Condivisione totale

C’è un momento particolarmente bello.
Un ritorno all’infanzia nel villaggio di Tuba.
Arrivo con M. dopo mezz’ora di sentiero a piedi, passo veloce per essere più sicure. Imparo i nomi delle colline, delle valli.
La sella.
E poi il villaggio.
Un vento fresco ci accarezza lì in cima e ci introduce in quelle famiglie, in quelle case.
Quattro famiglie per l’esattezza.
Un villaggio isolato, ma bucolico.
Senza tempo sembra.
Ci accoglie una donna.
Capisco ben poco, ma c’è qualcosa che va oltre le parole.
C’è una luce nel suo volto che sa di casa, di felicità, di apertura.

In poco tempo la famiglia si raduna, bambini, ragazzi, adulti e anziani, e si mangia insieme in una stanza, sul pavimento, sui cuscini.
Condivisione totale.
Mi sento a casa.
Le chiacchiere vanno avanti fino a tardi.
Io divento Lulu.
Finché, finalmente, alle undici andiamo a dormire.
Stiamo fuori su materassi, sotto una pesante coperta, mentre attorno a noi le stelle si accendono, gli animali fanno i loro versi, una brezza lieve mi accarezza il volto e il sonno scende su di me.
E il mattino arriva.
Alle sei e mezza il sole è già alto, altro che alba!
Un bambino prende a calci T. che non si vuole alzare per portare al pascolo le pecore.
Nel frattempo la nonna ci prepara la colazione: “sciai”, pane tabbun, olio, za’tar e un formaggio di pecora molto duro e saporito.
E quindi prendiamo la strada delle colline con due greggi di pecore.
Il clima è molto disteso, tra battute, risate e lo stare semplicemente insieme, al loro fianco, la mattina passa.
Peccato per la nota dolente finale, con due coloni che irrompono in questa pace, in questa fatica, in questo tempo così prezioso per i pastori.
E lì scatta qualcosa di ancestrale e profondo che permette loro di vivere da quasi cent’anni sotto una costante violazione.
In una manciata di secondi le pecore sono in fondo alla valle.
Stiamo con i pastori.
E, dal momento che se la ridono, un po’ mi rassereno, ma non posso fare a meno di sentire sulla mia pelle quanto sia ingiusto tutto questo.
Tutta questa violenza quotidiana costante.
A voi che viaggiate in direzione ostinata e contraria va tutta la mia stima.