Hafez

Hafez
un gigante che si comporta da nano
la sua mano è grande come un lago
di acqua salata, raccoglie universi,
mondi, gente pescata ovunque
durante le sue retate d’amore,
se ogni uomo ha un cuore – Hafez
ne ha mille che pompano
nelle creature che vengono investite
della sua energia, Hafez ha trovato
la via per uscire da questo conflitto
senza per forza decretare
chi è lo sconfitto e chi è il vincitore,

Hafez è un costruttore silente
di comunità provvisorie
è un sabotatore di scorie che intaccano
l’entusiasmo e l’euforia
Hafez ha compreso che la violenza
è una malattia incurabile, curabile
solo dalla fantasia di chi vive
pensando alla vita come a un gioco
non di ruolo ma di volo
sopra le indifferenze e le rassegnazioni
per questo convoca
delegazioni da ogni parte del mondo
e fa compiere loro il girotondo
del villaggio, per far toccare con mano
e respirare il coraggio di una popolazione
di pastori che vuole essere più forte
dei rancori e degli odi,
Hafez è riuscito a piantare
dei chiodi nel cielo zeppo
di costellazioni, dove i coloni
non riescono a tirare pietre
e ad attaccare con i bastoni,
le sue idee sono gli aquiloni liberi
in alto ma saldi nelle radici,
Hafez tratta gli amici come dei compagni
di lotta, li porta dentro alla grotta
e spiega loro che la forza non è rispondere
alle provocazioni, ma seminare
ulivi come fossero stagioni di speranza.
Fosse nato in occidente avrebbe scelto
la danza come disciplina espressiva,
la sua militanza creativa l’avrebbe
reso sempre un uomo di successo.
Hafez – come tutti i veri profeti -
sa che tutto il futuro è sempre – e solo – adesso.