, non la capiscono o la confondono; però H. la vede ben definita nella sua testa e nel suo cuore.
Per lui è come una figlia da amare, da curare giorno dopo giorno, "shuai shuai" (“piano piano”).
Quello che vuole davvero è che ci sia vita in Sarura.
Forse anche per questo vuole circondarla di ulivi.
Sarà un community center, luogo di incontri che coinvolgano le persone, luogo di crescita per i ragazzi, ma non solo. Sarà un luogo vissuto, non più abbandonato, cuore di una resistenza forse poco appariscente, ma autentica.
Sumud è il nome che è stato scelto fin dall'inizio.
Resilienza sulla propria terra.
Ora forse è troppo presto perché tutti vedano, ma quella sera, mentre H. mi parlava, mi è parsa di vederla l'anima vera di Sarura.
Ed è stato come se allo stesso tempo fossi riuscita a vedere anche l'anima di H.
E un giorno, se il proprietario della terra deciderà che sarà pronto per tornare a vivere in quella grotta un tempo abbandonata a causa dell'occupazione, potrà  farlo, perché ci sarà vita.
La cosa davvero importante è che ora c'è di nuovo vita.B.